• Abbonati
Il caso

Al Lago delle Trote di Foppolo un’altra centralina idroelettrica? Il progetto fa discutere

A prendere posizione è la lista d'opposizione "Valorizziamo Foppolo": "Contesto ad elevatissima naturalità, di grande qualità paesaggistica e di valore turistico. Siamo fortemente contrari"

Fa discutere il progetto di una centralina idroelettrica presentato da una società privata al bacino del Lago delle Trote di Foppolo.

A rendere noto il caso e prendere posizione è la lista d’opposizione “Valorizziamo Foppolo”. “La Provincia di Bergamo, che è responsabile del rilascio delle concessioni per le derivazioni dai corsi d’acqua – scrive in una nota – ha convocato per il prossimo 10 giugno la relativa conferenza di servizi, tappa cruciale di un iter approvativo partito nel 2013”.

Il progetto sembra prevedere la costruzione di un’opera di presa sul Brembo di Valleve e di Foppolo a quota 2.098 m, alla fine del breve tratto in piano dopo la sua formazione dal Lago delle Trote. “Nelle intenzioni della società proponente – illustra la lista d’opposizione – la condotta forzata interrata verrebbe posata per uno sviluppo complessivo di circa 430 metri. La centrale è prevista in un nuovo fabbricato, a quota 1.874, mentre la restituzione è prevista a monte del bacino di presa della sorgente Quarta Baita, che alimenta la rete idropotabile di Foppolo”.

Questo tipo di progetti non passano al vaglio del Consiglio Comunale. “Pensiamo, comunque, che questa iniziativa strategica per il territorio e critica dal punto di vista ambientale non abbia ricevuto l’adeguata attenzione: noi stessi ne siamo venuti a conoscenza casualmente. Per questo desideriamo condividere le nostre considerazioni e stimolare l’opinione pubblica”.

Secondo gli esponenti della lista “Valorizziamo Foppolo”, l’opera determinerebbe innanzitutto “l’alterazione del normale decorso del torrente, in pieno Parco delle Orobie a 2.100 metri in un contesto ad elevatissima naturalità, di grande qualità paesaggistica e di particolare valore turistico. L’emissario del lago crea una caratteristica cascata generando un ecosistema particolare, che rischia di venire alterato in maniera irreparabile in favore di tubazioni ed altri manufatti che lascerebbero una ferita aperta nella montagna. Le fasi di cantiere, che potranno protrarsi da 1,5 fino a 2 anni, recherebbero senz’altro un danno aggiuntivo – sono convinti -. Crediamo che l’esempio recente visto nella vicina Pagliari (a Carona, ndr) dovrebbe far riflettere sulla reale impronta ecologica che questo tipo di impianti comporta per il territorio”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI