• Abbonati
A milano

La mummia “bergamasca” sottoposta a Tac: si tratta di un uomo del 900 A.C. fotogallery

Le immagini 3D restituite dall'esame sono di grande impatto, perché permettono di visualizzare tutto ciò che è celato all’interno delle bende

La mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bergamo è stata sottoposta a Tac al Policlinico di Milano lunedì 21 giugno. Nel giorno del solstizio d’estate la mummia ha iniziato a rivelare i suoi primi segreti.

Le prime osservazioni sembrano suggerire che si tratti di un uomo, come riferisce il nome Akhetkhonsu, il cui significato è “è vivo il dio Khonsu”, scritto più volte sul sarcofago che risale alla 22^ Dinastia (900- 800 A.C.) con cui la mummia è arrivata a Bergamo nel 1885. Sicuramente appartiene al ceto elevato della società, poiché la mummificazione era un processo costoso e non accessibile a tutti.

L’analisi della Tac permetterà di stendere un profilo completo dell’individuo, la sua età, la sua statura, ed eventuali lesioni subite. Si ipotizza che la mummia è stata disturbata per rubare gioielli e amuleti in età antica.

Le immagini 3D restituite dalla Tac sono di grande impatto, perché permettono di visualizzare tutto ciò che è celato all’interno delle bende.

Ma è davvero il sacerdote come scritto sul sarcofago? Questo sarà stabilito con le analisi chimiche e fisiche che si andranno ad effettuare unitamente ad approfondite analisi antropologiche: “Abbiamo fatto il primo passo del progetto ‘Una mummia da salvare’ – spiega la dottoressa Sabina Malgora, direttore del Mummy Project – che prevede uno studio accurato per raccontare la vita e la morte dell’individuo mummificato ed il restauro in vista dell’esposizione”.

L’équipe che ha effettuato la Tac

È costituita dal team del Mummy Project, tra cui Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, già ufficiale del RIS di Roma, Francesca Motta, osteoarcheologa e dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto dal Prof. Gianpaolo Carrafiello. Il tutto con la collaborazione del Prof. Luca Bernardo, Direttore della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli. I prelievi per le analisi chimiche e fisiche sono effettuati in collaborazione con il professor Luigi Bonizzi, il Prof. Alessio Soggiu, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, e con il Dr. Marco Nicola, Dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation.

Il progetto “Una mummia da salvare”

Concerne lo studio ed il restauro della mummia contenuta nel sarcofago di Akhetkhonsu, con analisi radiologiche, Tac, che permettono di avere immagini in 3D, analisi chimiche e fisiche.

Le indagini sono volte al recupero di dati per ricostruirne la storia e l’identità, ma anche informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulle malattie antiche (paleopatologia), molto utili alla moderna ricerca medica.

Si prevede anche la ricostruzione forense del volto, che restituirà alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di vederne la fisionomia.

Dopo le analisi, in autunno sarà effettuato il restauro, per garantire alla mummia la sua eternità e per poterla esporre nel nuovo Museo Archeologico di Bergamo.

Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da GP Batteries International, leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com) e BPS srl, Consulenza e Servizi per l’Ambiente (www.bpssrl.it), l’ Agenzia Funebre Regazzi di Calusco D’Adda che ha curato il trasporto, dal Rotary Club di Bergamo che sosterrà il restauro. Molto c’è ancora da fare e tutte le future partnership sono gradite.

Il mummy project

Centro Ricerche e sviluppo progetti, è finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.

Il Museo Archeologico di Bergamo

È situato in una delle città più afflitte dal Covid, che non si arrende e continua a pensare al futuro non solo investendo nel sociale, ma anche nella cultura. Il Comune, in particolare nella persona dell’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, ha deciso di rinnovare completamente il Museo, diretto dalla dottoressa Stefania Casini, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici. Un viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia.

Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia. I reperti egizi oggi non sono giustamente valorizzati. Vi sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, una mano sbendata, un dito sbendato montato su un supporto ligneo, un piede sbendato, un sarcofago con la mummia.

Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Akhekhonsu, non esposta al pubblico, ed il suo sarcofago.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI