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Bergamo

Carcere, sette borse di studio destinate ai detenuti: “In ricordo di don Fausto Resmini”

Sette borse di studio ognuna dal valore di 500€ che hanno premiato gli studenti di tutti gli ordini della scuola del carcere bergamasco

Una cerimonia molto toccante ed emozionante: carica di parole, ricordi, rimpianti e sogni.

Quella che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 1 luglio nella casa circondariale di Bergamo. Nel teatro del carcere bergamasco si sono riuniti alcuni dei detenuti, le autorità delle istituzioni più vicine alla realtà carceraria cittadina, la direttrice del carcere Teresa Mazzotta e alcune delle docenti della scuola che ogni giorno si svolge dentro quelle pesanti mura.

Qui, forse, l’istruzione assume il suo più alto significato. Fonte di libertà, evasione, apprendimento e futuro: salde radici su cui costruire una nuova vita.

Si tratta della missione che appartiene non solo all’istituzione scolastica, ma anche all’associazione bergamasca Carcere e Territorio che ha come suo obiettivo quello di aiutare i detenuti e le detenute al reinserimento sociale. Ed è per questo che, insieme all’Opera Pia Caleppio, l’associazione ha deciso di elargire sette borse di studio a sei studenti e una studentessa detenuti nel carcere bergamasco.

“Con Don Fausto Resmini ci dicevamo sempre che dovevamo fare due cose: sistemare la palestra e far partire le prime borse di studio. E finalmente ci siamo riusciti e il mio pensiero oggi va a lui”, ha dichiarato Pierguido Piazzini dell’Opera Pia Caleppio.

Sette borse di studio ognuna dal valore di 500€ che hanno premiato gli studenti di tutti gli ordini della scuola in carcere: uno studente del corso alfabetizzazione, tre dell’indirizzo d’istruzione di primo grado gestito dal CPIA dell’Istituto Pesenti di Bergamo e tre della scuola superiore dell’istituto alberghiero Sonzogni di Nembro che, quest’anno, hanno svolto gli esami di maturità con ottimi risultati.

“Ci tenevamo a dare queste borse di studio per premiare chi, pur nella difficoltà del contesto e dalla vita in carcere, ha portato avanti con impegno, intelligenza e sensibilità la scuola”, ha commentato Gino Gelmi, vicepresidente di Carcere e Territorio, insieme al presidente Fausto Gritti. 

Commossa la direttrice del carcere Mazzotta che con il cuore ha voluto ringraziare gli studenti premiati che hanno dimostrato con i fatti quanto il carcere possa produrre cultura e formazione scolastica.

La consegna delle borse di studio si è svolta nel corso anche della premiazione del 23° concorso letterario della casa circondariale generosamente sostenuta dall’associazione HOMO: “Risultato del duro lavoro delle docenti che hanno sempre lavorato e mantenuto sempre la scuola aperta, nonostante tutto”, ha commentato l’insegnante del CPIA Nicla Pilla.

Settanta prose e trenta poesie: questo è il prezioso materiale interamente scritto dai detenuti e dalle detenute del carcere bergamasco. Tutto raccolto in un libro fatto di abbandono, morte, perdita, viaggi, paura, lunghe traversate per mare, famiglia, sogni, la pandemia da Covid e libertà.

Quattro le poesie premiate e tre, invece, le prose. Un premio anche uno speciale manufatto: un veliero di legno costruito da un artista detenuto.

I testi sono stati letti e cantati dal duo di Seriate Francesco Solari e Giovanni Stucchi: mezz’ora in cui era impossibile trattenere le lacrime e la commozione. Sognando la bellezza, i baci, il mare, la sabbia, l’aria aperta e la notte stellata così magistralmente raccontata negli scritti.

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