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Bergamo segreta

Un passaggio per Garibaldi: Porta San Lorenzo e l’ingresso in città dell’Eroe dei due mondi

Nonostante il suo aspetto apparentemente dismesso, essa ha rappresentato per secoli un crocevia per i collegamenti fra Bergamo e la Val Brembana

Bergamo. Porta San Lorenzo è probabilmente il meno conosciuto dei quattro accessi a Città Alta. Nonostante il suo aspetto apparentemente dismesso, essa ha rappresentato per secoli un crocevia per i collegamenti fra Bergamo e la Val Brembana.

Costruita sulle ceneri della Chiesa di San Lorenzo (distrutta dai Veneziani durante la realizzazione delle Mura) fra il 1562 e il 1563, essa ha vissuto un’origine tormentata a causa della sua infelice collocazione.

Come ancora oggi è possibile osservare, l’opera sarebbe stata inizialmente posta all’altezza dell’attuale viadotto, rendendola però difficilmente difendibile in caso di attacco nemico e soggetta a continue inondazioni dovute alla vicina sorgente.

Porta San Lorenzo

Benchè si trattasse un punto di passaggio obbligatorio per chi volesse percorrere la via Priula, queste motivazioni spinsero il governo della Serenissima a chiudere il passaggio a partire dal 1605.

Soltanto le insistenti richieste degli abitanti della zona portarono alla realizzazione dell’attuale porta la quale venne riaperta a un livello superiore soltanto nel 1627.

Costruito in pietra arenaria e collegato al retrostante corpo di guardia grazie a un portico e due campare, il fabbricato presenta sulla propria facciata due cartigli.

Il primo, dedicato a Giovanni Antonio Zen, ricorda l’atto di coraggio del capitano rettore veneziano che, a differenza dei suoi colleghi, decise di non abbandonare la città durante la peste del 1630 e di assumerne le redini.

Il secondo, posizionato nel 1907, è legato a Giuseppe Garibaldi e al suo ingresso nel capoluogo avvenuto l’8 giugno 1859 in seguito alla liberazione di quest’ultimo durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.

Porta San Lorenzo

Come raccontato dallo storico Giuseppe Locatelli Milesi, il condottiero nizzardo sarebbe giunto nei pressi del varco attorno alle sette del mattino accolto dal funzionario del dazio e dalle guardie le quali presentarono subito le armi e lasciarono strada libera a Garibaldi e ai suoi Cacciatori delle Alpi.

Questo fatto ha lasciato un segno indelebile nella storia di Bergamo e dei suoi abitanti tant’è che negli anni successivo tale ingresso è stato soprannominato “Porta Garibaldi”.

Un’ultima differenza rende unico questo luogo: Porta San Lorenzo infatti non presenta il tradizionale bassorilievo raffigurante il Leone di San Marco, ma un affresco eseguito nel 1915 da Francesco Domenghini.

Lo scorrere inesorabile del tempo e la continua esposizione alle intemperie ha progressivamente cancellato il dipinto, lasciando così la fortificazione orfana del simbolo di Venezia.

Fonti

AA.VV.; Le mura di Bergamo; Bergamo; Azienda Autonoma di Turismo; 1979

Luca Stefano Cristini; Le mura di Bergamo e la guarnigione veneta fra ‘500 e ‘600; Soldiershop publishing; 2012

Claudio Piga; Luci e scorci di Bergamo alta; Bergamo; Il mercantico di Bergamo; 1998

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