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Approvato dalla giunta

A Bergamo non potranno più essere affissi manifesti “volgari e sessisti”

"Al fine di impedire, tra le altre cose, comunicazioni lesive della dignità della donna, che contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o che incitino ad atti di violenza sulle donne"

Un importante documento è stato approvato nel corso della Giunta comunale di Bergamo di giovedì 15 luglio. Si tratta della modifica al regolamento ‘Regolamento di istituzione e applicazione del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria’.

“Abbiamo dato mandato all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) che da anni opera in Italia con lo scopo di affermare una comunicazione commerciale sempre più onesta, veritiera e corretta, di applicare un codice di autodisciplina della comunicazione commerciale al fine di impedire, tra le altre cose, comunicazioni lesive della dignità della donna, che contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o che incitino ad atti di violenza sulle donne”, ha dichiarato l’assessora alle pari opportunità ed educazione alla cittadinanza Marzia Marchesi.

Se, infatti, dei cittadini trovassero offensive o rispettose della dignità della persone delle affissioni pubblicitarie in città, dopo segnalazione al Comune e dopo verifica, il manifesto verrebbe inviato all’IAP per verificare se le immagini rappresentate sono lesive dei principi espressi del Codice. In caso affermativo, entro 48 ore, la pubblicità verrà rimossa.

“Con particolare riferimento ai principi in esso espressi in materia di dignità delle persone dagli art.9 (che impedisce il ricorso in pubblicità ad affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto o la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti) e art. 10 (secondo cui la pubblicità non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini e deve rispettare la dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere)”, recita il testo della libera riprendendo gli articoli del Codice.

L’obiettivo, però, è anche agire in maniera preventiva, impendendo da principio l’affissione di certi manifesti “volgari”. Perciò, come scritto nella delibera, verrà richiesto al concessionario incaricato dell’applicazione del Canone Unico Patrimoniale di osservare e a fare osservare ai committenti il Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale, con la speranza che, in modo volontario, il committente decida di cambiare la propria modalità comunicativa, senza fare ricorso ad immagini “indecenti”.

“Non si tratta di censura – chiarisce Marchesi – si tratta di un’importante e fondamentale linea morale, d’azione e politica dell’amministrazione che si batte per far sì che la comunicazione non veicoli mai, seppur anche implicitamente, messaggi di violenza di genere che passa spesso anche attraverso immagini sessiste con la rappresentazione di donne oggetto. Si tratta di un lavoro lungo che parte da un ordine del giorno approvato dal consiglio delle donne del 2012 in cui si chiedeva al Comune di adottare tutte le azioni per contrastare una comunicazione con messaggi sessisti e l’unico modo che il Comune ha di farlo è quello di cambiare il regolamento delle affissioni. Forse non sarà facile, ma è un passo importante. Ad esempio, si sta già effettuando un dialogo con i proprietari della manifestazione Bergamo Sex per rivedere i proprio manifesti”, ha concluso Marchesi.

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