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Deaflympics

Castel Rozzone, la Nazionale Italiana Sordi si prepara per le “Olimpiadi silenziose”

Il percorso verso il Brasile passa dal paese della Bassa dove gli azzurri si sono riuniti per un raduno di tre giorni in vista del match di qualificazione con la Danimarca

La partecipazione ai Deaflympics non è soltanto un sogno per i ragazzi della Nazionale Italiana Sordi, ma un vero e proprio appuntamento con il destino.

Poco più di un anno fa il Coronavirus ha infatti strappato loro la possibilità di partecipare ai Mondiali in programma in Corea del Sud, un’opportunità che si erano guadagnati con impegno e dedizione.

Per questo motivo il pass per la rassegna internazionale rappresenta un traguardo da centrare a tutti i costi per i ragazzi guidati da Igor Trocchia.

Il percorso verso il Brasile passa da Castel Rozzone dove gli azzurri si sono riuniti per un raduno di tre giorni in vista del match di qualificazione con la Danimarca.

Il piccolo borgo della Bassa è tornato a esser il quartier generale della formazione tricolore dopo la tappa del 2019 in vista dell’appuntamento iridato.

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“Siamo stati accolti sempre con grande calore e per questo motivo i ragazzi hanno voluto tornar qui – sottolinea l’allenatore orobico -. All’interno di questo gruppo dovrò scegliere i diciotto convocati che affronteranno la sfida con la Danimarca, tuttavia sarà una scelta particolarmente difficile perché li ho visti tutti molto bene”.

Nonostante i mesi difficili trascorsi lontano dai campi, gli azzurri si sono fatti subito trovare pronti, spinti dalla voglia di poter tornare a giocare un match con la maglia della Nazionale.

“Al di là del valore dell’avversario, queste partite sono sempre dure da affrontare poiché sono quasi delle sfide da dentro e fuori – spiega il commissario tecnico -. Nonostante il lungo stop, sono bastati pochi sguardi per intenderci e ritrovare quanto fatto in precedenza. Conosciamo perfettamente le qualità della Danimarca, tuttavia noi siamo pronti”.

La dimostrazione è arrivata sin dai primi allenamenti nel corso dei quali mister Trocchia ha posto grande attenzione alle varie fasi di gioco, dai calci piazzati alle ripartenze dal fondo.

Il valore aggiunto dell’undici italiano rimane la grande amicizia che unisce i ragazzi, fattore che ha consentito anche ai nuovi arrivati di trovare subito la giusta alchimia con i colleghi più esperti.

“Sono molto contento di aver potuto ritrovare i compagni dopo un periodo di stop a causa del Coronavirus – racconta Stefano Bragaglia, giocatore con il maggior numero di presenze in Nazionale -. Durante quella fase abbiamo continuato a collaborare con mister Trocchia via Zoom, ma ora, grazie a una situazione sanitaria migliore, abbiamo potuto riprendere il nostro lavoro e svolgerlo in compagnia di nuovi ragazzi su cui ripongo grande fiducia”.

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