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Commercio

Viscardi: “Il tema della fiducia è uscito in modo dirompente durante la pandemia”

Nicola Viscardi, presidente del Distretto urbano del commercio di Bergamo: "La politica dovrebbe sicuramente premiarci in modo costante perché il nostro approccio alla quotidianità nei nostri quartieri non è solo domanda/offerta, ma presenza costante del territorio, sicurezza, ricchezza delle relazioni".

Nicola Viscardi, presidente del Distretto urbano del commercio di Bergamo che conta 1.600 commercianti tra il centro storico e i borghi, non ha dubbi su che cosa resta in eredità dai lockdown della pandemia ai negozi di vicinato.

“Durante il lockdown a marzo 2020, in qualche giorno con Ines, abbiamo creato la lista dei negozi che facevano consegna a domicilio gratuite – afferma Viscardi -. Adesso può sembrare strano, ma un anno fa portare una spesa a casa di una persona era una cosa incredibile. I commercianti di fiducia di Bergamo hanno consegnato la spesa rischiando spesso la propria salute e quella dei propri cari, servendo persone malate, anziani e i loro famigliari. È una cosa che non c’entra con il business ma con le persone”.

Le persone hanno riscoperto il negozio sotto casa, ma rimarranno fedeli?
Il commercio di vicinato mette al centro gli essere umani, non il business, quello è solo una conseguenza di fare il proprio lavoro al meglio: mettere in gioco tutta la professionalità, lo spirito di servizio. Da questo nasce la ricchezza e non il contrario. Il tema della fiducia è uscito in modo dirompente durante la pandemia e questo deve continuare enormemente a differenziarci rispetto ad altre polarità commerciali, spesso impersonali, amorfe e che talvolta antepongo il profitto alla cura della persona. Il legame tra i negozi e la sua città qui a Bergamo é qualcosa di totalmente diverso, molto sentito sia dai clienti sia da noi commercianti. Le persone hanno ancora più voglia di vivere la città e i suoi negozi.

Potrebbero esserci delle misure per aiutare i negozi di vicinato?
La politica dovrebbe sicuramente premiarci in modo costante perché il nostro approccio alla quotidianità nei nostri quartieri non è solo domanda/offerta, ma presenza costante del territorio, sicurezza, ricchezza delle relazioni. Non basta più il “bollino” negozio storico, il commercio di vicinato ha bisogno che la politica faccia scelte coraggiose, di veri incentivi e con costanza. Non servono più bandi spot o assistenzialismo, vogliamo strumenti per accompagnare gli imprenditori più anziani a trasferire le conoscenze a quelli più giovani, formarci, per sviluppare nuove idee, conoscere nuovi strumenti, progettare strategie competitive per sfidare nuovi mercati.

Quali sono gli obiettivi principali del Distretto urbano del commercio di Bergamo?
La presenza di esercizi commerciali è sinonimo di servizi ai cittadini ma allo stesso tempo anche di presidio sul territorio. Il tema della sicurezza cittadina deve essere una priorità, e in questo senso le vie della nostra città saranno tanto più sicure quanto più caratterizzate da attività commerciali aperte al pubblico. Poi c’è il tema della riqualificazione dei quartieri e dell’aumento del valore economico degli immobili: maggiore è il numero delle attività commerciali aperte, maggiore sarà l’impatto positivo e la diversificazione dei quartieri di appartenenza. Oltre all’azione di presidio, la presenza e l’accessibilità ad attività e servizi commerciali è di fatto un fattore determinante in grado di influire sul valore stesso degli immobili. Non dobbiamo permettere che la presenza di un numero così alto di centri commerciali, posizionati sul perimetro cittadino, trasformino col tempo una buona parte della nostra città in “quartieri dormitorio”.

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