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L'impresa

Serbia ko, l’Italia del basket vola a Tokyo: anche oggi Davide può battere Golia

Prestazione leggendaria degli Azzurri di Meo Sacchetti a Belgrado contro i vicecampioni olimpici in carica: con il pass in mano, ora si può iniziare a pensare alla squadra, con un Danilo Gallinari in più.

Che bello quando Davide, piccolo piccolo, in questo caso anche di statura, mette al tappeto Golia.

Il gigante vero.

La piccola Italia del basket, con un pivot, che nella pallacanestro è il giocatore più grande e grosso, ha conquistato l’ultimo posto per le europee per le prossime Olimpiadi di Tokyo andando a vincere a Belgrado contro la Serbia, eliminando la squadra medaglia d’argento alle ultime Olimpiadi di Rio.

Vincere a Belgrado, davanti a 3500 tifosi serbi (non proprio una tifoseria fredda e distaccata…) e farlo contro ogni pronostico, qualcosa di incredibile…

Anche contro la logica.

L’Italia sotto canestro schierava il volonteroso Amedeo Tessitori, con i suoi 205 centimetri, la Serbia il gigante Marjanovic, 225 centimetri, pinnacolo dei Dallas Mavericks.

Può bastare questo. Oppure la disparità nella sfida tra registi: da un parte il ‘maestro’ Milos Teodosic, 34 anno, fresco reduce dallo scudetto a Bologna, dall’altra il ventenne Nico Mannion, rookie dei Golden State Warriors, ma pur sempre un ventenne.

Curriculum, fattore campo, centimetri e chili.

Non doveva esserci partita, in qualche modo non c’è stata.

L’Italia ad un certo punto vinceva di 24 punti…

A Belgrado… contro la Serbia… per la serie non svegliateci se è un sogno.

Non lo è. Davide ha battuto Golia.

E dopo 17 anni di assenza l’Italbasket operaia e gladiatoria torna ai Giochi Olimpici.

E c’è un precedente: nel 2003 una nazionale italiana cui nessuno dava credito conquistò l’ultimo pass olimpico ai danni di una Francia strafavorita e l’anno dopo ad Atene gli azzurri arrivarono in finale prendendosi l’argento olimpico.

Ieri nessuno ci credeva, nemmeno i serbi, letteralmente choccati a fine partita.

Forse non ci credevano nemmeno i veterani Belinelli e Datome, due che hanno giocato in NBA complessivamente per 16 stagioni, che hanno chiesto di essere esentati dopo una stagione lunghissima per far riposare i muscoli usurati…

Peccato, si sono persi una pagina epica del basket azzurro, una partita di cui si parlerà anche tra qualche decennio.

La partita in cui Davide ha battuto Golia.

Ma attenzione, questa Italia non è affatto male, con tanti giocatori che possono essere decisivi a turno pur senza una stella o un leader appariscente (un leader c’è, il capitano Niccolò Melli, pure lui reduce da una stagione NBA, un giocatore di sostanza, che si potrebbe paragonare ad un Marten De Roon come approccio e carattere).

Ma a Tokyo potrebbe esserci un’aggiunta: la stella degli Atlanta Hawks, il fuoriclasse lodigiano Danilo Gallinari, appena eliminato ad un passo dalla finale NBA.

Uno che da solo vale Muriel e Zapata messi insieme tanto per capirci.

Con lui l’Italia non sarebbe più una squadra da sottovalutare…

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