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L'intervista

Il Prefetto Ricci: “Per Bergamo un 2 giugno di rinascita, ma non abbassiamo la guardia”

Il capo della Prefettura ha da poco festeggiato un anno in città: "Sono stato quasi sempre nel mio ufficio. Non vedo l'ora di poter uscire per conoscere i nostri 243 sindaci e i loro territori"

Oltre alla nobile ricorrenza del 75esimo anniversario della nascita della Repubblica, il 2 giugno 2021 assume il significato di rinascita dopo un periodo nero lungo quasi un anno e mezzo causa Covid.

Con l’abbassamento dei contagi dovuto anche all’aumento delle vaccinazioni, le misure di contenimento sempre meno stringenti e la riapertura di molte attività, la data che celebra il referendum istituzionale che nel 1946 mise fine alla monarchia in Italia, rappresenta oggi un’altra ripartenza.

Anche in Bergamasca, una delle località più martoriate dal virus. Lo sa bene il Prefetto Enrico Ricci, (fresco di vaccino Astrazeneca, “senza alcun problema”) arrivato nella nostra città proprio nel pieno della prima ondata, la scorsa primavera, al posto della dottoressa Elisabetta Margiacchi, che prima di congedarsi per andare in pensione aveva anche contratto il Covid.

Dottor Ricci, che 2 giugno è quello di quest’anno? 

“La cerimonia commemorativa prima in piazza Vittorio Veneto e poi in via Tasso si svolgerà ancora con tutte le misure precauzionali indicate dal Governo, quindi si tratterà di una celebrazione piuttosto rapida e con pochi partecipanti, proprio come lo scorso anno. Questo per far capire che anche se la situazione sta migliorando, e di questo ne siamo felici, sono necessarie ancora massima responsabilità e attenzione da parte di tutti. Non si può abbassare la guardia proprio adesso che vediamo la luce in fondo a questo tunnel”.

Se volessimo tracciare un bilancio, come si sono comportati i bergamaschi in questi lunghi mesi di limitazioni e divieti?

“Direi bene. Abbiamo predisposto molti controlli in città e nei paesi della provincia, e dai report quotidiani è sempre emerso un numero di sanzioni limitato. La gente ha rispettato le regole, spesso senza nemmeno la necessità di una presenza costante di forze dell’ordine”.

Che estate si aspetta rispetto a quella di dodici mesi fa?

“Dipenderà molto dall’evoluzione del fenomeno. La scorsa estate è stata vissuta con relativa tranquillità. La scelta di favorire i dehors per i locali, a Bergamo come in altre località della provincia, ha favorito la vita all’aperto in sicurezza. Anche quest’anno sono stati allestiti spazi esterni alle attività di ristoro. Spero quindi che il copione sia lo stesso. Anzi, con le vaccinazioni magari anche migliore”.

Proseguiranno i controlli in strada e i posti di blocco? 

“Credo di sì, ma con la ripresa della vita di tutti i giorni le forze dell’ordine dovranno man mano tornare a occuparsi anche delle mansioni ordinarie e dei reati comuni”.

Ha da poco festeggiato il suo primo anno di servizio a Bergamo, come si è trovato qui finora?

“È stato per me come per tutti un periodo molto duro. Ci ha visti impegnati in modo costante non solo nei servizi di polizia e nelle riunioni organizzative, ma anche nell’attività, poco conosciuta, di risposta alle domande di cittadini e associazioni su spostamenti e aperture. Non è stato facile gestire il lavoro nella sua complessità, ma credo che anche grazie alla collaborazione di tutti le cose sono andate in modo abbastanza positivo per noi”.

A causa delle limitazioni, tra l’altro, non ha avuto modo di visitare e conoscere la Bergamasca…

“Da quando sono arrivato sono stato sempre nel mio ufficio in pratica. Spero che nelle prossime settimane, con il miglioramento della situazione, ci possano essere anche più opportunità di uscire e riprendano le cerimonie in presenza a cui poter partecipare. Non vedo l’ora di conoscere i sindaci dei 243 comuni della nostra provincia e i territori che amministrano”.

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