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L’esperienza del Centro di Cardiochirurgia Robotica sul giornale italiano di cardiologia

Il lavoro, unico in Italia, descrive l’avvio del programma di cardiochirurgia robotica e illustra tutti gli step da seguire dal punto di vista clinico e professionale, prendendo in esame le tecniche di riparazione della valvola mitrale impiegate nei primi 30 pazienti curati in Humanitas Gavazzeni

Sono passati due anni da quando Humanitas Gavazzeni ha avviato al suo interno il Centro di cardiochirurgia robotica, parte del Dipartimento Cardiovascolare dell’ospedale, unico caso italiano con i 20 Centri europei (dal Belgio all’Inghilterra, dai Paesi Bassi alla Francia) in cui è attivo un programma di cardio-robotica al fianco della cardiochirurgia tradizionale, della cardiochirurgia mininvasiva e cardiologia interventistica.

Ad oggi sono stati eseguiti 60 interventi di cardiochirurgia mitralica robotica, tecnica all’avanguardia per il trattamento dell’insufficienza mitralica, con tutti i vantaggi per il paziente dati dalla mininvasività robotica: riduzione del trauma, minore sanguinamento, rapido ritorno a una vita normale senza necessità di riabilitazione.

Il percorso del team del Dipartimento Cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni per arrivare a consolidare il Centro di cardiochirurgia robotica è ora racchiuso in una Review pubblicata sul Giornale Italiano di Cardiologia (organo Ufficiale della Federazione Italiana di Cardiologia e della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca) dal titolo “Verso l’era della chirurgia computer-assistita: come iniziare un programma di chirurgia robotica della valvola mitrale”, disponibile anche online sul sito della rivista scientifica.

L’esperienza del Centro di Cardiochirurgia Robotica sul giornale italiano di cardiologia

Il lavoro, unico in Italia, descrive l’avvio del programma di cardiochirurgia robotica e illustra tutti gli step da seguire, non solo dal punto di vista clinico, prendendo in esame le tecniche di riparazione mitrale impiegate nei primi 30 pazienti curati in Humanitas Gavazzeni.

Lo studio riporta le problematiche delle valvulopatie mitraliche in genere, riassume le esperienze degli altri centri internazionali, analizza le caratteristiche dei pazienti operabili e descrive i requisiti che deve avere l’équipe dedicata. Al centro infatti c’è la forza della squadra che rende possibile la cardiorobotica: cardiochirurghi, anestesisti, perfusionisti, infermieri, strumentisti e operatori socio sanitari, formati ad hoc con un training internazionale, ispirato a quello dei piloti dell’aviazione, e che hanno partecipato alla stesura del testo.
Nello studio si analizzano i potenziali benefici per il paziente e i vantaggi per il chirurgo.

“Abbiamo voluto condividere con la comunità scientifica questo programma perché siamo il Centro italiano che ha eseguito più interventi robotici sulla valvulopatia mitralica – afferma Alfonso Agnino, responsabile della Cardiorobotica e Chirurgia mininvasiva di Humanitas Gavazzeni – Crediamo in questa modalità di approccio e proprio per questo abbiamo elaborato le linee guida su come allestire e organizzare un efficiente centro di chirurgia robotica per la valvulopatia mitralica. In questo senso lo scritto è propedeutico in quanto vengono opportunamente riportati training, multidisciplinarietà e sviluppo delle competenze”.

L’esperienza del Centro di Cardiochirurgia Robotica sul giornale italiano di cardiologia

L’esperienza del telementoring

Sempre in termini di formazione, a maggio in Humanitas Gavazzeni, è stato effettuato il primo intervento europeo di telementoring in cardiochirurgia robotica. L’équipe del dottor Alfonso Agnino, ha infatti eseguito un intervento di riparazione della valvola mitrale con un innovativo sistema di telecamere collegate alla consolle del robot che ha consentito la partecipazione in diretta degli specialisti del cuore dell’Università di Rennes e una nuova modalità di controllo del campo operatorio.

Il telementoring garantisce ottimi livelli di interazione, formazione e abilitazione delle competenze riducendo le sedute di formazione in presenza e mettendo in rete i professionisti al di là dei confini. In futuro, questa tecnologia potrebbe aprire le porte alla cooperazione da remoto di specialisti internazionali per i casi più complessi, massimizzando le esperienze dei Centri più all’avanguardia per la formazione di nuovi esperti.

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