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Inchiesta promoberg

Rodeschini: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, ma nessuno mi ripagherà questi anni difficili”

Dopo il proscioglimento dalle accuse parla l’ex presidente dell’Ente Fiera

Ha 79 anni, una carriera ai vertici nel mondo del commercio e delle istituzioni pubbliche bergamasche, ma gli ultimi 24 mesi li ha vissuti sospesi per l’inchiesta su Promoberg che lo vedeva indagato per favoreggiamento.
Ivan Rodeschini è stato prosciolto per “Infondatezza della notizia di reato” dalla Procura della Repubblica. Assistito dall’avvocato Tomaso Cortesi, ha chiarito la sua posizione e questo ha portato il magistrato a prendere la decisione.

Lunedì 19 luglio festeggerà i 50 anni di matrimonio con Mietta Denti Rodeschini e ammette: “Questa notizia è il più bel regalo”.

Per Rodeschini che è stato presidente dell’Automobile Club Bergamo, presidente e consigliere delegato della “Figli di Pietro Rodeschini Spa”, è stato socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo “Banca Pmi”, presidente della Commissione di controllo dell’andamento dei prezzi dell’Ascom e presidente de “La Rassegna” società editrice, fino a ricoprire la carica di presidente di Promoberg Ente Fiera di Bergamo dal 1987 al 2019, finire in un’inchiesta deve essere stato pesantissimo. E infatti, lo ammette. Nella bufera è stato un alpino che non tentenna.

Presidente Rodeschini, che ricordo ha di quel giorno quando partì l’inchiesta e scoprì di essere nel registro degli indagati?

Un ricordo molto spiacevole e fastidioso di grande incredulità.

Che cosa pensò di fronte a quell’accusa?

Come ho detto, di incredulità ma anche di molta rabbia.

Lei è un’istituzione nel mondo del commercio, ha rivestito la massima carica in Ascom, si è prodigato per lo sviluppo della Fiera di Bergamo, la sua realizzazione e il suo buon funzionamento. Di fronte all’accusa di quegli illeciti rimborsi si è sentito messo alla berlina? Anche da parte della stampa?

In un certo senso mi sono sentito “messo all’indice”. Devo dire però che la stampa si è limitata a dare la notizia.

Ha mai incontrato i dipendenti della Promoberg dopo quei fatti spiegando la sua estraneità?

Sì, il lunedì successivo per salutare tutto il personale e sostenerlo: in quell’occasione ho sentito il loro imbarazzo. Il mio rammarico è che non si siano mai rivolti a me e che nessuno mi abbia mai riferito nulla.

L’avviso di garanzia permette a chi è indagato di chiarire la propria posizione. Che cosa ha riferito al magistrato per dimostrare la sua innocenza?

Non sono mai stato convocato dal Magistrato.

Si parla molto di riforma della Giustizia. Lei che ha provato e pagato sulla sua pelle questa esperienza, che cosa consiglierebbe?

Non ho conoscenze sufficienti per dare consigli in questo campo. Certo, per me, sono stati due anni piuttosto “pesanti”.

Ha mai temuto che la Giustizia non facesse chiarezza?

No, ho sempre avuto fiducia nella Giustizia, fiducia dettatami dal sapere che la mia coscienza era pulita.

Come ha reagito all’ infondatezza di questo reato nei suoi confronti?

Con grande dispiacere per aver vissuto e operato sempre onestamente e vedere la mia reputazione messa in discussione.

Che cosa le lascia questa esperienza?

La certezza che per me la Giustizia ha funzionato: certo nessuno potrà ripagarmi delle preoccupazioni di questi due anni! Ringrazio la mia famiglia e il mio avvocato per avermi sostenuto.

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