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L'intervista

Francesco Micheli: “La riapertura del Donizetti? Per me è stato un altro 25 aprile”

Il direttore artistico del festival Donizetti Opera: "Se da bambino, quando il teatro lo frequentavo spessissimo, mi avessero detto che avrei messo in scena un mio spettacolo nel giorno della riapertura non ci avrei mai creduto"

Le luci dei riflettori sono spente, la vita è tornata a scorrere tranquilla. La serata che ha visto il Teatro Donizetti di Bergamo tornare a splendere tre anni dopo l’avvio dei lavori di ristrutturazione è passata, sembra lontana. Ma le emozioni sono ancora vivissime: “Perché certe cose non si vivono tanto spesso – conferma Francesco Micheli, direttore artistico del festival Donizetti Opera e della Donizetti Night di Bergamo -. Tornare al live è stato davvero tostissimo: un turbinio di emozioni e di stati d’animo davvero incredibile”.

Micheli quella serata l’aveva potuta preparare in anticipo: “Sono stato segregato per oltre quattro mesi perché, in pieno lockdown, mi sono rotto due volte una gamba e sono stato allettato – ci spiega -. Immaginate che shock è stato tornare alla vita di tutti i giorni passando dall’inaugurazione del Donizetti”.

“Se da bambino, quando il Donizetti lo frequentavo spessissimo, mi avessero detto che avrei messo in scena un mio spettacolo nel giorno della riapertura non ci avrei mai creduto. È qualcosa di incredibile – racconta Micheli -. Sto vivendo questo tempo in modo bipolare: da una parte porto avanti la mia esistenza schivando pericoli e paure, dall’altra mi guardo da fuori e mi sembra di vedere la storia romanzesca di qualcuno”.

Piace questa storia romanzesca a Micheli? “Da impazzire – risponde -. Quest’ultimo periodo di prove e preparazioni, poi, l’ho vissuto completamente immerso in quello che stava succedendo. E ho percepito un senso di coesione raro per una città come Bergamo, è come se la riapertura del Donizetti fosse stato una sorta di altro 25 aprile”.

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“L’evento inaugurale – continua il direttore artistico – era riservato ad autorità e sponsor, ma abbiamo voluto che anche il pubblico potesse seguirlo grazie allo streaming. Lo ammetto, questa della trasmissione live è stata una mezza follia, era un pensiero in più in un momento già pieno di cose da fare. Ma è stato lo streaming, secondo me, quello che ha rimesso in moto tutto: è stato bello vedere la macchina teatrale ripartire, questo per me era il modo più migliore per riaprire il Donizetti dopo i lavori di restauro”.

“Il teatro è un luogo dove ci si ritrova dal vivo per raccontare storie. Ora, dopo quello che abbiamo vissuto, dobbiamo re-imparare a trovarci tutti insieme e per questo momento delicato servono storie all’altezza. Il fatto che si stia parlando del teatro di Bergamo, città tra le più colpite dalla pandemia, ci rende ancora più responsabili. Ecco – conclude Micheli – Bergamo Capitale della Cultura sarà il punto di arrivo di questa fase post-bellica”.

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