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A seriate

Rogo ndranghetista dei tir, condannati mandante ed esecutori

L'incendio sarebbe stato organizzato da Giuseppe Papaleo per estromettere il rivale della Ppb da un bando sul trasporto ortofrutticolo

Dodici anni al presunto mandante Giuseppe Papaleo. Nove anni a Domenico Lombardo, ai domiciliari, considerato esecutore materiale insieme a Mauro Cocca e Giovanni Condò (questi ultimi già condannati in abbreviato). Otto anni Vincenzo Iaria ritenuto reclutatore della manovalanza.

È la sentenza pronunciata lunedì mattina dalla Corte d’Assise presieduta dal giudice Tiziana Ingrascì per il rogo che la notte del 6 dicembre del 2015 danneggiò 14 camion all’interno della ditta di trasporti Ppb di Seriate, di Antonio Settembrini.

Il pubblico ministero Emanuele Marchisio aveva chiesto 13 anni per Papaleo, 9 anni per Lombardo, e 7 anni e mezzo per Iaria.

Si conclude così la prima parte dell’indagine che ha interessato anche la direzione distrettuale antimafia di Brescia (presente in aula anche il magistrato Claudia Moregola) in quanto nella vicenda è coinvolta anche la criminalità organizzata calabrese, come emerso dai metodi estorsivi e intimidatori usati.

La causa scatenante del rogo, per l’accusa organizzato proprio Papaleo, una gara d’appalto sul trasporto ortofrutticolo in Bergamasca: l’obiettivo era quello di estromettere Settembrini e la sua Ppb dal ricco bando che la Sab ortofrutta di Telgate aveva indetto.

Papaleo è parte civile nell’altro procedimento, con rito abbreviato, collegato a questa vicenda. Secondo le indagini dopo quell’incendio Settembrini, lo stesso giorno che si recò in procura per la denuncia, si rivolse a un gruppo di ndranghetisti legati alla cosca reggina dei Tegano-Stefano, guidato da Carmelo Caminiti (morto da detenuto nel settembre scorso) chiedendo loro di minacciare Papaleo.

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