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In regione

Bergamo, terra di produzione della droga: lo studio della commissione antimafia

Prima provincia lombarda insieme a Brescia: è quanto emerge dall’indagine sul traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope. Forte anche la presenza di organizzazioni criminali straniere pronte a uccidere

Bergamo è la prima provincia lombarda insieme a Brescia per numero di laboratori in cui si produce droga. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sul traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope sul territorio lombardo, legato anche al riciclaggio dei proventi in denaro da parte della criminalità organizzata, presentata martedì in Regione.

I risultati sono stati raccolti in un documento di 200 pagine, stilato al termine di decine di audizioni e approfondimenti con contributi di alto profilo. Un lavoro ampio e articolato, fruibile sia dalle istituzioni che dai cittadini, voluto dalla Commissione speciale Antimafia presieduta da Monica Forte (M5S), iniziato alla fine di aprile 2020 e proseguito anche durante i lockdown.

Dal testo appare subito evidente che il traffico di stupefacenti ha sì una forma di governo criminale saldamente nelle mani delle più importanti organizzazioni criminali globali, ma emerge anche come una straordinaria quantità di attività illecite collaterali graviti nell’orbita del traffico di sostanze.

Analizzando i dati emerge che la provincia bergamasca è al primo posto insieme a quella bresciana (cinque ciascuna più una sul confine tra le due) per numero di laboratori e raffinerie di droga scovati dalle forze dell’ordine. Non si tratta di luoghi dove avviene l’impacchettamento finale della sostanza, bensì di veri e propri laboratori di produzione.

Come quello scoperto a Osio Sotto nel 2018 con 12,5 chili di eroina, uno di cocaina, dieci di marijuana e circa 70mila euro in contanti. Oppure quello ritrovato dalla Polizia lo scorso anno in un appartamento a Fontanella, con frullatori per tagliare l’eroina (10 i chili sequestrati, oltre a 700 grammi di coca) con la caffeina e una pressa per confezionare i panetti.

Altro tema centrale dello studio è stato il riciclaggio. Le organizzazioni mafiose hanno infatti l’esigenza di rendere spendibili le ingenti ricchezze prodotte dal traffico dal narcotraffico. Di qui l’aumento del fenomeno, che negli ultimi vent’anni ha trasfigurato interi settori dell’economia legale tipicamente privilegiati dalle organizzazioni malavitose.

A questo proposito un altro indice preso in esame evidenzia la presenza di queste organizzazioni attraverso gli episodi di violenza attuati dai gruppi criminali. Nella classifica sul numero di omicidi commessi tra il 1990 e il 2008, attribuibili a clan stranieri, sempre legati allo spaccio, Milano occupa il primo posto, seguita da Bergamo e Brescia.

Generico giugno 2021

Nonostante la presenza di gruppi stranieri però, si evidenzia ancora un ruolo dominante delle organizzazioni mafiose italiane, per le quali il narcotraffico rappresenta ancora oggi una delle principali attività. Ciò che emerge, e che è possibile definire come una particolarità del caso lombardo, è che data l’elevata domanda del mercato, sembra esserci spazio per tutte le organizzazioni criminali.

“Siamo arrivati – ha dichiarato la presidente Forte –  alla delineazione un documento avanzato e articolato che potrà certamente essere fonte privilegiata di future iniziative legislative e di interventi tesi a ridisegnare la strategia regionale in tema di droghe, ferma restando la ripartizione delle competenze con altri livelli di Governo”.

Opinione condivisa dal vice presidente della Commissione Antimafia Alex Galizzi (Lega): “Questa è una battaglia che ognuno di noi deve combattere quotidianamente perché sono convinto che il ruolo civile che rivestiamo in primis come cittadini sia quello di tutelare il territorio e il futuro dei nostri figli e di tutti i giovani, perché solo in questo modo, aumentando la collaborazione interistituzionale, ne usciremo vincitori per un domani migliore”.

Il futuro dei giovani, è stato al centro anche dell’intervento della relatrice Selene Pravettoni (Lega): “Dalla nostra indagine – ha ricordato – è emerso un aumento delle persone giovani in relazione al consumo di sostanza stupefacenti unita a una minore percezione del danno che le stesse potrebbero avere. È fondamentale – ha affermato – fare informazione e formazione nelle scuole, usare strumentazioni tecnologiche come droni, metal detector, telecamere di video-sorveglianza, macchine per la rilevazione di contatto con sostanze stupefacenti. E infine – ha aggiunto – fare rete: scuole, forze dell’ordine, sanità e istituzioni”.

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