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Bergamo segreta

La fontana di Sant’Agostino, un biglietto da visita per chi accede a Città Alta

I monumenti sono spesso gli ultimi testimoni del nostro passato. Attraverso la loro maestosità, essi sanno spesso ricondurci a situazioni ormai irripetibili, consegnandoci un patrimonio da conservare con grande cura.

A volte la possibilità di osservarli costantemente potrebbe renderli meno appetibili ai nostri occhi e, nei casi più estremi, condurci al rischio di dimenticare la loro importanza.

È il caso della fontana di Sant’Agostino, opera risalente alla fine del XVI secolo e simbolo del dominio veneziano nel capoluogo orobico.

Posizionata nei pressi dell’omologa porta, la fonte venne realizzata nel 1575 su proposta dei rettori veneziani Francesco Longo e Marc’Aurelio Memo (i cui nomi sono iscritti nei due medaglioni laterali) e alimentata inizialmente dalla sorgente della Pioda.

Collegata a partire dal 1587 all’acquedotto di Prato Baglioni, la fontana possiede una cisterna sotterranea di forma rettangolare con dimensioni di circa 9 x 3,5 metri e con una capacità attorno ai cento metri cubi.

Prima della realizzazione dell’acquedotto municipale, quest’ultima era in grado di fornire acqua sia alla vicina Caserma di Sant’Agostino tramite una diramazione dalla fontana del Delfino, collegata ad essa a partire dal 1785.

Progettata con buona probabilità da Paolo Berlendis, l’opera è caratterizzata principalmente dal contrasto fra il marmo bianco di Zandobbio, presente nelle nicchie, e il grigio della pietra di Sarnico utilizzata per il resto della struttura.

La suddivisione tripartitica offerta dalle lesene bugnate riprende infine lo stile di Andrea Palladio, particolarmente in voga all’epoca, aspetto che l’ipotesi che il progettista fosse a conoscenza di questi principi.

Nonostante lo scorrere inesorabile del tempo, la fontana di Sant’Agostino conserva ancora oggi il proprio fascino, lasciando a bocca aperta chi raggiunge per la prima volta Città Alta.

Fonti

Luigi Angelini; Antiche fontane e portali di Bergamo; Bergamo; Conti, 1964

Massimo Glanzer; L’acquedotto di Prato Baglioni. Il terzo acquedotto antico di Bergamo Alta; Curno; Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole; 2005

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