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L’osservatorio provinciale

Triplicano le assunzioni a Bergamo rispetto al 2020: costruzioni e industria guidano la crescita

La Cisl commenta: "Da capire come impatterà nella nostra provincia lo sblocco dei licenziamenti per il settore manifatturiero con quasi 15 milioni di ore autorizzate di cassa ordinaria e straordinaria nei primi 5 mesi del 2021"

Nel mese di aprile le assunzioni con contratto di lavoro dipendente in provincia di Bergamo (9.564) sono quasi triplicate rispetto ai livelli di minimo storico nell’aprile 2020 (3.316) pesantemente segnato dal primo generalizzato lockdown seguito alla pandemia: emerge dal rapporto sull’andamento del mercato del lavoro in provincia di Bergamo aggiornato al mese di aprile 2021, redatto dall’Osservatorio Mercato del lavoro – Settore Sviluppo della Provincia.

Ma ha sicuramente più senso il confronto con la situazione “preCovid”: il divario rispetto alle assunzioni del 2019 si è ulteriormente ridotto (-7,7% sull’aprile 2019) rispetto all’inizio dell’anno, quando erano ancora 20 punti percentuali in meno sul gennaio 2019, ed è probabile che nel mese di maggio, con la riapertura di buona parte delle attività turistiche e di ristorazione, sia stato quasi del tutto riassorbito.

Il saldo mensile netto, tra assunzioni e cessazioni, di aprile 2021 è positivo (+656), per il quarto mese consecutivo e il saldo cumulato nell’anno intercorso tra maggio 2020 e aprile 2021 segnala un consistente incremento (+3.453) delle posizioni lavorative dipendenti. Anche le cessazioni (8.908 ad aprile) sono aumentate, meno intensamente delle assunzioni nella variazione sull’anno, e si sono riportate poco al di sopra dei livelli del 2019 (+1,7%).

La crescita del lavoro dipendente in provincia (+3.453, il saldo annualizzato ad aprile) è composta dai progressi rilevanti dei macrosettori delle costruzioni (+2.237) e dell’industria (+1.439), dall’incremento modesto ma costante dell’agricoltura (+295) e dal saldo ancora negativo (-518), ma in evidente riduzione, dell’intero comparto terziario (commercio e servizi), al cui interno pesano i bilanci negativi delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-1.851), delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-278), dei servizi finanziari (-384), dei servizi di trasporto e magazzinaggio (-124) e delle altre attività di servizi alle persone (-87). Nei restanti servizi si conferma la crescita nelle attività di supporto alle imprese (+966), sanità e assistenza sociale (+500), servizi di informazione e comunicazione (+314), attività professionali, scientifiche e tecniche (+178) e, per la prima volta da un anno a questa parte , nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (+203).

Il consolidamento della base dati, avvenuto pochi giorni prima della fine di maggio (e quindi inevitabilmente privo delle molte comunicazioni sui somministrati che vengono trasmesse il mese successivo) consente un’anticipazione parziale e “ufficiosa” di alcuni dati sulle assunzioni che saranno commentati, una volta completi, nel prossimo report.

Nello specifico, la prima riapertura del servizio nei locali pubblici si è tradotta per buona parte del mese di maggio in almeno 1.600 assunzioni nelle attività di alloggio e ristorazione (contro le 590 di aprile) e un centinaio nelle attività di intrattenimento (contro le 15 di aprile). Poco meno della metà delle assunzioni nelle attività di ristorazione sono avvenute con contratti di lavoro intermittente a tempo determinato.

Tornando ai dati “certi” di aprile, per quanto riguarda le tipologie contrattuali, la variazione dei saldi annualizzati, comprensivi anche delle trasformazioni contrattuali oltre che della differenza tra assunzioni e cessazioni, registra una crescita consistente delle posizioni in somministrazione (+3.089) e, stabilmente su valori più modesti, dell’apprendistato (+1.260).

Si sta assottigliando progressivamente il saldo del tempo indeterminato (+1.265), anche per il calo sul 2020 e sul 2019 delle trasformazioni o stabilizzazioni, mentre il tempo determinato con un saldo ancora negativo (-2.161) è in recupero rispetto alle variazioni pesantemente negative accumulatesi nel 2020.

Nell’area esterna al lavoro dipendente, si consolida ad aprile una ripresa dei tirocini.

Le cessazioni si sono riportate sui valori pre-Covid nel caso dei contratti di apprendistato e tempo indeterminato, oltre che nella somministrazione, mentre nel tempo determinato rispecchiano la dinamica stessa, ancora al di sotto dei livelli “normali”, dei nuovi avviamenti e l’aumento, sia sul 2020 che sul 2019, delle proroghe della loro durata.

Per la prima volta da oltre un anno, si riscontra una variazione annualizzata positiva in tutte le aree dei Centri per l’Impiego: la crescita di 3.453 posizioni di lavoro dipendente in provincia è compresa tra il saldo massimo nell’area di Grumello del Monte (+1.106) e i saldi di poche decine nelle aree di Lovere, Clusone e Trescore Balneario. L’area del capoluogo, dopo dodici variazioni consecutive in negativo, segna una crescita di 709 posizioni.

“Con fatica la nostra provincia cerca di tornare ai livelli occupazionali pre-covid, trainata dal
settore delle costruzioni, che nei primi quattro mesi del 2021 segna un saldo occupazionale di 2.237
unità (65% del l’incremento occupazione del 2021) in un momento dove l’ aumento delle materie
prime e la necessità di reperire personale ne rallentano il rilancio dopo oltre 10 anni di crisi – commenta Danilo Mazzola, segretario CISL Bergamo – Cresce anche l’industria pur in presenza del settore dell’automotive in fase di riorganizzazione mentre il settore tessile e abbigliamento vivono ancora grossa difficoltà. L’agricoltura bergamasca, infine, sempre di più si dimostra di aver assunto dimensioni da settore importante, seppur di nicchia, per la nostra provincia”.

“Per quanto riguarda il commercio e servizi – continua Mazzola – è palese l’andamento a due velocità con i settori di servizi alle imprese, sanità e assistenza sociale, servizi di informazione e comunicazione che crescono in modo importante, mentre i settori dei servizi di alloggio e ristorazione segnano grosse difficoltà di ripresa: questi saranno i settori dove si avranno le maggiori differenze tra chi avrà la capacità di ripartire e chi terminata la cassa covid affronterà processi di riorganizzazione”.

“Sulle tipologie contrattuali, l’apprendistato (+ 1260) risulta ancora troppo poco utilizzato, soprattutto nella sua capacità di garantire ai giovani processi di formazione e inserimento lavorativo, mentre la somministrazione (+3089) in forte crescita si dimostra la tipologia di assunzione più utilizzata a discapito delle assunzioni a tempo determinato che segnano un dato negativo importante (-2.161) e con le assunzioni a tempo indeterminato in positivo (+ 1.265) ma che faticano a mantenere il trend dei passati anni. La fotografia del mercato del lavoro bergamasco evidenzia ancora una condizione di incertezza condizionata da settori che ancora oggi soffrono in modo importante come il tessile abbigliamento e parte dei servizi. Inoltre la crescita del lavoro somministrato evidenzia l’incertezza ancora in atto e pertanto la cautela da parte delle imprese a garantirsi occupazione più stabile e meno precaria. Da capire – conclude il segretario CISL Bergamo – come impatterà nella nostra provincia lo sblocco dei licenziamenti per il settore manifatturiero con quasi 15 milioni di ore autorizzate di cassa ordinaria e straordinaria nei primi 5 mesi del 2021”.

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