Ha riaperto martedì 1 giugno a pranzo e cena, in una veste completamente rinnovata, “Al GiGianca”, osteria che dal 18 novembre 2010 abita gli spazi del civico 113 di via Broseta a Bergamo.
Ancora oggi l’esperienza continua per volontà di due dei tre fondatori: Luigi Pesenti, titolare della sala e sommelier, e Alessia Mazzola, che con la sua cucina sincera e autentica ripropone o rivisita a suo modo piatti di ispirazione territoriale.
“Il nome del locale nasce dalla fusione dei nostri due nomi e di quello del terzo socio iniziale, Giancarlo – spiega Luigi – Al, come Alessia, Gi, come Gigi, e Gianca. Il mondo della ristorazione ci ha sempre attratto, ma nella vita venivamo da esperienze differenti: Alessia era ‘solo’ una brava cuoca che aveva avuto la mamma come insegnante d’eccezione; io ero direttore di produzione e tour manager nel campo musicale. Nel 2010 la nostra grande passione per cibo e vino ci ha fatto fare il grande passo, già consapevoli della direzione da intraprendere e dell’idea di cucina da proporre”.
A fungere da ispirazione è stata la filosofia dello slow food: “La nostra proposta è ambiziosa – continua Luigi – Non vogliamo essere solo un posto dove andare a mangiare, ma anche un locale dove il cliente impara qualcosa. Crediamo che con il cibo si debba fare sempre un po’ di cultura del territorio, legata agli aspetti della sostenibilità e alle problematiche dell’industria alimentare. Cerchiamo di essere noi i primi a essere sostenibili, dando un valore aggiunto che riteniamo importante”.
La cucina, come detto, è del territorio, non per forza tradizionale anche se il legame è forte: “Si possono trovare piatti come il coniglio alla bergamasca con polenta, i casoncelli alla bergamasca e il baccalà mantecato – sottolinea Luigi – Ma anche altri piatti ispirati alla nostra zona: partendo dalla materia prima e da uno stretto rapporto con i produttori bergamaschi, Alessia porta avanti un lavoro continuo di ricerca e innovazione”.
La proposta viene completata da una carta dei vini da 200 etichette, selezionate direttamente da Luigi: “Per la maggior parte sono vini italiani, ma abbiamo anche le migliori produzioni provenienti da zone che hanno un certo rilievo nel mondo vinicolo: Francia, soprattutto, ma anche Germania, Slovenia, Serbia e Georgia. Poi io ho una passione per gli ‘orange wine’, vini naturali che rappresentano il 50% circa della nostra cantina”.
La parola “osteria” davanti al nome, chiaramente, evoca un determinato tipo di ambiente: “Vogliamo far sentire il cliente a casa, ma senza rinunciare a un servizio ben fatto e attento ai dettagli – spiega Pesenti – Si respira aria di sana convivialità, con un equilibrio tra formalità e informalità”.
Come per tutto il mondo della ristorazione, anche per Alessia e Luigi l’ultimo anno e mezzo è stato molto complicato: “Nel 2021 siamo riusciti ad aprire solo dall’1 al 28 febbraio a pranzo – ricorda con amarezza – Non avendo possibilità di dehors siamo rimasti chiusi completamente, al netto di qualche servizio spot a domicilio durante le festività, e siamo riusciti a rimanere a galla con ristori e prestiti. Quando riapriremo in via definitiva, purtroppo, ci trascineremo ancora per anni questa crisi. Però non siamo rimasti lo stesso fermi: ci siamo rinnovati e l’abbiamo fatto anche grazie anche al bando di rinascimento del Comune di Bergamo, a cui abbiamo aderito e che è stato fondamentale”.
Per maggiori informazioni visitare il sito Al GiGianca Osteria o le pagine social Facebook e Instagram
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