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Ortofrutta

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Al mercato il profumo del basilico bergamasco: la ricetta del pesto veloce

Iniziamo a raggiungere un andamento climatico che permette una produzione regolare: da questo momento in poi, fino a settembre/ottobre potremo gustarne la bontà

È il basilico il prodotto della settimana al mercato ortofrutticolo bergamasco. Un ruolo da protagonista spetta al raccolto con origine locale, reperibile freschissimo e profumatissimo.

Iniziamo a raggiungere un andamento climatico che permette una produzione regolare: da questo momento in poi, fino a settembre e – meteo permettendo – anche ottobre potremo gustarne la bontà. La quantità e la qualità sono talmente elevati da non rendere necessario approvvigionarsi dalla Liguria.

Dotato di svariate proprietà per la salute e il benessere, contiene potassio, ferro, fosforo, calcio, magnesio e vitamina A. Grazie alla sua composizione, è alleato dell’apparato cardiocircolatorio aiutando a migliorare il flusso sanguigno e a diminuire il rischio di irregolarità del battito cardiaco.

In cucina può essere utilizzato per insaporire primi e secondi piatti, ma anche bruschette e tartine.

Dando uno sguardo più in generale al mercato ortofrutticolo, si intensifica la disponibilità di albicocche con origine nazionale. Per ora si tratta di varietà provenienti dalle regioni italiane centro-meridionale ma da settimana prossima le condizioni climatiche dovrebbero consentire anche la raccolta negli areali produttivi di Emilia Romagna e Veneto. Il livello qualitativo è fortemente legato al territorio alla singola varietà: nella massa ci sono esemplari esteticamente belli ma il sapore e il grado zuccherino non rendono giustizia all’aspetto. Per assaporare i frutti migliori bisogna farsi consigliare dal proprio fruttivendolo o dall’ambulante di fiducia. Si può trovare, in quantitativi in diminuzione, anche l’offerta spagnola: in questo casi i prezzi risultano in forte calo.

Analogamente, la bontà delle ciliegie non dipende tanto dai luoghi d’origine ma dalle tipologie: sta scemando l’offerta delle varietà eccessivamente precoci, contraddistinte da una maturazione veloce che porta a un grado zuccherino inferiore alle attese, e iniziano ad arrivare quelle con la polpa più dura, in grado di sprigionare un sapore migliore. Spicca la tipica ciliegia modenese dell’areale produttivo di Vignola che si contraddistingue per la cura nella lavorazione e nella selezione dei frutti che porta la qualità e il valore del prodotto in vetta rispetto agli altri. Oltre a queste c’è ancora prodotto spagnolo con una forbice dei prezzi ampia in funzione del tipo di varietà che si sceglie: tendenzialmente costano meno di quelle italiane non necessariamente per ragioni qualitative ma perché sono più mature.

Aumenta la presenza di pesche e nettarine italiane, che per ora provengono principalmente dalle regioni centro-meridionali (Puglia e Campania in primis). Hanno bisogno ancora di riposare perché la polpa risulta particolarmente dura e croccante, quindi le indicazioni del professionista a cui ci si rivolge sono molto utili.

Risulta calmo e regolare il mercato delle nespole, mentre comincia la campagna dei piccoli frutti italiani, in gran parte lamponi e mirtilli (è ancora contenuta la disponibilità di ribes).

Approda sulla piazza l’uva Vittoria siciliana: si tratta dei primi arrivi, i quantitativi sono ancora limitati e i prezzi si collocano entro valori medio-alti. La merce offerta pecca in termini di colore degli acini, che non sono giallo paglierino ma tendono al verde prato. Il sapore è accettabile ma migliorerà considerando che siamo agli inizi della stagione.

Volge al termine la campagna della fragola Candonga della Basilicata: l’attenzione verso questa referenza sta calando e si risveglia l’offerta dell’Emilia Romagna, del Piemonte e del Veneto, che ora come ora sono in grado di garantire una miglior tenuta.

Nella massa è ottimo il livello qualitativo dei meloni siciliani, acquistabili con quotazioni in diminuzione rispetto a quelle rilevate la scorsa settimana. Nel frattempo cresce la presenza dei meloni mantovani lisci e retati: si tratta di un prodotto premium e all’inizio della stagione, quindi il valore medio è differente rispetto a quello siciliano.

Non sono ancora decollate le compravendite di angurie: gli areali produttivi sono il nordafrica e la Sicilia. Il grado zuccherino è buono e la polpa è in evidente miglioramento.

Passando al comparato orticolo, volge al termine la stagione degli asparagi. Le temperature non stimolano i consumi ma i quantitativi sono in diminuzione e i prezzi riescono comunque a soddisfare i produttori.

Da annotare, inoltre, l’inizio della stagione della cipolla di Tropea, contraddistinta da caratteristiche organolettiche uniche, e l’arrivo – in piccole quantità – dei fagiolini con origine locale, che si affiancano a quelli siciliani: sono buonissimi e hanno la miglior qualità rispetto agli altri.

È crollato il prezzo dei peperoni e dei pomodori a grappolo ed è in consistente diminuzione anche il valore di mercato dei radicchi rossi (lungo precoce e tondo rosso), mentre è terminata l’annata del tardivo). È particolarmente elevato, invece, il prezzo dei porri: il costo del prodotto estero è sostenuto a fronte di quantitativi limitati e quello italiano è ancor meno.

Per concludere, sono stabili zucchine, spinaci e sedano.

LA RICETTA DELLA SETTIMANA

pesto (immagine dolce e salato)

Pesto (col frullatore)
Dal blog di GialloZafferano Dolce e Salato 

Consapevole che i genovesi mi malediranno in tutte le lingue del mondo, ma se il tempo a disposizione è poco e le idee scarseggiano è sempre possibile preparare un pesto al basilico dell’ultimo minuto, basta essere dotati di un frullatore, in questo caso a immersione!

Ingredienti

Basilico 80 g
Parmigiano reggiano 40 g
Pecorino 40 g
Pinoli 40 g
Olio extravergine d’oliva 150 g
Aglio 1 spicchio
Sale q.b.

Preparazione

Se siete dotati di un mixer o comunque di un robot che macina basta mettere dentro tutti gli ingredienti e frullare fino a raggiungere una consistenza cremosa del vostro pesto alla genovese.

Se invece avete un frullatore a immersione, in una ciotola dai bordi alti mettiamo insieme tutti gli ingredienti in modo da ridurre al minimo gli schizzi ed iniziare a frullare con il frullatore

Fate delle brevi pause in modo da evitare il surriscaldamento del frullatore stesso, una volta pronto e cremoso al punto giusto assaggiatene una puntina per verificare che non manchi il sale, se non risulta abbastanza liquido si può aggiungere ancora un po’ di olio.

Sembra incredibile, ma il vostro pesto alla genovese è pronto! Se ne avete fatto troppo non temete potete conservarlo in barattolini di vetro e congelarlo in modo da averne sempre un po’ di scorta.

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