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Nuovo parere

AstraZeneca, via libera del Cts alla seconda dose per chi rifiuta il mix di vaccini

Dopo la seconda dose non sono stati riscontrati fenomeni di trombosi, mentre una sola non fornisce una protezione adeguata, soprattutto rispetto alla variante Delta. Ad ogni modo, l'indicazione prioritaria resta la seconda dose con un vaccino a mRna

Dopo la seconda dose di AstraZeneca non sono stati riscontrati fenomeni di trombosi e una sola dose di vaccino non fornisce una protezione adeguata, soprattutto rispetto alla variante Delta: sono le motivazioni che hanno spinto il Cts (Comitato tecnico scientifico) a dare il via libera alla somministrazione del preparato anglo-svedese per chi rifiuta il mix di vaccini al richiamo, correggendo quanto detto una settimana fa per sostenere la scelta del ministro della Salute Roberto Speranza di raccomandare la somministrazione di Pfizer o Moderna a chi ha meno di 60 anni e aveva ricevuto AstraZeneca alla prima dose.

Se le persone che hanno meno di 60 anni, dopo aver ricevuto una prima dose di vaccino AstraZeneca, rifiutano di fare la seconda dose con un vaccino a mRna, possono dunque avere una seconda dose di vaccino AstraZeneca dopo aver firmato un consenso informato. Ad ogni modo – spiega il ministero della Salute – l’indicazione prioritaria resta comunque la seconda dose con un vaccino a mRna.

“I fenomeni tromboembolici – riporta il Corriere della Sera, che ha visionato il verbale del Cts – sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose”, secondo stime provenienti dal Regno Unito sono pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose). E “secondo quanto riferito dal direttore Generale di Aifa, a oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di trombosi dopo la seconda somministrazione di Vaxzevria”.

Sempre secondo il Cts, “sulla base delle evidenze disponibili, la protezione conferita da una singola dose di vaccino Vaxzevria è parziale, venendo assai significativamente incrementata dalla somministrazione di una seconda dose. I rischi connessi alla parziale protezione possono assumere ulteriore pericolosità in contesti epidemiologici caratterizzati da elevata circolazione di varianti”, come quella Delta.

 

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