• Abbonati
L'intervista

Dal trono d’Europa, Domenghini: “Inghilterra favorita, ma questa Italia è esaltante”

Il campione degli europei del 1968: "Bisogna recuperare bene energie, Pessina può essere l'arma in più. E poi Donnarumma è straordinario"

Dopo 53 anni forse, finalmente, ce la faremo a tornare sul trono d’Europa? Cioè dopo quel 1968 che vide vincitrice l’Italia di Angelo Domenghini e Giacinto Facchetti? Allora chissà, che sia la volta buona, anche se si gioca proprio in casa dell’Inghilterra.

E quindi sentiamolo, il campione d’Europa 1968, come al solito senza peli sulla lingua.

Domenghini, le piace questa Italia?

Come no… Sta attraversando un momento esaltante, direi che va bene tutto, Mancini può permettersi di sbagliare anche qualche cambio ma con la Spagna ha messo la barriera e via.

È stata una partita di sofferenza.

Beh la Spagna ti mette in difficoltà con il possesso palla e se non rispondi con… dieci difensori non la fermi, poi l’Italia ha un grande portiere: Donnarumma ha fatto parate straordinarie.

Ma pensa che con Spinazzola forse l’Italia avrebbe potuto chiuderla prima?

Spinazzola all’inizio non lo voleva nessuno, poi si è dimostrato determinante. Proprio non ci voleva quell’infortunio, è una grave perdita. No, Emerson non ha nulla a che vedere, ce ne sono di più bravi in Serie A.

Certo eravamo abituati a un’altra Italia ma…

Ma alla fine il risultato è quello che conta, adesso siamo tranquilli, la favorita potrebbe essere l’Inghilterra ma ce la giochiamo anche noi. L’unico difetto è che non c’è un centravanti vero.

Problema che hanno diverse nazionali, no?

Infatti, l’unico grande è Benzema che pur essendo su di età è sempre un fenomeno.

Ma quindi l’Italia merita la finale?

Certo, per quello che ha fatto merita sicuramente, ha avuto qualche difficoltà con l’Austria ma gli Azzurri sono stati bravi a fare gol nelle poche occasioni che hanno avuto. È giusto così, in finale vanno le squadre più forti.

E gli atalantini agli Europei come li ha visti?

Tutti quelli all’Europeo sono andati bene, da Gosens a Maehle sono stati sempre tra i migliori. Ma si sa che nell’Atalanta sono tutti nazionali, non mi pare una sorpresa.

Pessina?

Ha risolto due partite, ha giocato molto bene, è utilissimo perché da centrocampo in su può fare quattro o cinque ruoli e poi può migliorare ancora tantissimo. Anche nella finale potrà essere un’arma in più per Mancini, importante è che tutti riescano a riprendere bene le energie, vero che l’Inghilterra ha un giorno in meno per recuperare.

Ma rispetto alla Nazionale del 1968? Certo allora avevate uno come Gigi Riva…

Anche Anastasi, Prati. Poi in finale Valcareggi ha cambiato cinque giocatori e la Jugoslavia non era così forte come nella prima partita, quando io sono stato fortunato su quel calcio di punizione che ci ha consentito di pareggiare e ripetere la partita. Lì è stato un errore della barriera che si è aperta e il portiere non è riuscito ad arrivare sulla palla.

Dice che è stato fortunato, eppure su punizione ha fatto diversi gol…

Eh, ma li dovevo rubare i calci di punizione. Se c’erano Riva in Nazionale o nel Cagliari, o Corso nell’Inter tiravano loro, poi anche Rivera voleva calciare sempre lui.

Eppure non se ne vedono molte di punizioni-gol, come mai?

Perché ci vuole molta applicazione, non si può tirare così per caso. Io stavo lì anche a fine allenamento a provare e riprovare, l’ho sempre fatto anche quando da ‘vecchio’ facevo l’allenatore-giocatore.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI