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Bergamo

Inaugurato il nuovo Teatro Donizetti: che lo spettacolo abbia inizio! fotogallery

Nel pomeriggio di venerdì 28 maggio il sindaco Giorgio Gori ha tagliato il nastro. Giorgio Berta, presidente della Fondazione, visibilmente emozionato

Facciamo che… Potrebbe essere l’inizio del gioco più bello, quello che vorremmo non finisse mai.

Per Bergamo è l’inizio della rinascita, di un nuovo capitolo in cui tutto può succedere. È un caso curioso, forse uno scherzo del destino, che l’inaugurazione del restaurato Gaetano Donizetti sia avvenuta in occasione della giornata mondiale del gioco. Nel pomeriggio di venerdì 28 maggio il sindaco Giorgio Gori ha tagliato il nastro, il momento ufficiale che segna questa rinascita, fisica e simbolica al tempo stesso.

Era il 5 febbraio 2018 quando il nostro teatro iniziò la trasformazione. Tre anni dopo, il primo febbraio 2021, l’edificio è stato riconsegnato alla Fondazione Teatro Donizetti e a tutti i bergamaschi. Nel mezzo c’è stata un’emergenza sanitaria che ha sconvolto la nostra terra come mai avremmo potuto immaginare. A raccontare la storia delle ultime tre lune del tempio laico è Giorgio Berta, presidente della Fondazione, visibilmente emozionato. “Questo teatro è l’orgoglio della città – ha commentato, davvero commosso – è il simbolo della rinascita e della caparbietà dei bergamaschi”. Berta e l’intera Fondazione avrebbero voluto un primo spettacolo con e per i cittadini, ma questo non è stato possibile per via delle restrizioni anti Covid.

Prima di questo momento c’è stato l’incanto, quello che sa lasciare a bocca aperta anche il più cinico degli spettatori.

A cominciare proprio dalla fine della serata, il momento istituzionale, il più bello che la storia della Repubblica abbia mai visto. Il merito del gioco geniale a cui i presenti hanno assistito va a Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti Opera Festival, regista dello spettacolo inaugurale. Va anche a Maria Pia De Vito, direttrice artistica di Bergamo Jazz, e a Maria Grazia Panigada, direttrice artistica della stagione di Prosa e Altri Percorsi, che è riuscita nell’impresa di inserire nello spettacolo la performance dei Cafelulè, maestri del teatro circo”. È così il primo cittadino Giorgio Gori si è ritrovato a fare il classico taglio del nastro tra luci maestose e ballerine al ritmo delle note del dejay Jodi Pedrali.

Ma come è possibile? Verrebbe da chiedersi. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato proprio al Donizetti, è che tutto è possibile, quando si gioca a teatro. Anche ribaltare gli spazi: il palco diventa platea, la platea diventa palco.

Lo spettacolo è stato un crescendo di intensità, un mix di colori e di contaminazioni, nato dalla collaborazione tra i tre direttori artistici. Sono servite lunghe ore di lavoro per intrecciare tutte le arti possibili del teatro e arrivare al risultato finale. La missione è stata compiuta.

La voce e la presenza di Lella Costa, attrice di raro talento, ha dato nuova vita alle parole immortali del grande William Shakespeare.

Il suono del clarinetto di Gianluigi Trovesi ha prima regalato una preghiera di anima e memoria per i morti della nostra terra, eseguendo con il Coro del Donizetti Opera Festival un brano tratto dal Requiem di Gaetano Donizetti. Poi è improvvisamente tutto diventato una festa di ritmo e colori: un’orchestra quantomai improbabile – composta da clarinetto, base dj e coro – ha eseguito il brindisi tratto da “L’elisir D’amore”.

La fisarmonica suonata da Ermes Pirlo ha compiuto quasi una magia, riuscendo a far credere al pubblico di essere al centro del più grande ed entusiasmante dei misteri.

Questo è il teatro, il nostro teatro. Come ha ricordato Lella Costa, ai tempi di Shakespeare non c’era la tecnologia di oggi, ma il teatro è sopravvissuto fino a noi. Sono le persone a fare il teatro, quelle sul palco e quelle che guardano il palco. Finché ci saranno grandi sognatori, il gioco e quindi l’arte saranno possibili. Del resto, non è nemmeno un caso che in inglese giocare e recitare si dicono con lo stesso verbo “to play”.

Ora inizia una nuova era per il teatro che porta il nome di Gaetano Donizetti. Si aprono nuovi possibili scenari. Che lo spettacolo abbia inizio!

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