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Le indagini

Corteo no Green pass a Bergamo, primi 4 identificati. E forse sabato si replica fotogallery

Sono bergamaschi e hanno tra i 25 e 55 anni. Un paio di loro hanno anche preso la parola al megafono. Saranno multati e denunciati

Bergamo. Sono stati identificati quattro dei circa tremila partecipanti al corteo No-vax contro il Green pass di sabato (24 luglio) in città. A individuarli sono stati gli agenti della Digos, che dalle prime ore dopo la conclusione della manifestazione – non autorizzata – sono al lavoro analizzando ogni filmato diffuso dai media o girato dagli stessi agenti della questura presenti per garantire l’ordine pubblico.

I quattro sono bergamaschi e hanno tra i 25 e 55 anni. Un paio di loro hanno anche preso la parola al megafono per i discorsi in cui spiegavano le ragioni della loro protesta o per aizzare la folla con cori denigratori. Prima fuori dalla procura di piazza Dante, punto di ritrovo dell’evento, con urla contro i magistrati che indagano per stabilire eventuali responsabilità nella gestione della pandemia, e poi in piazza Matteotti, dove ha sede il Comune, con insulti al sindaco Giorgio Gori e inviti a scendere da suo ufficio al primo piano, prima che qualcuno dei partecipanti chiudesse il portone.

Le indagini ora proseguono per individuare gli altri presenti (quasi nessuno indossava la mascherina) oltre che per stabilire con esattezza cosa abbiano fatto i primi quattro rintracciati e di conseguenza procedere alle denunce per le violazioni commesse. Di sicuro verranno segnalati per la partecipazione a una manifestazione non autorizzata e riceveranno un verbale con la sanzione in relazione al Dpcm del marzo 2020, ancora in vigore, che vieta assembramenti come quelli visti sabato.

Immagini che hanno colpito al cuore Bergamo e i bergamaschi, con le ferite ancora aperte per i tanti morti e ricoverati a causa del Covid. E sabato prossimo (31 luglio) l’appuntamento potrebbe essere replicato. In altre città italiane, dove è andata in scena la stessa protesta, si vocifera già di una replica, e non si esclude che possa ripetersi anche nella nostra città.

Difficile prevederlo con certezza perchè gli organizzatori non sono ancora stati trovati. Al momento pare non siano riconducibili a movimenti politici (anche se fuori dalla Procura si sono visti simboli nazisti su alcuni striscioni) o ad associazioni. Questo “movimento” inoltre, non solo non chiede permessi alla Questura come da prassi, ma non si basa nemmeno sui soliti – e tracciabili – canali social per organizzare gli eventi.

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