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Il ricordo

Davide Calvi, uno di noi fotogallery

Giambattista Gherardi, al fianco di Davide Calvi in Comune per vari decenni, traccia un ricordo dell'ex sindaco di Moio de' Calvi.

Era una calda estate di non meno di trent’anni fa. In un pomeriggio d’agosto venne convocato un incontro a Bergamo con Poste Italiane per presentare il piano di ristrutturazione degli uffici postali montani. Davide mi chiamò e mi chiese di partecipare con lui. Disse semplicemente “Non possiamo mancare”. In sala c’erano poche persone e quelle poche assai distratte, sfinite dal caldo e da una relazione in politichese non certo appassionante. Davide chiese la parola dopo il relatore, si alzò in piedi e si presentò come sindaco di Moio, iniziando letteralmente ad urlare per rivendicare il diritto ai servizi della gente di Moio. A tutti parve un intervento un poco smodato e sopra le righe, quasi fuori luogo per il “quieto vivere” di quello e di mille altri incontri di routine.
Al ritorno, in auto, mi spiegò: “Devono ricordarselo il nome di Moio e l’intervento del suo sindaco: quando scorreranno la lista degli uffici da chiudere e arriveranno al nostro paese, andranno oltre, solo per il fatto di non dover riascoltare le mie urla”.
In quell’episodio, ma se ne potrebbero citare migliaia, c’è l’essenza di una vita spesa gratuitamente per la propria comunità, per i suoi diritti e i suoi orizzonti, per la sua stessa esistenza e per il suo futuro. Davide ha fatto del Municipio di Moio la sua prima casa, sacrificando tempo e affetti per più di mezzo secolo. Tutti noi dobbiamo per questo un grazie infinito a Gabriella, Roberto, Simona e al nipote Filippo.
A ricordarci Davide, ora e per sempre, non ci sono solo un’infinità di opere materiali, ma il senso di una vicinanza umana ineguagliabile. Nessuno credo possa negare di aver avuto con lui qualche scambio di vedute a dir poco deciso, di averci discusso in maniera plateale. Ma altrettanto nessuno (e sottolineo, nessuno) può negare di aver ricevuto un’attenzione concreta, un consiglio, uno slancio generoso, una bevuta al bar o addirittura una cena.
Moio era per Davide un valore assoluto e non negoziabile, così come la profondità di una divergenza mai intaccava la lealtà del rapporto umano. Potremo mai dimenticare quando caricò sul pullman la gente di Moio per raggiungere Gemona ed abbracciare i terremotati del Friuli? O quando radunava i bambini del paese ed andava con loro, casa per casa, a portare un pacco dono agli anziani?
L’elenco sarebbe infinito e non potrebbe non contemplare la bellissima intuizione delle Mele Val Brembana, le battaglie con il Consorzio BIM per i fondi e quelle per veder riconosciuti a Moio milioni di arretrati IMU, la difesa dell’ufficio postale, il bar ristorante in municipio, l’ambulatorio medico, il negozio e la cabina del telefono. Ogni e qualsiasi cosa era una battaglia da vincere, si trattasse della Tombola gigante, della taragna in Piazza, del pullman per gli studenti, delle autorimesse nelle frazioni, del restauro della chiesa parrocchiale, del suo campanile e del suo organo. E non possiamo dimenticare i pranzi con gli anziani, le feste della donna e quelle di Santa Lucia, le giornate in Torcola, le gare di trial, i concerti di alto livello e mille altre iniziative che hanno fatto di Moio, come diceva lui, “la Sanremo della Val Brembana”. Per non parlare della questua sul sagrato la sera della processione della Madonna, le infinite partite a cotecc, scopa e briscola chiamata, le gare di pesca al Bernigolo, la collaborazione con Alpini e Cacciatori, il Trofeo Nikolajewka, il recupero dell’Asilo, la Biblioteca ed il Centro Sportivo Comunale. Per la “Festa del Fanciullo” in estate arrivava con la macchina carica di giocattoli, distribuendoli a piene mani Raccontava di improbabili donazioni, ma siamo certi che tanto, tantissimo arrivava grazie al suo portafogli. Scendeva in campo da allenatore/presidente anche con i ragazzi del calcio, portando Moio a vincere tornei estivi memorabili. Mai è mancato l’appoggio suo e del Comune di Moio alle scuole, al Centro Don Palla, alle associazioni della Valle. Mai il titolo di Cavaliere fu più meritato.
Qualora vi chiedessero se il “de’ Calvi” che completa il nome di Moio fosse una dedica in suo onore, confermate con orgoglio. Davide resterà per sempre uno di noi.
Perché, come avrebbe sicuramente detto lui, “i bale i vansa töte”.

In memoria di Davide Calvi (1939-2021)

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