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Il 28 giugno 2020

“Un anno fa Mattarella aveva promesso la verità ai bergamaschi, a che punto siamo?”

Pier Paolo Lunelli, ex generale dell'Esercito, ha scritto una lettera su quelle parole del Presidente della Repubblica chiedendo che venga mantenuta la promessa

Pier Paolo Lunelli, ex generale dell’Esercito, già responssbile della Scuola interforze per la Difesa Nbc, la struttura che forma il personale militare e quello ministeriale al contrasto delle minacce di tipo biologico, chimico e radiologico e autore di diversi di protocolli pandemici per vari Stati Europei, ha scritto una lettera che riguarda la situazione vissuta nella nostra provincia a causa del Covid e la promessa di verità del Presidente Mattarella un anno fa in occasione della sua visita a Bergamo.

I dati delle anagrafi comunali, secondo l’Istituto nazionale di statistica, hanno segnalato nel periodo marzo-dicembre 2020 108mila decessi in più rispetto alla media dei 5 anni precedenti. Sono numeri che segnano un cambiamento impressionante rispetto al passato: il 21% morti in più in 10 mesi, oltre 10mila morti in più ogni mese, circa 340 morti in più al giorno.

È stata una terza guerra mondiale, sempre secondo l’Istat e i precedenti si perdono nella notte dei tempi: casi comparabili sono l’imperversare del “colera asiatico” nel 1867, con 137 mila morti in più rispetto al 1866, le devastanti conseguenze del primo anno di conflitto nel 1915 con 171mila morti, fino alla pandemia “spagnola” che ha causato circa 334 mila morti tra il 1918 e il 1919. Viene da chiedersi, secondo l’Istat, “se questo eccesso di mortalità sia assimilabile ai caduti di una nuova guerra, certo non convenzionale ma non per questo meno cruenta”.

Una sorta di Terza Guerra Mondiale, ben più “mondiale” delle due precedenti, combattuta contro un nemico invisibile, che fa numerose vittime tra le persone e che, pur senza seminare distruzione, alimenta paura, insicurezza e genera gravi limitazioni alla nostra vita.» La provincia di Bergamo, soltanto nel periodo marzo-maggio 2020, ha subito circa 6200 morti in più rispetto alla media degli anni precedenti. Una vera e propria strage.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie riteneva che la scorsa estate fosse stato il miglior momento per condurre l’analisi dettagliata di ciò che aveva e non aveva funzionato, allo scopo di ricavare lezioni per evitare che ciò possa accadere in futuro. Molti Paesi europei hanno già provveduto e pubblicato le loro risultanze.

Il Presidente della Repubblica lo aveva persino suggerito e promesso ai bergamaschi lo scorso 28 giugno qui a Bergamo. Ecco alcuni suoi passaggi testuali «Oggi ci ritroviamo per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più. […] Ricordare significa assumere la consapevolezza di quello che è accaduto. […] Ricordare significa riflettere seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere. […] Significa anche rammentare il valore di quanto di positivo si e manifestato.»

Non occorreva nemmeno scervellarsi, sia l’OMS sia il centro europeo per il controllo delle malattie avevano elaborato procedure semplici e chiare da seguire passo passo per svolgere un’autovalutazione di ciò che è successo e perché.

Dobbiamo purtroppo constatare che dopo 18 mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza e un anno dal discorso del Presidente Mattarella nessuna analisi di questo tipo è stata condotta. Questo accresce il legittimo sospetto che si vogliano celare al pubblico carenze e gravi responsabilità, spacciate da alcuni politici per “alcuni piccoli errori o sbavature.”

A questo si aggiunge la farsa della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2, che sembrerebbe limitarsi alle sole responsabilità della Cina e dell’OMS. Agli occhi di coloro che hanno perso i loro cari, questo appare un ulteriore esempio di disinformazione istituzionale per spostare l’attenzione su altri temi. Sorveglieremo attentamente per evitare che questo accada.

Ci uniamo all’appello diretto al nostro Presidente della Repubblica, affinché intervenga per esaudire ad una promessa fatta qui a Bergamo più di un anno fa: la verità su quanto è accaduto.

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