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Gli scenari

La Fiera riparte e pensa già al futuro: dal raddoppio dello spazio espositivo a possibili alleanze

Dal 3 al 5 settembre la Fiera di Sant'Alessandro in presenza segna il passaggio dall'emergenza sanitaria al ritorno agli eventi: ma nei piani societari c'è una netta trasformazione che possa proiettarla in una dimensione internazionale.

L’occasione è stata l’annuncio della ripartenza delle attività fieristiche in via Lunga, dove negli ultimi 17 mesi si sono alternati un ospedale da campo allestito in tempi record da alpini e artigiani bergamaschi per dare uno sfogo a un sistema sanitario vicino al collasso e l’hub vaccinale più grande della provincia.

Sulla Fiera di Sant’Alessandro, dal 3 al 5 settembre, i principali portatori di interesse che ruotano attorno alla struttura della fiera hanno espresso solo pareri favorevoli ed entusiastici: lo hanno fatto Camera di Commercio, con il presidente Carlo Mazzoleni, il Comune, con il sindaco Giorgio Gori, Promoberg, con il presidente Fabio Sannino, e Bergamo Fiera Nuova, con l’amministratore unico Giuseppe Epinati.

Ma in tutte le loro dichiarazioni, il martello è sempre finito a battere sullo stesso chiodo: una necessaria evoluzione che possa garantire un futuro ancor più roseo alla Fiera di Bergamo. 

Un processo che, a dire la verità, è già iniziato.

Lo dimostra il cambio di forma giuridica operato a giugno, col passaggio da “associazione” a società a responsabilità limitata: contestualmente sono stati deliberati importanti interventi di ammodernamento, quali l’automazione del parcheggio, la digitalizzazione del Centro Congressi e il rifacimento delle linee dati e della rete wi-fi.

In un sistema fieristico in forte trasformazione, con diverse fusioni e accordi di collaborazione tra realtà anche di grandi dimensioni, impone necessariamente un ragionamento rapido e deciso se si vuole continuare a essere qualitativamente competitivi a ogni livello.

Immaginare il futuro non è di certo semplice, ancor meno in un momento storico ancora condizionato dall’incertezza dovuta all’emergenza Covid: ma dopo la parentesi sanitaria, la Fiera ora ha l’immediato bisogno di mettere mano al proprio modo di essere.

La fortuna, come detto, è che il ragionamento non partirà da zero: “Come Camera di Commercio di poniamo in una posizione di facilitatore delle relazioni tra Bergamo Fiera Nuova e Promoberg – ha sottolineato il presidente Carlo Mazzoleni – Tramite il dialogo costruiremo il futuro della nostra struttura, perchè solo lavorando insieme potremo destreggiarci in uno scenario così complesso. Serve questo salto di qualità, ma non solo”.

Il riferimento, esplicito, è innanzitutto al progetto di crescita dimensionale che da tempo giace nel cassetto degli uffici di via Lunga e prevede il raddoppio degli spazi espositivi, considerato condizione necessaria per pensare di inserirsi in un circuito internazionale.

“Non possiamo di certo farlo con gli attuali 16mila metri quadrati – ha confermato Giuseppe Epinati, di Bergamo Fiera Nuova – Ma possiamo invece vantare una posizione strategica, a due passi dall’aeroporto di Orio al Serio, che deve essere la nostra porta di accesso al mondo”.

Un aspetto “logistico” di grande rilievo anche per il presidente di Promoberg Fabio Sannino: “La Fiera di Bergamo ha una collocazione geografica e territoriale particolarmente favorevole, che la mette in condizione di attrarre eventi ben oltre i confini regionali. Siamo al centro di un’area tra le più industrializzate e popolate d’Italia, prossimi al terzo scalo italiano per numero di passeggeri. Vogliamo cogliere ogni opportunità per amplificare la nostra sinergia col territorio ed essere il suo volano di sviluppo”.

L’obiettivo di una fiera a vocazione internazionale è la chiave di volta: già oggi Promoberg ha in portafoglio due fiere già qualificate come internazionali, AgriTravel e Slow Travel Expo – Fiera dei Territori e IVS Industrial Valve Summit, e dal 2022 si aggiungerà anche Creattiva Fiera delle Arti manuali. Sempre nel corso del prossimo anno, poi, sarà richiesta stessa qualifica anche per B2Cheese, fiera lattiero-casearia per operatori del settore.

“Abbiamo bisogno di una forte specializzazione, cavalcando il dna manifatturiero del territorio  – ha continuato Mazzoleni – Non possiamo forse aspirare ad avere lo stesso ruolo di fiere come Milano e Bologna, ma credo sia opportuno in questo momento avere una visione più ampia che vada a intercettare anche interessi al di fuori dei nostri confini”.

Ad aprire il capitolo alleanze era stato invece il sindaco Giorgio Gori: “Il settore fieristico è stato segnato da tante aggregazioni. Noi abbiamo mantenuto l’autonomia, ma ora secondo me bisogna anche guardare a quale direzione prendere per non ritrovarsi in futuro in una condizione di debolezza. Avere una fiera è importantissimo per il territorio: lavoreremo insieme per rafforzare la sua posizione”.

 

 

 

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