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Oggi protagonista

Non so che cosa aspettarmi dalla maturità

Non lo so come mi sento, sono elettrizzata, spaventata, confusa, e ogni giorno che passa il mio stomaco si attorciglia sempre di più, come il serpente di cui parla Nietzsche nell’ Eterno Ritorno.

Una delle tante notti di studio, ma almeno ora fa abbastanza caldo da poter stare sul terrazzo. Sono piccole gioie. La confusione di libri e schemi sparsi sul tavolo si confonde con tutti i titoli delle opere di Verga, Pirandello e Leopardi che ho letto oggi. Cerco di dare un ordine a tutte le informazioni che sto accumulando in questi giorni, anche se ho come l’impressione che nella mia testa non ci sia più spazio, eppure io continuo a cacciarci dentro cose, nella speranza di trovare un piccolo buco, come si fa con le valige prima di partire per un viaggio.

Non vedo l’ora di farla, quella valigia.

Nell’orecchio destro una cuffietta suona un vecchio CD di non so chi, che è talmente vecchio che si è cancellato il nome sulla custodia. Mi piace, è giusto per adesso. Con l’altro ascolto la mia Bergamo, che dopo tanto tempo posso finalmente chiamare casa, e intanto mi chiedo dove sarò l’anno prossimo. Tutti abbiamo sogni grandi, ma quando arriva il momento di realizzarli la paura di non riuscire salta fuori da ogni parte, e inizi a chiederti se sarai mai all’altezza. Intanto ti appigli all’unico punto saldo sul tuo futuro: la maturità. Un’ansia per volta, ti dici, poi si vedrà.

Non l’ho realizzato, ancora, che “i cinque anni più belli della tua vita” stanno finendo. O meglio, a tratti. È che mi sembra così assurdo. Sono passati cinque anni da quando ero una ragazzina spaventata che si sentiva grande all’idea di poter dire di star frequentando il liceo. E in un baleno tutto è finito. Non mi sento così grande da fare la maturità, forse per l’ultimo anno e mezzo passato in casa, o forse perché non ci si sente mai abbastanza grandi.

Ho pensato a lungo a cosa scrivere in questo testo. Volevo evitare a tutti i costi di cadere nei vecchi cliché, ho davvero provato a cercare uno spunto originale, eppure più sono sotto questa luna, più mi rendo conto che ho aspettato per cinque anni di vivere questo grande cliché che ora mi fa così paura.

“Notte prima degli esami” non l’ho ancora guardato, non ho nemmeno ascoltato la canzone di Venditti. Forse lo farò quando lo realizzerò. Chissà come sarà la mia notte prima degli esami..

Non lo so come mi sento, sono elettrizzata, spaventata, confusa, e ogni giorno che passa il mio stomaco si attorciglia sempre di più, come il serpente di cui parla Nietzsche nell’ Eterno Ritorno.

Ogni tanto immagino il momento dopo l’orale, anche se con cautela, come se avessi paura che a immaginarlo troppo forte finisca per andare male. E penso a quel senso di libertà. Chissà se mi sentirò davvero così. Chissà cosa mi riserva il futuro. Non vedo l’ora di scoprirlo, ma ho paura che a sognarlo troppo si sgualcisca. Per ora inizio provando a riservare tutte le forze per l’orale, poi si vedrà.

In ogni caso: a tutti i maturandi come me, in bocca al lupo!

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