Si è rivolto al noto avvocato e volto televisivo Carlo Taormina l’ex vicesindaco di Valbondione Walter Semperboni, tra i depositari al Tribunale di Bergamo delle denunce per chiedere “giustizia e verità” sulle morti per Covid-19, nel suo caso quella del papà Antonio Luigi.
Semperboni aveva raccontato la sua personale vicenda al programma televisivo ‘Le Iene’, utilizzando queste parole. Era il 21 febbraio, giorno in cui l’epidemia di coronavirus stava esplodendo in tutta Italia: “A mio padre di 80 anni appena ricoverato per polmonite nessuno ha pensato di fare un tampone per nove lunghi giorni. Non solo, il 1° marzo è stato pure dimesso, salvo poi dover tornare d’urgenza dopo cinque ore in ospedale. Dopo sedici ore in pronto soccorso si scopre che ha il coronavirus, di cui è morto poi dopo tredici giorni di agonia”.
Taormina, dal canto suo, aveva definito “assolutamente fondata e destinata al successo l’azione di responsabilità dei parenti delle vittime” nel commentare la causa civile presentata da centinaia di parenti delle vittime in tribunale, con richieste di risarcimenti al governo, al ministero della Salute e alla Regione Lombardia per i suoi residenti.
“Ringrazio l’avvocato per essersi messo a disposizione, peraltro gratuitamente – commenta Semperboni -. Gli avevo scritto mesi fa, in qualità di vicesindaco e componente dell’associazione ‘Noi Denunceremo’, per chiedergli se avesse voglia di lottare per noi e con noi. Avevo perso ogni speranza, ma ero felice di non aver lasciato nulla di intentato. Quando ho letto la sua risposta mi sono scese molte lacrime, il pensiero è subito volato a papà e ai tanti amici che mi sono stati tolti dalla pandemia, ma io continuo a pensarlo – conclude Semperboni – anche dalla molta, troppa incapacità e superficialità”.
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