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Parlano i ristoratori

Bar e ristoranti aprono anche all’interno: “Ripartiamo senza licenziamenti e pieni di entusiasmo”

La soddisfazione di Cornali e Falconi: "Siamo riusciti a mantenere l'intero organico". Al Tre Noci 30 coperti in meno: "Ma l'importante è lavorare come si deve"

Si riparte, nuovamente: da oggi, martedì 1° giugno, il caffè potrà essere consumato anche al bancone e per pranzo, cena e colazione i clienti potranno essere serviti anche al chiuso. Un altro passo verso la normalità, una nuova boccata d’ossigeno per un intero settore che negli ultimi quindici mesi è finito in ginocchio. Letteralmente.

“In realtà pensavamo e speravamo di poter lavorare a maggio, ma non è andata poi così bene: è stato un mese difficilissimo – ci spiega Mario Cornali, chef e patron del Ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo -. La gente prenotava e poi cancellava in base ai cambiamenti del meteo, giustamente non era contenta di cenare all’aperto con 11 gradi: noi vendiamo un’esperienza di benessere e a quelle condizioni capisco che un pasto non possa essere considerato tale”.

Il Ristorante Collina in questo ultimo anno e mezzo è stato un esempio di resilienza: “Prima della pandemia eravamo in quattordici tra brigata di cucina e personale di sala, oggi ripartiamo con le stesse quattordici persone: non abbiamo licenziato nessuno – sottolinea soddisfatto Cornali -. Per noi gestori è stato un sacrificio non indifferente, anche se una mano ce l’hanno data i ristori, piccoli o grandi che siano, arrivati durante le chiusure”.

“Ora mi aspetto la risposta dei clienti, che sono sicuro non tarderà ad arrivare: si percepisce la voglia di tornare alla vita di prima, a quella normalità – conclude lo chef – che tanto è mancata a tutti”.

Ore di preparativi per la ripartenza vera anche a Spirano, al ristorante Tre Noci: “Tornare a lavorare a pieno regime dà una bella sensazione – spiega Giovanni Pilenga che assieme alla madre Daniele e alle zie Emilia e Lory porta avanti la realtà avviata alla fine degli anni ’60 dal nonno Camillo Cristini -. Nei mesi scorsi è stata dura, per noi era difficile lavorare sapendo che i clienti avrebbero annullato le prenotazioni quando vedevano arrivare nuvole cariche di pioggia verso le 18. Ma ora, anche a livello psicologico, si respira aria positiva: crediamo davvero che questa sia volta buona, che si possa riaprire per non chiudere più”.

“Per noi poter servire i clienti all’interno diventa fondamentale con l’arrivo del caldo – commenta il ristoratore di Spirano -, soprattutto a pranzo: sono sempre di più le persone che quando prenotano in estate chiedono di stare al chiuso, con l’aria condizionata. Martedì riapriamo con 60 coperti, trenta in meno dei 90 che solitamente prevediamo. Ma non ci interessa: la cosa più importante è poter tornare a lavorare come si deve”.

Vigilia di riapertura col sorriso anche a Ponteranica, alla Trattoria Falconi: “Ci auguriamo di ripartire alla grande – esordisce Marco Falconi, patron del locale assieme al fratello Giorgio -. La gente ha voglia di uscire e di stare in compagnia, tutti vogliamo metterci alle spalle questo ultimo anno e mezzo durissimo. Durante la pandemia abbiamo fatto un lavoro che non ci piaceva: il delivery era fondamentale per continuare a vivere, ma preparare dei piatti che dovevano fare un viaggio e poi essere riscaldati non fa per noi”.

“Le ultime settimane sono state complicate non solo da vivere, ma anche da accettare: era dura pensare che lo stesso muratore che potevo servire comodamente al chiuso a mezzogiorno, lo dovevo far mangiare al freddo cinque-sei ore dopo – spiega Falconi -. Ora, però, i segnali di una ripresa vera e propria ci sono tutti: la speranza è che il vaccino faccia il suo corso, come sembra stia succedendo”.

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