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Bergamo

L’assessore a Tremaglia: “Nessun aggravio, la nuova Bigi ottimizzerà i costi”

L'assessore Stefano Zenoni risponde ad Andrea Tremaglia, dubbioso sulla sostenibilità economica del nuovo sistema di bike sharing a Bergamo.

L’assessore Stefano Zenoni risponde ad Andrea Tremaglia, dubbioso sulla sostenibilità economica del nuovo sistema di bike sharing a Bergamo (leggi).

Rispondo volentieri alla richiesta, visto che mi fornisce l’occasione di approfondire una novità sulla quale stiamo lavorando sul tema del mobilità pubblica in città.

Il sistema BIGI che abbiamo immaginato e per il quale ATB ha istruito un recente bando pubblico non è un ritorno alle stazioni fisse, come affermato dall’interpellante, ma tutt’altro. La nuova Bigi assorbe le migliori tecnologie esistenti e mescola una logica a postazioni (fisse e virtuali) con il free floating, lasciando aperte entrambe le modalità. Sono infatti le nuove biciclette ad assorbire la tecnologia e a diventare “intelligenti”. Nessuno rinnega l’esperienza del free floating, che viene confermata e integrata anche alla presenza di postazioni per garantire maggiore ordine, soprattutto nelle aree centrali.

La logica è di ottimizzazione dei costi, contrariamente a quanto affermato dal Consigliere. Se la gara andrà a buon fine, il costo del nuovo servizio sarà di circa 250.000 euro/anno (al netto di ulteriori e possibili ribassi), a fronte dei 200.000 euro circa impiegati per la BiGi negli anni passati e del contributo annuo di 130.000 euro che era stato erogato per sostenere il servizio offerto da mobike, aggiudicataria della manifestazione pubblica. Si comprende dunque che la nuova Bigi costerà poco di più della Bigi esistente (250.000 contro 200.000), ma meno della coesistenza di due servizi. Con questa differenza contenuta aumenta però il numero delle biciclette (350 nuove, contro le 100 attuali), il servizio assorbe le tecnologie migliori sul mercato e copre tutta la città (cosa che oggi non avviene con la Bigi esistente). Stiamo dunque parlando di 50.000 euro di differenza (salvo ribassi), che, però, considerando anche il servizio di mobike, in realtà si trasformano in un risparmio di quasi 80mila euro per il sistema della mobilità in sharing.

Gli investimenti infrastrutturali in conto capitale (circa 400.000 euro) sono invece già previsti da anni nei bilanci di ATB come co-finanziamento all’interno del Bando Periferie e di Bus&Bike, ovvero finanziamenti vinti presso diversi Ministeri e già attuati. Sono dunque impegni già assunti e vincolanti.

Il superamento della situazione a due operatori serve ad efficientare il sistema ed evitare concorrenze di clientela sul fronte biciclette. Questo può allargare la base di recupero tariffario, pur sapendo che in tutti i servizi pubblici di mobilità (bus e tram compresi) non si ha mai il pareggio e la redditività non copre gli interi costi dei servizi.

L’idea di riportare il bike sharing a pieno controllo di ATB è volta a finalizzare sinergie con il TPL e contenere i costi di utilizzo per il cittadino, e tenerla inquadrata nei servizi di mobilità ai cittadini a valenza pubblica, per favorire la mobilità sostenibile.

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