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Da dove è iniziata

Italia campione, una volata di 3 anni: da Malinovskyi fino a Pessina e Toloi

Con l'Ucraina la prima partita imbattuta della Nazionale di Mancini, il 10 ottobre 2018: 1-1, Ruslan gol e traversa. Poi l'esordio di Gollini e Gianluca Mancini e il gran finale

L’Italia campione d’Europa? Tutto è cominciato da… Malinovskyi.

Bisogna fare un passo indietro, di quasi tre anni, perché è da allora che la Nazionale di Mancini è imbattuta. E non è uno scherzo, ha superato anche i record dell’Italia di Pozzo.

Comunque, l’ultima sconfitta degli Azzurri risale al 10 settembre 2018, nella Nations League: a Lisbona, stadio Da Luz, lo stesso dove quasi due anni dopo (il 12 agosto 2020) l’Atalanta verrà beffata dal Paris Saint Germain subendo in rimonta (90′ e 93′) due gol, nei quarti di finale della Champions.

Ma dicevamo della Nazionale. A Lisbona l’avversario è il Portogallo e vince con un gol di Andre Silva (1-0). Però si capisce che la svolta arriva proprio da quella partita perché lì scatta la rivoluzione di Mancini: ne restano infatti solo quattro, di quella formazione, nella finale degli Europei tre anni dopo. Giocano, allora, Donnarumma, Lazzari, Caldara Romagnoli, Criscito, Cristante, Jorginho, Bonaventura, Zaza, Immobile e Chiesa. I sopravvissuti nell’undici che abbiamo visto contro l’Inghilterra sono Donnarumma, Jorginho, Immobile e Chiesa. Mentre Caldara giocava nel Milan.

Tutto cambia nella partita successiva. Che è un’amichevole, ma quella Italia è già per otto undicesimi la squadra che ritroveremo nella finale per il titolo europeo. Mancini schiera infatti Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Biraghi; Barella, Jorginho, Verratti; Bernardeschi, Insigne e Chiesa. Praticamente gli stessi di Wembley, salvo Florenzi, Biraghi e Bernardeschi (e due di loro entreranno nel secondo tempo).

Questa partita segna la ripartenza, perché è la prima del ciclo tutto positivo di Mancini.

Si gioca il 10 ottobre 2018 a Genova e finisce 1-1 contro l’Ucraina. Fa gol Bernardeschi al 55′ e pareggia al 62′ Malinovskyi. Poi Ruslan sfiora il bis, nemmeno Donnarumma ci arriva, ma viene salvato dalla traversa.

E così comincia anche la lunga serie imbattuta di Mancini.

Ah, per la cronaca: Malinovskyi allora giocava in Belgio nel Genk e solo un anno dopo arriverà all’Atalanta, che evidentemente già in quell’occasione aveva messo gli occhi sul forte centrocampista-trequartista ucraino.

E a proposito di Atalanta, il feeling con la Nazionale di Mancini comincia dopo altre due partite (1-0 in Polonia e 0-0 col Portogallo), quando in panchina compare anche Gianluca Mancini, per un’altra partita amichevole, Italia-Stati Uniti del 20 novembre 2018. Da lì in poi si continua con Mancini sempre presente, in panchina e poi anche in campo, contro il Liechtenstein (6-0 il 26 marzo 2019) per le qualificazioni europee e, dalla volta successiva, gli atalantini diventano due: Gollini e Mancini, entrambi in panchina contro la Grecia (8 giugno 2019). Poi Mancini tornerà in campo, Gollini andrà altre tre volte in panchina fino all’esordio all’88’ in Bosnia-Italia 0-3, il 15 novembre 2019 per le qualificazioni europee.

Mancini nel frattempo è già passato alla Roma, per cui poi per alcune partite la serie atalantina si interrompe. Finché, dopo un anno (15 novembre 2020) chi si vede in panchina? Matteo Pessina, per Italia-Polonia (2-0) della Nations League. Un’altra panchina e poi arriva l’esordio anche per Matteo, il 25 marzo 2021 in Italia-Irlanda del Nord (2-0) per le qualificazioni mondiali. Pessina entra all’84’ al posto di Locatelli e viene confermato, anzi diventa titolare nella sfida successiva, Bulgaria-Italia (0-2) il 28 marzo 2021, sempre per le qualificazioni ai Mondiali 2022. Pessina resta in campo fino al 62′ e viene sostituito da Barella.

Poi l’amichevole con San Marino il 28 maggio scorso, con i due atalantini Toloi e Pessina, quest’ultimo realizza anche una doppietta. Il resto della storia la conoscete, è quella degli Europei, di un’Italia anche atalantina per il suo spirito battagliero e offensivo e perché i due nerazzurri non fanno i turisti: Pessina si rivela un’arma in più per il ct Mancini e segna due gol, Toloi viene chiamato in causa e risponde presente, anche nella semifinale contro la Spagna, per l’ultimo quarto d’ora e i supplementari.

Alla fine esplode la gioia nella festa di Wembley e Rafael si prende sulle spalle il suo vecchio compagno di scherzi, Spinazzola, due anni insieme all’Atalanta.

Una Nazionale, insomma, che è come una grande famiglia. Anche per questo molto unita. E, tre anni dopo quell’Italia-Ucraina, nell’esame più difficile della gestione Mancini, cioè la finale europea, una Nazionale ancora vincente.

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