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Michele della briotta

“Tenaris Dalmine, sempre più sostenibile e con il futuro a idrogeno”

Michele Della Briotta, presidente Tenaris Europa e amministratore delegato di Tenaris Dalmine, entra nel vivo sulle nuove sfide per il futuro che sta affrontando il gruppo sul fronte delle energie rinnovabili.

“Tenaris Dalmine da poco ha lanciato un programma per la riduzione del 30% delle proprie emissioni da qui al 2030. Dalmine ha un ruolo centrale in questa agenda: siamo in Europa, abbiamo delle condizioni all’esterno che da anni ci hanno portato ad investire sulle energie rinnovabili. Basti pensare che Dalmine utilizza per il 93% delle materie prime i recuperi di rottame. Abbiamo quindi un ruolo attivo in quello che è il recupero di uno scarto per dargli valore. I nostri prodotti poi sono parte della produzione di filiere per le energie rinnovabili. Continuiamo ad investire nei nostri processi perché dobbiamo andare a migliorare o a ridurre l’utilizzo dei gas. Come? Pensando ora anche all’utilizzo delle energie rinnovabili, mi piace ricordare il progetto Dalmine Zero Emissions che comporta l’utilizzo dell’idrogeno nei nostri processi di produzione. È uno studio che stiamo facendo e portando avanti con due partner importanti come Snam ed Edison, che ci accompagnano come partner industriali Techint e Tenova. Si tratta di un progetto assolutamente innovativo di cui nei prossimi anni ne sentiremo parlare”.

Michele Della Briotta, vice presidente e amministratore delegato di Tenaris Dalmine, entra nel vivo sulle nuove sfide per il futuro che sta affrontando il gruppo sul fronte delle energie rinnovabili.

Il caposaldo è il progetto “Dalmine Zero Emissions”, avviata da Tenaris insieme a Tenova e Techint Engineering & Construction, per integrare l’idrogeno verde nella produzione di acciaio da forno elettrico e nelle lavorazioni a valle dello stabilimento di Dalmine. Si tratterebbe della prima applicazione di idrogeno verde su scala industriale nel settore siderurgico in Italia. Con Snam e Edison, Tenaris Dalmine punta ad estendere l’applicazione dell’idrogeno ad altre fasi del processo produttivo.

“Dalmine come fornitore di prodotti per le energie rinnovabili in quanto ha prodotti che vengono utilizzati per il trasporto o lo stoccaggio di idrogeno, il trasporto di anidride carbonica che viene liquefatta, trasportata e immagazzinata a profondità importanti nel Mare del Nord. Per quanto riguarda il mondo industriale abbiamo prodotti dal fotovoltaico alla bioenergia. Il mondo di questo passaggio energetico ci vede protagonisti su più fronti. Infine siamo certificati per i nostri processi con la ISO 50001 e stiamo certificando i nostri prodotti che rimarca l’impatto ambientale del prodotto stesso” aggiunge Della Briotta.

Per il primo produttore italiano di tubi di acciaio senza saldatura con 1.959 dipendenti, al 31 maggio scorso, e con cinque stabilimenti produttivi a Dalmine, Arcore, Costa Volpino, Piombino e Sabbio è una grande sfida che raccoglie con un obiettivo chiaro: “Essere capofila e di esempio ad altri impianti industriali ed essere soggetto attivo per il bene della comunità” aggiunge Della Briotta.

Se il futuro è tracciato il presente è fatto di assunzioni di personale altamente specializzato e da formare sul posto con impianti che puntano ad essere, oltre che più sicuri (altro tema focale di Tenaris Dalmine) altamente innovativi sul fronte della digitalizzazione. Un presente che si fa carico anche dell’esperienza Covid. “Nel pieno della tragedia della pandemia nel quale abbiamo perso due dipendenti,  Salvatore Occhipinti e Sergio Bertino, e abbiamo dovuto rivedere la nostra attività – aggiunge l’amministratore delegato di Tenaris Dalmine – abbiamo adottato dei protocolli, in stretto contatto con le rappresentanze sindacali, che hanno salvaguardato il nostro personale. Abbiamo imparato ad affrontare un imprevisto e devo ringraziare chi ho trovato accanto a me in quei giorni, persone eccezionali che non dimenticherò per tutta la vita”. Oltre ai suoi stretti collaboratori, non mancano i componenti del consiglio di amministrazione da Sergio Tosato, presidente di Dalmine Spa, ad Alberto Valsecchi Riccardo Brevi, direttore Amministrazione e Finanza; oltre a Paolo Benzi direttore delle risorse umane.

Il presente è fatto di progetti che vedono l’attività di Tenaris Dalmine in grande ripresa, anche perché “riparta tutta l’economia si dovrà attendere il 2022. A meno che non ci siano altri imprevisti”.

Nell’anno horribilis del Covid non sono mancati consistenti premi di produzione per i dipendenti. Oltre 6.500 euro di media ad ogni lavoratore (leggi qui). “Non è nelle nostre corde sottolineare e pubblicizzare questo aspetto, ma chi lavora con noi fa parte di un progetto che riconosce lo sforzo e l’impegno di tutti” aggiunge Della Briotta.

Generico giugno 2021

Un impegno che risponde alle commesse acquisite. Dalla fornitura triennale (2022-2025) per la KOC (Kuwait Oil Company) che prevede la fornitura di circa 100 mila tonnellate di prodotti.

C’è poi il progetto pionieristico in Norvegia (leggi qui) di raccogliere CO2 (anidride carbonica), liquefarla e condurla nelle profondità del Mare del Nord.

Infine, il progetto Sakarya in Turchia (leggi qui), sul Mar Nero, per l’estrazione di gas naturale. “Progetti con volumi importanti e danno visibilità a Dalmine per quanto sappiamo produrre ed offrire” aggiunge Della Briotta.

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