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Tokyo 2020

Scherma, tiro a volo, nuoto: l’Italia muove il medagliere e conquista tre argenti

Gioie e delusioni per gli azzurri impegnati nell'olimpiade nipponica

Il dolore è una delle componenti principali del mondo dello sport. Evitarlo a volte è praticamente impossibile, domarlo è il trucco per raggiungere traguardi importanti.

Se ne sono resi conto Daniele Garozzo, Diana Bacosi e i ragazzi della staffetta 4×100 metri stile libero che si sono messi in luce durante la terza giornata delle Olimpiadi Estive conquistando la medaglia d’argento rispettivamente nella scherma, nel tiro a volo e nel nuoto.

Chi è apparso più provato dalle elevate temperature e dai problemi fisici è stato sicuramente lo schermitore siciliano che ha provato a confermarsi campione nel fioretto maschile.

Già a segno a Rio de Janeiro 2016, il 29enne cresciuto ad Acireale ha provato a ripetersi anche sulla pedana di Tokyo aggiudicandosi l’argento e restituendo in parte il sorriso alla scherma azzurra.

Chiamato a tener alto i colori del tricolore dopo l’uscita agli ottavi di Alessio Foconi e Andrea Cassarà, il finanziere catanese ha saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo superando anche i problemi alla gamba sinistra.

Dopo aver rischiato la beffa con il giapponese Kyosuke Matsuyama, il portacolori delle Fiamme Gialle ha dovuto far i conti con il numero quattro del tabellone Enzo Lefort, fra i principali favoriti per il successo finale.

Nonostante i crampi, il pluricampione del mondo è apparso più scaltro del giovane francese che si è dovuto arrendere per 15-10 al termine di un incontro caratterizzato dalle numerose infrazioni commesse dal transalpino.

Un passaggio importante per Garozzo che ha compreso la fiducia nei propri mezzi gestendo così senza grossi patemi una semifinale equilibrata con il padrone di casa Takahiro Shikine, decisa nel secondo parziale con un punteggio di 15-9.

L’esperienza raccolta in Brasile non è bastata a Garozzo per superare in finale il rappresentante di Hong Kong Cheung Ka Long che si è imposto per 15-11 al termine di un assalto particolarmente serrato.

La fatica e le problematiche fisiche hanno infatti nuovamente capolino al termine dei primi minuti di gara, fattori che hanno impedito allo schermitore di stanza a Frascati di rimontare l’asiatico, vera e propria sorpresa del tabellone.

Un solo piattello ha invece separato Diana Bacosi dalla possibilità di riacciuffare il primo gradino del podio nello skeet dopo l’epica doppietta ottenuta cinque anni fa in terra carioca.

Giunta alla sfida decisiva dello skeet con il secondo miglior punteggio, la 38enne di Cetona si è dovuta arrendere soltanto all’americana Amber English che ha messo a segno cinquantasei colpi sui sessanta previsti.

Apparsa particolarmente concentrata sul proprio obiettivo e lontana dalle influenze provenienti dall’esterno, la senese ha avuto modo di sfruttare la debacle della detentrice del record del mondo Meng Wei (fermatasi al terzo posto), tentando di completare la rimonta durante il duello conclusivo.

Gli errori commessi nelle fasi precedenti non hanno permesso a Bacosi di portar a casa il bottino massimo, ma non di festeggiare con l’amica Chiara Cainero un risultato eccezionale: “È una gioia immensa. Essere di nuovo qui con una medaglia al collo dopo cinque anni è incredibile, soprattutto se penso a tutto quello che abbiamo passato negli ultimi diciassette mesi a causa del Covid – ha dichiarato la tiratrice toscana nel dopo-gara -. Non voglio essere banale e scontata, ma dedico questo argento a tutto il popolo italiano con tutto il mio cuore, sperando che possa dare a tutti la carica giusta per affrontare le difficoltà che ancora ci aspettano”.

Una medaglia d’argento ha invece riscritto la storia del nuoto tricolore, una piazza d’onore che è arrivata dalla staffetta 4×100 metri maschile e che ha consegnato al movimento azzurro un epilogo difficilmente pronosticabile alla vigilia.

Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo hanno infatti saputo a lungo tener testa agli Stati Uniti migliorando il record nazionale firmato il giorno precedente e conducendo la velocità italiana sul podio olimpico.

Chiamati a difendersi nel finale dai tentativi di rimonta di Australia e Canada, il quartetto guidato da Cesare Butini ha fermato il cronometro in 3’10”11 migliorando così di diciannove centesimi il tempo firmato in batteria.

“Non ho parole; abbiamo scritto una pagina bellissima dello sport italiano – ha sottolineato Zazzeri al termine della competizione -. Eravamo convinti prima della gara di poter far bene, ma addirittura un argento mi sembra impossibile. L’ho sempre sognato da bambino, stringere questa medaglia è qualcosa di unico. E’ un sogno che diventa realtà”.

Gioia incontenibile infine anche per Niccolò Martinenghi che si è aggiudicato il bronzo nei 100 metri rana riportando il Bel Paese sul podio di questa disciplina ventuno anni dopo i trionfi di Domenico Fioravanti.

Reduce dal primato italiano firmato in batteria, il 22enne varesino ha dimostrato tutto il proprio talento nella piscina nipponica conducendo una prova senza sbavature che lo ha condotto a toccare la piastra in 58”33 alle spalle soltanto del britannico Adam Peaty e dell’olandese Arno Kamminga.

“Da sempre, in ogni allenamento, sognavo quei quindici metri finali. È una cascata di emozioni che mi sono tenuto dentro per tanto tempo e che oggi mi è caduta addosso – ha commentato a caldo il nuotatore lombardo -. È la mia consacrazione nel mondo internazionale. Avevo la nomea della promessa, ma oggi mi sono tolto questo peso e sono diventato realtà. Un’emozione unica. Sul podio raramente ho aperto gli occhi, mi sono venuti in mente un miliardo di pensieri”.

Al termine della terza giornata di gare l’Italia si attesta al nono posto del medagliere con nove medaglie (un oro, quattro argenti e quattro bronzi), un bottino che gli azzurri proveranno a incrementare ulteriormente partendo dalle attese finali del canottaggio.

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