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L'operazione dei carabinieri

Trescore, concessionaria fantasma per vendere auto: fratelli si costituiscono, sequestrati veicoli di lusso video

Secondo i carabinieri, dopo avere incassato il denaro chiudevano la concessionaria e sparivano

I due fratelli si sono presentati spontaneamente alla caserma di Grumello del Monte per rendere un chiarimento sulla loro posizione. Si è conclusa lo scorso weekend, con l’esecuzione delle misure cautelari in carcere a carico di due fratelli di 29 anni e 31 anni residenti a Trescore Balneario, un’operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Bergamo.

I militari della Compagnia di Zogno, insieme a quelli del Comando Provinciale di Varese, lo scorso 24 marzo avevano dato esecuzione ad 8 ordinanze cautelari emesse dal Tribunale di Bergamo, di cui 3 in carcere e 5 agli arresti domiciliari a carico di persone sinti di cittadinanza italiana, abitanti a Trescore Balneario, Mornico al Serio, Madone, Fagnano Olona (Varese) e Busto Arsizio (Varese), indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, insolvenza fraudolenta, calunnia, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione, specificatamente nella compravendita di veicoli mediante la costituzione di “concessionari fantasma”.

L’attività indagine condotta dai militari della stazione di Villa d’Almé, coordinata dal pubblico ministero della Procura di Bergamo Emanuele Marchisio, si è protratta dal dicembre 2019 al marzo 2021, focalizzandosi su un sodalizio criminale composto principalmente da sinti italiani con il supporto di altri soggetti di nazionalità italiana, avviata a seguito delle diverse frodi che hanno caratterizzato la brevissima vicenda del concessionario ‘Guido l’auto’, aperto a Sorisole il 3 dicembre 2019 e chiuso il 7 dicembre successivo.

La ricostruzione delle diverse frodi (ben 12) patite dagli ignari clienti dell’autosalone ha tuttavia consentito di far emergere un ben più ampio ed allarmante spaccato criminale, connotato dall’operatività di una vera e propria associazione per delinquere, gravitante attorno alla figura dei fratelli.

Si è ricostruita la metodologia operativa standard della truffa, caratterizzata dai seguenti passaggi: pubblicizzazione delle vetture tramite i siti internet subito.it ed autoscout24.it; indicazione di un prezzo particolarmente conveniente; visione del mezzo presso l’autosalone; richiesta di versamento di una caparra confirmatoria (generalmente pagata in contanti); richiesta di pagamento anticipato del saldo mediante bonifico su conto corrente; indicazione della data di consegna del mezzo alla settimana successiva rispetto a quella in cui era stato effettuato il pagamento; mancata consegna del veicolo; chiusura dell’autosalone; sviamento dei clienti, mediante calunnia verso altri soggetti indicati quali autori della truffa.

Si è appurato come la medesima auto fosse soggetta a plurime vendite a diversi clienti, di cui nessuna andata a buon fine, e che complessivamente hanno generato un profitto complessivo di circa 185.700 euro. Inoltre, successivamente gli autoveicoli impiegati per la frode venivano materialmente e giuridicamente fatti sparire, così come le cifre bonificate sui conti correnti che, non appena incassate, venivano pressoché contestualmente ‘svuotati’ mediante disposizione di bonifici verso l’estero, specificatamente verso banche croate.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari si è proceduto al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di alcuni veicoli, tra i quali alcuni di lusso come Porsche e Hummer, immobili situati nella provincia di Bergamo, che nel frattempo erano stati intestati a prestanome e conti correnti bancari per un ammontare di oltre 2 milioni di euro: oltretutto si tratta di beni di significativo valore patrimoniale, di cui gli indagati non appaiono in grado di dimostrare la legittima provenienza e il cui valore appare del tutto sproporzionato rispetto alla capacità reddituale degli stessi, pressoché nulla e tale da non consentirne nemmeno la mera sussistenza.

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