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La ricerca

Usura, un terzo delle imprese bergamasche la teme: Bergamo punta a fare rete

È quanto emerso dalla ricerca "Crisi di liquidità, usura e infiltrazioni mafiose nel terziario bergamasco" promossa da Ascom Confcommercio Bergamo e commissionata all’agenzia Format Research nell’ambito dell’Osservatorio sulle imprese del terziario e presentata dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo

Per il 67,7% degli imprenditori di Bergamo, quando si resta vittima dell’usura bisognerebbe denunciare subito alle Forze dell’Ordine, alla Magistratura. Il dato preoccupante è il restante 32,3%: secondo il 17% risponde: “Non so, dipende dalle situazioni”, mentre l’altro 15,3% ammette candidamente che non saprebbe proprio che fare.

È quanto emerge dalla ricerca “Crisi di liquidità, usura e infiltrazioni mafiose nel terziario bergamasco” promossa da Ascom Confcommercio Bergamo e commissionata all’agenzia Format Research nell’ambito dell’Osservatorio sulle imprese del terziario e presentata dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo, e presentata mercoledì sera alla sede dell’associazione dei commercianti.

L’Osservatorio per la Legalità, costituito nel 2018, ha l’obiettivo di sostenere sia la lotta alla corruzione e alla criminalità, sia la diffusione della cultura della legalità attraverso un’attività conoscitiva, consultiva e di proposta in collaborazione con Prefettura, enti e istituzioni del territorio.

Se la criminalità e l’usura spaventano il terziario, dopo la nascita dell’Osservatorio per la Legalità, secondo Giorgio Gori, sindaco di Bergamo “si deve ragionare insieme per la costruzione di una rete tra istituzioni ed associazioni, unite a Caritas e Libera che già da anni operano su questo fronte, per contrastare questi fenomeni di usura. Ringrazio il presidente di Ascom Giovanni Zambonelli e il direttore Oscar Fusini che hanno su questo tema una sensibilità che più volte ho avuto modo di apprezzare. Oltre a promuovere questo studio mi auguro che Ascom promuova un servizio di ascolto per essere accanto gli esercenti potenzialmente in difficoltà, sappiate che il Comune di Bergamo è al vostro fianco su questa battaglia”.

“Quello dell’usura è un fenomeno pericoloso e strisciante anche nella nostra provincia – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confommercio Bergamo –. E il rischio è che il fenomeno possa esplodere dopo la moratoria dei prestiti alle imprese. Per questo, come associazione di categoria, siamo pronti a collaborare con il Comune, le autorità e gli enti preposti per tutelare i nostri associati”.

LA RICERCA

Secondo la ricerca, effettuata su un campione di 700 intervistati e presentata dal presidente Format Research, Pierluigi Ascani, circa sei operatori su dieci sono infatti preoccupati del fenomeno dell’usura in questo gravissimo momento di crisi economica: sono il 59,1% contro il 58,7% del dato nazionale. Il 16% è preoccupato per il fenomeno dell’usura nella zona dove opera con la sua impresa, (il 17,7% a livello nazionale).

Oltre il 70% delle imprese di Bergamo (esclusivamente gli esercizi del commercio al dettaglio non alimentare e i pubblici esercizi) ritengono che il fenomeno del “prestito ad usura» debba essere «molto o abbastanza temuto”. Il dato è leggermente superiore rispetto alla media Italia (68%) e addirittura un terzo delle imprese bergamasche lo reputa molto temuto (dato più alto di quello nazionale che si attesta al 31%).

Su quali siano le principali fonti di informazione sul fenomeno, gli imprenditori bergamaschi dichiarano percentuali più basse rispetto ai dati nazionali: stampa 6,4% contro il 7%, social 6,4% contro il 6,9% e racconto diretto 5,7% contro il 6,6%. Secondo il 67,7% circa degli imprenditori di Bergamo, quando si resta vittima dell’usura bisognerebbe denunciare subito alle Forze dell’Ordine, alla Magistratura. Il dato di Bergamo è superiore + 2,7% rispetto al dato nazionale.
Qui i dati della ricerca Criminalità ricerca Bergamo 2021

INFILTRAZIONI MAFIOSE NELL’ECONOMIA

Oltre il 64% delle imprese di Bergamo ritiene che il fenomeno della “malavita che cerca di impadronirsi delle aziende” debba essere “molto o abbastanza temuto”. Il dato è in linea con quello nazionale. Gli imprenditori leggono principalmente sulla stampa 7,7% (+1,2% rispetto al dato nazionale) dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese. Il 6,4% ne ha sentito parlare attraverso il passaparola, meno rispetto ad altre zone d’Italia.
A fronte di questa consapevolezza, però, solo l’11,3% degli imprenditori di Bergamo sono preoccupati dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese nella zona dove lavorano, o comunque nel proprio quartiere. Il reale pericolo percepito dalle imprese di Bergamo (57,6%) è inoltre più basso rispetto alla media nazionale 62%.
Secondo il 64,3% degli imprenditori bisogna denunciare subito alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura i tentativi della malavita di impadronirsi della propria impresa. Il dato è in linea con quello nazionale (63,0%) e con un 3,4% in meno rispetto alla risposta all’usura.

L’OSSERVATORIO PER LA LEGALITÀ

“La ricerca promossa e presentata ad Ascom – dichiara l’assessora Marzia Marchesi, presidente dell’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo – tra i tanti spunti di riflessione che offre, sottolinea proprio l’importanza di fare rete, di condividere informazioni e definire strategie comuni in grado di arginare un fenomeno, quello delle infiltrazioni mafiose, che sembra essere lontano da contesti produttivi come il nostro ma che invece, come ben sappiamo, è presente e spesso sottovalutato nella sua entità. Obiettivo del Comune è infatti quello di promuovere, con tutte le istituzioni coinvolte, uno sportello antiusura di contrasto ai fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata capace di rappresentare un punto di riferimento per chi intende intraprendere un percorso di emancipazione da questa drammatica situazione”.

IL TERZIARIO È OGGI PIÙ VULNERABILE

“La scarsa fiducia nella ripresa e il bisogno di liquidità rendono vulnerabile il nostro sistema come non lo è mai stato in precedenza – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confommercio Bergamo -. Non è un caso, infatti, che il sentimento e il sentore degli intervistati sia di forte preoccupazione ed è questo il momento di massima allerta perché nei prossimi mesi, con il termine delle moratorie nei pagamenti, la situazione potrebbe degenerare. Occorre, quindi, pensare ad azioni strutturali a sostegno delle imprese. Due sono gli elementi che ora allarmano e preoccupano le piccole e medie imprese: il deficit di aspettative, ossia c’è un calo di fiducia sul breve termine, e il fabbisogno finanziario. Secondo una recente analisi mediamente i commercianti si sono indebitati di altri 25mila euro per far fronte a questo periodo, il che vuol dire che anche con una ripresa peserà su di loro una rata di 350 euro al mese per i prossimi anni. Costi che si vanno ad aggiungere ad una situazione già difficile. Per questo occorre essere vicini alle imprese perché non cedano, in un momento di sconforto, a facili soluzioni che poi li prosciugherebbero”.

Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo, ricorda il ruolo dell’ente di Largo Belotti: “Abbiamo delle competenze precise dentro l’ambito della regolazione del mercato. Da sempre collaboriamo con le forze dell’ordine mettendo a disposizione le nostre banche dati per controlli incrociati e verifiche. Da alcuni anni, grazie a Infocamere, c’è una collaborazione attiva con Libera e con le altre Camere di Commercio lombarde abbiamo attivato lo sportello “Riemergo” proprio per aiutare gli imprenditori che si trovassero nella morsa dell’usura e della criminalità. La ricerca della soluzione ideale a questo problema è per noi una priorità così come lo è naturalmente per tutti i componenti dell’Osservatorio. Siamo pronti e disponibili a dare il nostro contributo per creare una rete che sostenga e aiuti gli imprenditori in questa difficoltà”.

Per Francesco Breviario, presidente Libera Bergamo: “In chi è vittima dell’usura scatta come una sindrome di Stoccolma, vede il mafioso o il malavitoso come un salvatore della situazione di crisi che sta attraversando la propria impresa. E questo è molto pericoloso per almeno due ragioni. La prima è che l’imprenditore crede di salvare la propria impresa mentre in realtà la sta perdendo. La seconda che così facendo dà una mano al meccanismo per riciclare il denaro. Questa ricerca è molto importante, non solamente perché mette in circolo notizie ed informazioni, ma perché è promossa da una realtà associativa di rappresentanza del settore”. “La realtà imprenditoriale bergamasca è sana nella misura in cui riesce a reagire e soprattutto a creare anche gli anticorpi contro l’usura in una rete che vede tra i promotori gli imprenditori stessi. Si deve pensare a tutelare chi denuncia e sarebbe necessario, lo dico come provocazione, che il fisco premiasse gli imprenditori corretti e che pagano tutte le tasse”.

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