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Il commento

Nazionale ok, chi ben comincia… E un po’ assomiglia alla Dea

Toloi (ieri in tribuna) l'aveva detto qualche giorno fa: "Stiamo alti per pressare, come facciamo all'Atalanta". L'ex Spinazzola uomo partita con la Turchia.

Forse non avrà previsto proprio tutto come quel tifoso del Lecce che ha indovinato risultato e marcatori dell’Italia, autogol di Demiral compreso… Però Rafael Toloi, guardando la partita dalla tribuna dell’Olimpico, dove il ct Mancini l’ha spedito assieme a un azzurro illustre come Verratti e a Castrovilli, si sarà ancor più convinto dell’opinione che aveva manifestato pochi giorni fa, dopo l’ultimo test amichevole della Nazionale.

E cioè che questa Italia un po’ assomiglia all’Atalanta. Il capitano nerazzurro l’aveva spiegato così: “Mancini ci chiede di restare alti, per essere pronti a pressare”. Come fanno i Gaspboys.
Perciò opinionisti e ex calciatori, commentando l’esordio dell’Italia in tv, concordavano: “Questa Nazionale sembra una squadra di club. Sarà un paradosso perché è un selezionatore e ha poco tempo, ma non lo è: Mancini ha sempre lavorato così con questo gruppo”.

Naturalmente poteva sembrare forse un po’ azzardato, per la Critica, rischiare il paragone con l’Atalanta, o sottolineare quello che già il ct aveva già avuto modo di apprezzare. Partendo da una considerazione. “Lo scudetto della Sampdoria è stato un fatto unico” ricordava Mancini “e forse non succederà più. Quella squadra aveva qualcosa di speciale. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario. Spero che il calcio ci riesca nuovamente: l’Atalanta è qualcosa che piace. Servono sorprese…”

Vale, tornando al paragone Italia-Atalanta, l’atteggiamento, la padronanza del gioco, la capacità di piantare le tende nella metà campo avversaria e non mollare finchè l’altro non cede. Ma non mollare nemmeno dopo il primo e il secondo gol, come ordina a squarciagola Gasperini in ogni partita della Dea.

Questo è anche il bello dell’Italia del Mancio, che un po’ assomiglia all’Atalanta del Gasp. Naturalmente cambiano gli interpreti, però lo strapotere di Spinazzola non è lontano da tante esibizioni sulla stessa fascia di Robin Gosens. Quello Spinazzola che tra l’altro smentisce un luogo comune, cioè che gli ex atalantini deludono sempre, lontano dal Gasp. Mah…
Poi certo, è fondamentale se cominciamo bene ma siamo solo alla prima, tanto per ripetere le frasi celebri del debutto agli Europei. E quindi aspettiamo a fare valutazioni vere di questa Italia dopo che avrà superato il girone, se è vero che la Svizzera di Freuler e il Galles di Bale non mettono più paura di mamma li turchi.

Ma sicuramente ci sarà presto spazio anche per Pessina, in una squadra che spende molte energie e ha bisogno di alternative capaci di coprire ruoli diversi in un centrocampo forte, ma un po’ ristretto dopo gli ultimi infortuni. Toloi? Conta il gruppo, ovvio, ma toccherà anche a lui, prima o poi.

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