• Abbonati
A cura di

Salute

L'iniziativa

Il Policlinico San Pietro partecipa a l’(H)-Open Day di Fondazione Onda dedicato alla Ginecologia Oncologica

In tutto il territorio nazionale, negli ospedali aderenti al progetto, verranno offerti servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi come visite e consulenze in presenza e virtuali, colloqui telefonici, esami, conferenze e info point

Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, organizza il 29 giugno un (H)-Open Day coinvolgendo le Ginecologie e le Oncologie Ginecologiche degli ospedali del network Bollini Rosa. In tutto il territorio nazionale, negli ospedali aderenti al progetto, verranno offerti servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi come visite e consulenze in presenza e virtuali, colloqui telefonici, esami, conferenze e info point. Anche il Policlinico San Pietro aderisce alla giornata offrendo visite ginecologiche gratuite (prenotazione obbligatoria al numero 035.604361).

Obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere la corretta informazione sulle strategie di prevenzione e sulle nuove possibilità terapeutiche che consentono di migliorare la qualità della vita delle pazienti nonché facilitare l’accesso alla diagnosi precoce nell’ambito dei principali tumori ginecologici a carico di utero e ovaie.

In Italia, secondo “I numeri del cancro 2020” di AIOM, nel 2020 erano attese oltre 10.000 nuove diagnosi di tumore all’utero (corpo e cervice) e circa 5.000 all’ovaio. Purtroppo, sempre in Italia, il carcinoma endometriale, neoplasia che colpisce il corpo dell’utero, è tra i più frequenti tumori femminili e il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Più dell’80% delle pazienti con tumore ovarico ha una recidiva della malattia e la qualità dell’intervento chirurgico con la corretta terapia di mantenimento sono fondamentali per offrire alle pazienti più qualità vita e tempo senza sintomi della patologia.

“Attualmente non esistono programmi di screening per la prevenzione di questa patologia, come quelli per il tumore al seno, al collo dell’utero o al colon retto. Oggi però abbiamo a disposizione nuovi test genetici capaci di rilevare alcune mutazioni eredo-familiari che espongono la donna ad un rischio aumentato di insorgenza del tumore ovarico. L’indagine genetica consente di intraprendere percorsi clinici per anticipare la diagnosi e stabilire le cure più adatte, quando ancora il tumore non si è manifestato o si trova in uno stadio iniziale. Si tratta di un’arma di prevenzione importante per donne sane a rischio di malattia con una storia familiare caratterizzata da uno o più casi di tumore della mammella o dell’ovaio” osserva il dottor Luigi Frigerio, consulente dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico San Pietro e coordinatore del nuovo ambulatorio di prevenzione genetica dei tumori femminili – che sarà presentato proprio in occasione del (H)-Open Day. Rivolto alle donne con rischio aumentato di sviluppare tumori a carico dell’ovaio il nuovo servizio ha come obiettivo promuovere la corretta informazione sulle strategie di prevenzione e sulle nuove possibilità terapeutiche che consentono di migliorare la qualità della vita delle pazienti e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce nell’ambito dei tumori femminili alla luce delle nuove conoscenze onco-genetiche nelle donne a rischio per neoplasie eredo-familiari. “Il test genetico in particolare verifica la presenza di mutazioni del gene BRCA1 e del BRCA2 per mezzo di un prelievo di sangue cui segue studio del DNA sul campione prelevato. L’indagine ricerca le mutazioni ereditarie germinali che possono essere trasmesse ai figli e che predispongono la donna ad un incremento del rischio di sviluppare il tumore dell’ovaio, della mammella e in certi casi anche del corpo dell’utero” sottolinea la dottoressa Paola Rosaschino, Responsabile dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico. “Oltre allo studio dei geni BRCA1/2, sarà analizzato un pannello più ampio che indaga il profilo genetico per riconoscere la tendenza a sviluppare altre neoplasie come i tumori a carico del corpo dell’utero. Questo consentirà di personalizzare i percorsi di prevenzione a favore delle donne e del loro contesto familiare. Si stima che, dove il test sarà proposto a tutte le pazienti affette da tumore dell’ovaio, le strategie di riduzione del rischio su parenti sane positive al test, potrà favorire una riduzione almeno del 40% dell’incidenza del tumore ovarico. Questo obiettivo è di straordinaria importanza, nell’ambito di in un tumore che non consente metodiche di screening, mentre la prevenzione è ancora oggi difficilmente attuabile” conclude il dottor Gianluca Beretta Responsabile della Medicina di Laboratorio.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI