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Green pass, nuove regole con le varianti? Per il rilascio potrebbe servire la seconda dose

Potrebbero slittare i tempi per il rilascio del lasciapassare che ad oggi si può ottenere dopo quindici giorni dalla prima dose del vaccino

Novità in vista sulle regole per ottenere il Green pass, appena introdotto in Italia e che da giovedì primo luglio sarà valido per viaggiare liberamente all’interno dell’Unione Europea e in altri Paesi.

Il motivo è la diffusione della variante Delta che preoccupa non poco gli esperti. E che dopo l’aumento esponenziale dei contagi nel Regno Unito e in Portogallo ha costretto i governi a parziali misure restrittive. È possibile che si debba “rimodulare il Green pass dopo la prima dose di vaccino – ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto alla trasmissione di Radio 24 a ‘4Mattino’ -. Questo lo lasciamo dire agli scienziati, ma se è vero che la protezione da questa variante c’è dopo due dosi di vaccino, è chiaro che, oltre a correre con le seconde dosi, dobbiamo rimodulare il Certificato verde. Al momento è prematuro dirlo. Aspetterei 14 giorni per l’analisi dei dati che arrivano del Regno Unito e per il controllo della prevalenza della variante Delta in Italia, attualmente vicina al 20%. Aspettiamo di capire di quanto sale in una settimana. E poi una riflessione su questo la farei”.

Il Consigliere regionale di Azione, Niccolò Carretta (Azione) ha invece commentato il numero ancora troppo alto di over 60 non vaccinati in Italia e sprona il Governo ad azioni più incisive in vista del prossimo autunno.
“Ad oggi il dato relativo agli over 60 non vaccinati è di più di 2 milioni e mezzo di persone. La variante Delta avanza – sottolinea il Consigliere di opposizione – e i tecnici hanno già ricominciato a ipotizzare nuove zone rosse localizzate”.

Secondo Carretta “il Governo dovrebbe implementare le azioni in campo affinché la maggior parte degli italiani si vaccini, ma soprattutto lavorare affinché da quest’autunno il Green Pass venga assegnato solamente alle persone con ciclo vaccinale completato. Non si tratterebbe di un’azione punitiva, ma piuttosto di tutela visto che la variante, per ora, sta colpendo in modo grave solo i non vaccinati: dobbiamo tutelare i più fragili e dopo due interi inverni in lockdown dobbiamo avere il coraggio di tutelare le nostre economie, già in ginocchio”.

Con le varianti in campo la sfida sarà difficile, ma non possiamo farci ostacolare ulteriormente dai mercanti di dubbi che speculano senza basi scientifiche. “Se non si vuole introdurre l’obbligo di vaccinazione – conclude Carretta – almeno si faccia di tutto per scongiurare un’ennesima ondata, rendendo accessibili i luoghi pubblici soltanto a chi ha completato il ciclo vaccinale”.

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