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Tessile

Cotonificio Albini, cassa integrazione straordinaria per tutti i 454 dipendenti

Il commento di Filctem Cgil: “Situazione seria, ma c’è un accordo per limitare i danni”.

Continua la crisi produttiva al Cotonificio Albini, che come tutto il settore tessile e moda continua a registrare un numero di ordini molto inferiore agli anni precedenti, tanto che l’azienda ha annunciato la richiesta di cassa integrazione straordinaria per tutti i 454 dipendenti (quadri, impiegati e operai) del sito di Albino.

Il ricorso alla CIGS è reso necessario dal fatto che l’Albini non rientra nei parametri per la cassa Covid: il fatturato del primo semestre 2021 è infatti di poco superiore al 50% di quello del 2019, soglia massima per l’accesso a questo strumento.

Mercoledì 23 giugno i sindacati hanno chiuso un’ipotesi d’accordo con l’azienda, che è stata presentata ai lavoratori oggi in assemblea ad Albino.
L’accordo prevede: la rotazione mensile del personale in cassa; l’anticipo a carico dell’azienda del trattamento di cassa, senza che sia necessario aspettare autorizzazione del ministero; incontri bimestrali tra le parti per rivalutare ordini e carico di lavoro e prosecuzione del programma di incentivi all’esodo o all’accompagnamento alla pensione, attivo già da tre mesi.

“La situazione continua ad essere seria – spiega Ennio Cornelli della Filctem Cgil – ma contiamo di gestirla limitando i danni percorrendo la strada delle uscite volontarie. Aspettiamo e chiediamo però un intervento da parte del Governo sulla crisi del settore tessile e moda, più in difficoltà di altri per l’emergenza economica legata al Covid”.

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