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Gli addii

Da Kurtic e Petagna, da Masiello a Gollini: quando salutare significa crescere un po’

Negli ultimi anni abbiamo assistito a cessioni dolorose dettate dalla necessità di fare uno step in avanti. Come avvenuto ora con Musso-Gollini

Salutarsi non è mai bello, ma nel calcio, a volte, è inevitabile se vuoi crescere. Sta succedendo anche all’Atalanta, che negli ultimi anni ha dovuto separarsi da alcuni elementi che hanno contribuito pesantemente alla sua crescita esponenziale.

È successo con Jasmin Kurtic nel gennaio del 2018: dopo tre anni più che positivi dello sloveno in nerazzurro per lui non c’era più spazio nell’undici titolare, così è arrivata la cessione alla Spal.

Sei mesi dopo stessa storia, stessi club: Andrea Petagna, uno dei simboli della prima grande Atalanta di Gasperini (indimenticabili le sue gag social col Papu Gomez), si è trasferito a Ferrara dopo aver capito che a Bergamo difficilmente avrebbe giocato con l’arrivo di Duvan Zapata, il bomber scelto dalla Dea per fare il salto di qualità.

Situazione identica l’ha vissuta anche Andrea Masiello che nel gennaio del 2020 ha dovuto prendere la decisione più dolorosa della sua carriera: dire addio ai nerazzurri. Masiello è così finito al Genoa dopo nove anni e mezzo sotto le Mura venete, andandosene con le lacrime agli occhi. D’altronde l’Atalanta era cresciuta parecchio e in difesa Toloi, Palomino, Djimsiti e il rientrante Caldara erano intoccabili nelle gerarchie.

Detto poi che il Papu Gomez ha fatto le valigie per motivi non proprio legati a una vera e propria questione di gerarchie, va evidenziato che anche in questo caso sullo sfondo c’era una scelta tecnica di Gasperini che, avendo una rosa di assoluto valore (leggasi Malinovskyi, Pessina e Miranchuk in panchina…), ha potuto lasciar partire il suo capitano senza smettere di dormire la notte.

Ora ci risiamo, con Pierluigi Gollini che saluta Bergamo e si trasferisce al Tottenham. Un salto in avanti per il portierone bolognese? Sì e no, perché Gollini probabilmente sarebbe rimasto in nerazzurro più che volentieri ma qualcuno dall’alto ha deciso che era arrivato il momento di raggiungere lo step successivo anche tra i pali, puntando su Musso.

È l’altra faccia della medaglia quando cresci, quando diventi più grande.

Ora il prossimo ad andarsene sarà Josip Ilicic?

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