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Il caso a bergamo

Radiofaro per aeroporto, Legambiente e i quartieri: “Scelta impattante e mai consultati i cittadini”

Approvata la deroga per la costruzione di un nuovo radio faro per l'aeroporto di Orio al Serio in un'area classificata agricola e le cui implicazioni preoccupano molto i cittadini dei quartieri limitrofi

Bergamo. É stata ufficialmente approvata dal consiglio comunale la deroga al Piano Governo del Territorio per consentire lo spostamento e la costruzione da parte della società Sacbo di un radiofaro con un impianto più tecnologicamente avanzato che ha l’obiettivo di orientare i piloti nella fase di atterraggio verso l’aeroporto Caravaggio di Orio al Serio.

Per poter, però, assicurare atterraggi sicuri e precisi il radiofaro deve essere allineato con la pista e, ad oggi, l’attuale strumento di radionavigazione non è linea, portando, molto spesso, i piloti ad essere costretti a correggere la rotta.

“La nuova struttura permetterà di avviare una gestione autonoma del traffico rispetto a Malpensa e Linate – ha spiegato il sindaco Giorgio Gori – con i voli provenienti da ovest, infatti, per una questione di gerarchia bisogna sottostare al bacino milanese il che porta spesso a ritardi dei voli che arrivano a sforare il limite imposto delle ore 23 in fase di atterraggio: con danno per gli abitanti della zona. Con il nuovo radiofaro, invece, riusciremo a limitare questo fenomeno, permettendo di gestire con indipendenza sistemica i decolli e gli atterraggi”.

Il sindaco, inoltre, ha assicurato e “promesso” al consiglio che “la dipendenza dal bacino milanese non è mai stato un limite per la quantità di voli sulla città: ora che ne saremo dipendenti, quindi, non significa in alcun modo un aumento dei voli. Si tratta solo di uno strumento per una maggiore sicurezza e puntualità, mitigando, anche, i danni a livello ambientale”.

Ma i quattro comitati di quartiere più interessati dai voli aerei si definiscono fortemente preoccupati.

“Temiamo molto che questo nuovo sistema comporti un aumento non solo dei decolli, ma, specialmente, degli atterraggi che sono molto più impattanti dal punto di vista ambientale ed emotivo che comporta vedere a così poca distanza dalle abitazioni gli aerei avvicinarsi alla pista”, ha dichiarato Antonella Airoldi a nome delle quattro realtà associative: Associazione Colognola per il suo futuro a.p.s. di Colognola, Associazione di promozione sociale “perilVillaggio” del Villaggio degli Sposi, Comitato Ambiente e Salute di San Tomaso de’ Calvi e Comitato di Quartiere di Campagnola.

“Il Piano di sviluppo aeroportuale 2030 030, redatto da Sacbo e ancora depositato presso il Ministero competente in attesa di valutazione, sembra prevedere un ulteriore forte aumento dell’impatto negativo su molti quartieri  di Bergamo con la novità di atterraggi sulla città di circa il 30% di tutti quelli previsti – continua Airoldi – Ricordiamo che le rotte di atterraggio su Bergamo erano già state bocciate dalla commissione aeroportuale nel 2018 e che anche il Comune aveva espresso parere negativo, in quanto apportavano un aumento consistente dell’inquinamento acustico (e non solo) su molti quartieri. Temiamo quindi che la collocazione del radiofaro sia soprattutto funzionale ad un ulteriore incremento dell’impatto negativo sul nostro territorio, trasformando una possibile deroga per particolari condizioni atmosferiche in un  utilizzo libero e incondizionato degli atterraggi”.

Domandandosi, infine, “il perché di tanta fretta nel discutere un argomento così complesso, tecnico e impattante per tanti cittadini, senza mai aver interpellato gli abitanti. Dal momento che si tratta di uno strumento previsto da una ventina d’anni. Discusso venerdì in commissione consigliare con grande fretta è stato discusso subito in consiglio: perché?”

Perplessità espresse in consiglio anche, in particolare, dai consiglieri comunali Sonia Coter del Movimento 5 Stelle (unica ad avere votato contro alla delibera, contro 20 favorevoli con le minoranze che hanno abbandonato l’aula) e Simone Paganoni di Patto per Bergamo che, in particolare, insieme anche ai consiglieri del Pd Alberto Vergalli e Oriana Ruzzini e di Roberto Cremaschi di Ambiente, Partecipazione e Futuro, si è soffermato sull’impatto ambientale dell’installazione del nuovo radiofaro.

Il nuovo sistema, infatti, una grande antenna poggiante su un basamento alto 6 metri, verrà posato in un’area classificata come agricola che, pare, essere l’unico luogo disponibile ed in linea con la pista. Si è pensato al parcheggio, ma si teme che le macchine possano interferire con il segnale e non è possibile installarlo verso il Serio perché è già presente il sentiero luminoso.

Perciò, l’area verde è risultato essere l’unico luogo adatto. Ma, al fine di garantire il corretto funzionamento del VOR è stato definito indispensabile eliminare ostacoli al di sopra dei 7 metri di altezza, cioè tagliare la vegetazione arborea all’interno dell’area di raggio 100 m dall’antenna e al di sopra dei 10 m nell’area di raggio tra i 100 e 200 m.

A venire abbattuti, quindi, saranno 602 piante.

“Si tratta di filari posizionati lungo il fiume Morale e superfici agricole, per lo più composti da robinie che la stessa Regione Lombardia ha inserito nella lista nera delle piante infestanti da estirpare – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Francesco Valesini – Con altezze e maturazione, tra l’altro, non significative proprio per il loro scopo: essere, cioè, solo degli alberi per rafforzare le sponde. Si tratta, quindi, di alberature di basso pregio agronomico”.

“Ma – assicura Valesini – la mancanza di quegli alberi verrà compensata: 190 alberature saranno riposizionati in loco, mentre 412 nuovi alberi saranno posizionati in altre aree comunali ed entro settembre verrà redatta la lista dei luoghi individuati”.

Un tema su cui, prontamente è intervenuta Legambiente Bergamo: “La Giunta rivendica come un gran risultato aver ottenuto che SACBO rimetta a dimora un numero di alberi pari a quelli che taglia, senza considerare minimamente il concetto di “servizi ecosistemici forniti” (quanta CO2 viene fissata; “quanta” biodiversità viene favorita; quanta ombra viene fatta, ecc.) un lavoro un po’ complesso che richiede indagini specifiche e valutazioni più ampie, ma certamente fattibile e misurabile, a fronte del quale poi valutare in quanto tempo questi livelli vengono conseguiti e quindi determinare numero e tipologie di alberi da piantare”.

Oltre ai grandi passi compiuti dalla tecnologia, il tema che l’associazione torna a sottolineare con forza è che in questi 20 anni è emersa con chiarezza una grandissima emergenza climatica, davanti alla quale è necessario fare una revisione delle opere già progettate e privilegiare alternative a basso impatto ambientale.

“L’altro tema che viene sostenuto da Sacbo “il VOR era già previsto dal 2000” si appella a un principio che, secondo Legambiente, avvalora la tesi contraria, in quanto è dimostrazione della poca validità di un proposta. Si tratta di un progetto ormai vecchio e che ha alternative più moderne ed efficaci: basta leggere il sito di ENAV (l’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo) per rendersi conto che il presente e il futuro dell’assistenza al volo è il PBN, tecnologia che non richiede strutture così impattanti come il radiofaro”, continua l’associazione.

“Se davvero l’obiettivo prioritario fosse la sicurezza riteniamo che si debbano adottare le tecnologie più evolute per ottenerla. Il punto principale è il contesto dell’installazione del VOR: un aeroporto che punta, nelle dichiarazioni stesse dell’ente gestore, a un continuo incremento di voli, nonostante non siano ancora terminati gli iter procedurali per la valutazione dell’impatto ambientale. E mentre sono evidenti a tutti le problematiche generate dall’attività dell’aeroporto che vanno a ricadere su un numero sempre crescente di cittadini. Questo impianto sembra finalizzato ad incrementare ulteriormente il traffico aereo piuttosto che a rendere più compatibile lo scalo con il territorio circostante”, conclude Legambiente Bergamo.

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