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Appunti & virgole

Alto gradimento per l’Italia del Mancio, la forza del gruppo esalta i debuttanti

Gli azzurri giocano come una squadra di club e chi entra dalla panchina, come Toloi e Pessina, sa subito cosa fare. Freuler? Non era lui...

Perché questa Italia è una bella Italia? “Perché è una squadra”, è la risposta più convinta di commentatori (come Fabio Capello, per esempio) che non sono certo di manica larga nei giudizi. Ma quando una squadra funziona, anche chi entra in corso d’opera riesce a esprimersi al meglio: abbiamo visto, tanto per restare ai ner/azzurri, come si è subito inserito Toloi, debuttante all’Europeo e lo stesso Pessina nei pochi minuti che ha giocato.

Per dire. Ha fatto molto di più Rafael Toloi in poco più di venti minuti che Remo Freuler, in campo per 83′ ma un fantasma rispetto al giocatore che solitamente guida la sua squadra, che è protagonista in ogni parte del campo e punto di riferimento costante.

Male Freuler e sicuramente non è del tutto colpa sua se il giocatore che abbiamo visto non è lo stesso, abituato a prendere per mano l’Atalanta, a farsi trovare pronto in ogni parte del campo.

Diciamo la verità: non possiamo naturalizzare anche Remo, però mettetelo nella nostra Nazionale e poi vediamo se sarà lo stesso, lento e impacciato che s’è visto contro l’Italia.
La squadra di Mancini ha velocità, tecnica, qualità. Sembra subire la Svizzera all’inizio, ma appena comincia ad aggredire e pressare alto arrivano le occasioni e i gol.
Non s’è visto inizialmente il confronto tra Toloi e Freuler, però alla fine c’erano, i due atalantini dell’Italia. Non solo: forse bisognerà ringraziare anche Favini, se la scuola calcistica di Manuel Locatelli è cominciata proprio a Zingonia nell’Atalanta, dai 6 agli 11 anni prima di passare al Milan che si mangerà le mani perché poi non ha creduto fino in fondo in lui. Poi naturalmente c’è l’altro ex Spinazzola, che è esploso nella prima Atalanta del Gasp ed è sempre tra i migliori.

Però, obiettivamente, la forza della squadra è proprio nel gruppo, per come sa difendere e attaccare, come sanno esultare tutti insieme anche con chi sta in panchina (lo stesso Belotti, che fino ad ora ha giocato pochi minuti ma è sempre il primo a lanciarsi ad abbracciare i compagni), per come il gruppo sa stare insieme e trovarsi a memoria anche con chi mette piede per la prima volta in campo.

Certo, Toloi è un giocatore intelligente, è il capitano dell’Atalanta e forse non ha difficoltà a capire al volo il linguaggio di una Nazionale che sembra un po’ anche la sua squadra di club, per come interpreta ogni partita, per quanto sa entusiasmare e lo sentiamo bene, grazie al ritorno del pubblico allo stadio. Complimenti a Mancini che è riuscito a creare questa orchestra. E con questo spirito è giusto non porre limiti agli Azzurri.

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