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L'intervista

“Piazzale Alpini, da sempre off-limits, ora con la cultura cambierà. Senza escludere nessuno”

Filippo Cecchini Manara, responsabile della filiale di Bergamo di DOC Servizi, unico partecipante al bando, spiega come sarà la la gestione dello spazio antistante la stazione

Il 24 giugno segnerà l’inizio della nuova vita per Piazzale Alpini, nei pressi della stazione di Bergamo.

La gestione è stata affidata alla Doc Servizi di Verona, l’unica ad aver partecipato al bando. Una realtà che lavora e gestisce strutture in molte città italiane: a Bergamo si sta già facendo conoscere grazie all’esperienza del Polaresco, il centro giovanile del Comune di Bergamo, la cui gestione ha saputo riscuotere molto apprezzamento nel seppur complicato anno appena trascorso, anche grazie al cartellone di proposte di primo piano per la prossima stagione estiva.

L’affidamento di Piazzale Alpini ha durata triennale e accompagnerà quest’area della città fino al grande appuntamento con Bergamo e Brescia Capitali della Cultura 2023.

La piazza vivrà di eventi, musica, intrattenimento, somministrazione di bevande e cibo e tanto altro già a partire dall’estate 2021, riempiendo lo spazio di di quelle funzioni che l’Amministrazione comunale aveva immaginato progettando la riqualificazione del piazzale degli Alpini, un’iniziativa che il covid19 ha rallentato e solamente posticipato.

A capo del progetto, il bergamasco Filippo Cecchini Manara responsabile della filiale di Bergamo di DOC Servizi. Con lui, per la direzione artistica, Luca Borsetti.

Filippo, siete stati gli unici a partecipare al bando: cosa vi ha spinto a scommettere su questa realtà?

La cooperativa Doc Servizi lavora da oltre trent’anni con la cultura e lo spettacolo: un settore fortemente messo a dura prova dalla pandemia che ci ha imposto una riflessione sull’importanza di far ripartire il territorio con la cultura. Anche luoghi “difficili” come Piazzale Alpini o il Polaresco, un centro giovanile che più volte si è dimostrato essere complicato da gestire, anche per episodi di spaccio. Prendere Piazzale Alpini è una sfida rischiosissima, ne siamo consapevoli, ma come bergamasco la sento importantissima.

Come mai?

Perché Piazzale Alpini è sempre stato un posto off-limits dove, quasi, quando si era ragazzi e si usciva con gli amici, non si doveva andare. Noi vogliamo contribuire a cambiare questa nomea e restituire a Bergamo una delle sue piazze centrali tenendo come punti di richiamo la cultura e lo spettacolo. Ci teniamo particolarmente a questo progetto per il 2023: mostrare che la città ha una piazza dedicata alla cultura crediamo che sia un valore aggiunto.

Il 24 giugno l’inaugurazione, cosa dobbiamo aspettarci da Piazzale Alpini quest’estate?

Nel weekend di apertura saremo con l’associazione di cuochi bergamaschi per giorni di festa e buon cibo. Dal 9 luglio partirà la Summer Revolution, il festival musicale con la direzione artistica di Luca Borsetti. Con nomi come Finley, Davide Van De Sfroos e Gio Evan. Questo fino a fine agosto con un palco e 400/500 posti a sedere.

Il progetto però non durerà solo d’estate, avete già pensato qualcosa per i mesi autunnali e invernali?

Stiamo ancora ragionando grazie ad un costante dialogo con il territorio, ad esempio con BergamoScienza e l’InformaGiovani che a breve si trasferirà lì in Piazza. Sicuramente ci sarà spazio per la somministrazione di cibo e bevande e luoghi per laboratori, incontri, presentazioni di libri. Il coinvolgimento delle scuole di certo non mancherà. Per l’inverno pensiamo a degli igloo riscaldati. Sarà una piazza vissuta da tanti eventi. Tanto è vero che abbiamo voluto chiamare il progetto Bergamo1000: 1000 eventi come sono 1000 i giorni alla fine del 2023,

Adesso passando per Piazzale Alpini si vedono strutture chiuse che occupano tutta la piazza e impediscono il passaggio. Sarà sempre così? E come gestirete il mercato del lunedì?

Di giorno la piazza sarà aperta e vivibile da chi vuole, la sera ci saranno gli eventi e bisognerà rispettare l’ingresso e il percorso prestabilito dalle norme Covid. Il mercato del lunedì rimane, sposteremo alcune strutture per permettere la sua realizzazione come sempre.

Importante questo tema della piazza aperta. L’associazione bergamasca BergamoBeneComune, ad esempio, ha già sottolineato il fatto che la piazza recintata sia solo un modo per rendere la piazza “libera di adolescenti di colore, vagabondi e marginali” (come si legge nel post). Come risponde a queste “accuse”?

Noi non vogliamo assolutamente chiudere la piazza. Vogliamo animare una piazza che è sempre stata problematica e, per questo, abbandonata: vogliamo che sia finalmente una piazza da vivere. Ma questo non vuol dire escludere, anzi. Abbiamo già instaurato un dialogo con Don Roberto Trussardi della Caritas per poter aver un ruolo attivo nell’aiutare nell’integrazione. Non siamo assolutamente della politica della sgomberi. Siamo aperti e vogliamo essere una comunità che si prende carico della sua città, in tutte le sfumature e che accoglie le diverse realtà.

Anche negli ultimi giorni Piazzale Alpini e l’adiacente Piazzale Marconi sono state al centro di episodi difficili, come risse e spaccio. Sperate di contribuire, quindi, ad invertire questo trend?

Sì, assolutamente. I tanti eventi e momenti di convivialità faranno sì che quell’area sia vissuta in maniera positiva da centinaia di persone. Ma, ripeto, senza escludere nessuno. Zero tolleranza, però, nei confronti nello spaccio, come per il Polaresco. L’obiettivo è prendersi cura, con la cultura. Ed è questo il nostro valore aggiunto.

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