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Concerto e intervista

Roby Facchinetti sul palco della sua Bergamo: “Per lei e per Stefano Rinascerò rinascerai” video

L'emozione tangibile al Lazzaretto, per la prima volta nella sua città, dopo il periodo più difficile. E il desiderio di portare "Parsifal" al Donizetti

Bergamo. “Non sarà un semplice concerto, ma qualcosa di molto di più”. Così ha detto Roby Facchinetti, poco prima di salire sul palco del Lazzaretto di Bergamo, nella serata di mercoledì 21 luglio.

Il fatto che non sarebbe stato il solito concerto era già nell’aria da tempo. Dopo i momenti di dolore vissuti dai bergamaschi, Roby Facchinetti torna per la prima volta nella sua città. Il sold-out non poteva che essere assicurato.

La voglia di tornare sul palco, l’amore per Bergamo e per le vita, la voglia di stare assieme. Tutto questo è emerso in quasi due ore di concerto, in cui è stato praticamente impossibile non cantare insieme a Roby. Tra i grandi successi dei Pooh, come la poesia “Uomini soli”, e i nuovi successi, come “Rinascerò, rinascerai”, il sui testo è stato scritto dallo storico batterista dei Pooh Stefano D’Orazio, recentemente scomparso, a “L’ultima Parola”, dedicata a Valerio Negrini, autore della maggior parte dei testi della band, a “Cosa lascio di me”, firmato da Roby Facchinetti e Maria Francesca Polli, già autrice di Mina.

Nessuno fermerà mai la musica, una risposta e una certezza di fatto che non cambierà mai. La serata al Lazzaretto lo ha confermato

Negli occhi e nella voce di Roby Facchinetti abbiamo percepito la speranza e la voglia di vivere, anche quella di portare “Parsifal” al nuovo Teatro Donizetti, con tanto di orchestra sinfonica sul palco.

L’abbiamo intervistato poco prima del concerto.

 

roby facchinetti lazzaretto (Foto Manuela Liotto per Shining Production)

 

Sul palco del Lazzaretto, per la prima volta nella sua città dopo il periodo più difficile. Qual è la sua emozione?

Ritornare a Bergamo, nella mia città, per me è sempre stato qualcosa di particolare. Ma questo al Lazzaretto non è il solito concerto. Sono cambiate e accadute tantissime cose. A dicembre 2019 ho fatto il mio ultimo concerto al teatro PalaCreberg, eravamo completamente inconsapevoli di quello che da lì a poco tempo sarebbe accaduto.

“La musica è vita” è il titolo della sua tournée. La musica dal vivo è per lei una emozione indispensabile…

Il desiderio di salire sul palco è enorme, ancora di più se penso a quello che abbiamo vissuto. Sarà una emozione straordinaria. Anche nuova. Non parlo solo per me stesso, ma anche per tutti i lavoratori dello spettacolo. Ho deciso di tornare in tournée soprattutto per loro.

Sul palco del Lazzaretto ascolteremo anche “Rinascerò, rinascerai”, la canzone per Bergamo.

Nel momento più doloroso, quando abbiamo visto i carri dell’esercito portare via la nostra gente, è nata una musica che mandai immediatamente a Stefano e dopo pochissime ore lui ha scritto il testo, una poesia che mi ha letto al telefono. Ho dedicato “Rinascerò, rinascerai” alla mia città che il quel momento era in ginocchio. Abbiamo realizzato la canzone in cinque giorni, stando ognuno a casa propria perché non potevamo fare diversamente. Lo abbiamo messo in rete ed è arrivato in tutto il mondo. Fare quel brano stasera sarà una grande emozione, se penso a come è nato, che sono nella mia città per la prima volta dopo tutto quello che è accaduto. Stasera canterò anche “L’ultima parola”, una delle ultime canzoni scritte da Stefano D’Orazio pensando a Valerio Negrini. Ora entrambi non sono più con noi: sul palco del Lazzaretto canterò per entrambi.

Il testo “Rinascerò, rinascerai” è anche uno degli ultimi lavori di Stefano D’Orazio, suo compagno di arte e grande amico.

Io non mi sono ancora abituato al fatto che lui non ci sia più, nemmeno al pensiero. Stefano è stato il compagno di un viaggio straordinario, quello fatto con i Pooh. Anche dopo il 30 dicembre 2016, quando i Pooh scesero dal palco per l’ultima volta, io e Stefano abbiamo continuato a lavorare insieme. Nell’ultimo anno in particolare Stefano ha avuto una fantasia che non aveva mai avuto prima. È stato forte, completo, creativo. Abbiamo poi realizzato un’opera, completando il nostro “Parsifal”. Il prossimo anno lo porterò sul palco: è una promessa che ho fatto a Stefano. È per me un impegno morale.

Lei c’è sempre stato per Bergamo e viceversa. Il fatto che questo concerto è sold-out da tempo è una prova.

Questo mi fa molto piacere, credo che dimostri il fatto che la gente ha voglia di musica dal vivo, in certi casi la migliore medicina. La musica ha avuto un ruolo straordinario per tutto il periodo di dolore e continua ad averlo. Ora c’è una gran voglia di andare avanti, sena dimenticare quello che è successo. Abbiamo bisogno di riprenderci in mano le nostre vite. Noi bergamaschi abbiamo avuto un triste primato, adesso vogliamo essere i primi a rinascere.

Uno dei suoi ultimi inediti è “Cosa lascio di me”. Consideri “Parsifal” è ciò che i Pooh lasciano di loro? Una sorta di testamento musicale?

Si. Io e Stefano abbiamo sentito il bisogno di completare quest’opera. Ho coinvolto Stefano che ha subito abbracciato questa idea: abbiamo lavorato per tre anni. Parsifal è una storia imponente, straordinaria. L’abbiamo un poco modificato e reso attuale, rendendo Parsifal una storia senza tempo.

Non sarebbe bello eseguire il nuovo “Parsifal” nel Teatro Donizetti di Bergamo fresco di restauro?

Certo, ci terrei moltissimo che venisse rappresentato anche nella mia città. Soprattutto ora che il Teatro Donizetti è tornato al suo antico splendore.

 

roby facchinetti lazzaretto (Foto Manuela Liotto per Shining Production)
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