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Il caso

Impianti Brembo Ski: ipotesi di smantellamento? I possibili acquirenti ci sono già

Mauro Arioli, ex vicesindaco di Carona, segue l'evolversi della situazione per possibili acquirenti degli impianti, che hanno l'idea di smantellarli e trasferirli nei Balcani (in caso di uscita di scena di Dentella). Mosse decise o schermaglie politiche? Di sicuro, serve un impegno preciso dal territorio

“Gli impianti di risalita in Val Carisole? C’è il serio rischio che vengano smantellati”.

Parole di Mauro Arioli, ex vicesindaco di Carona durante l’amministrazione di Gianalberto Bianchi, che getta un’ombra scura sul futuro dello sci a Foppolo e Carona. Una sicurezza, la sua, che deriva dallo stallo in cui si trova l’iter per l’acquisto dei beni del Fallimento Brembo Super Ski, ancora non formalmente concluso (la data-limite per la decisione è il 22 luglio), a seguito del disimpegno comunicato da parte di Stefano Dentella, imprenditore a capo della Sviluppo Monte Poieto, dopo la proposta presentata lo scorso aprile.

“La questione più seria è quella relativa alla revisione generale degli impianti – spiega Arioli – Un lavoro che necessita di almeno 4-5 mesi e un costo di 500mila euro, necessario se si vorranno aprire gli impianti entro il prossimo dicembre. Se Dentella dovesse ritirare la sua proposta (acquisto delle seggiovie a 1 milione e 400mila euro), è improbabile che la curatela fallimentare si possa occupare di effettuare la revisione generale. Senza l’impegno di Dentella, l’unica posizione all’orizzonte sembra quella di acquirenti pronti a riposizionare parti degli impianti”.

Tradotto: è pronosticabile che chi si presenti ad una prossima asta, lo faccia solo ed esclusivamente per rivendere le strutture.

Proprio in questo senso, entra in gioco Arioli. “Mi è stato conferito un mandato per seguire la vicenda per conto di alcuni possibili acquirenti interessati a smantellare e trasferire gli impianti nei Balcani: sia la seggiovia del paese, sia il Valgussera, sia il Conca Nevosa (quattro posti ad ammorsamento automatico) sono di sicuro interesse”.

L’obiettivo, per Arioli e la sua società veicolo ELEVENFORTWO LTD (con sede a Londra), sarebbe quello di acquistare ad una prossima, eventuale, asta. “Aspettiamo che Dentella ritiri l’offerta per poi partecipare ad un’altra asta. Asta alla quale si presenterà anche chi, eventualmente, sa già dove trasferire gli impianti”.

Un’affermazione che suona come una minaccia. “Business is business” spiega Mauro Arioli, che confessa però di “fare il tifo” per Stefano Dentella. Chiamando in causa indirettamente le amministrazioni comunali.

“Se non trovano un accordo con Dentella, gli impianti rimarranno chiusi. Parliamo di una questione prettamente tecnica: il 22 luglio è un termine per il quale è impossibile iniziare i lavori e la revisione in tempo utile per dicembre. Oltre alla revisione generale, bisogna rifare l’arroccamento a Carona e sistemare l’impianto di innevamento. Io ho fatto il vicesindaco e so che un accordo preliminare lo si può trovare sempre, non ci si trincera dietro il fatto di attendere un acquirente ufficiale”.

Oltre alla revisione generale degli impianti, ci sono poi altre diatribe da risolvere, come quella relativa agli impianti di risalita di Foppolo: il comune ne ha la disponibilità, ma gli impianti appartengono alla Devil Peak di Giacomo Martignon.

Dallo scorso 21 aprile, quando è stata ufficializzata da Stefano Dentella l’offerta (l’unica) presentata al Tribunale di Bergamo per l’acquisto di tutti i beni del Fallimento Brembo Super Ski (1 milione e 400mila euro, con una cauzione già versata di 140mila euro), la sensazione è quella di assistere ad una partita a scacchi. Mosse misurate, comunicati stringati, improvvise rivelazioni.

La realtà più plausibile è che tutti stiano aspettando una mossa decisiva, soprattutto dalle parti di Carona. Una presa di posizione più determinata da parte dell’amministrazione, ma anche un impegno preciso che venga dal territorio.

“Possibile che nessuno abbia sentito Dentella? – si chiede Arioli – Imprenditori, maestri di sci, rifugisti. Nessuno che abbia fatto un passo per partecipare attivamente ad un rilancio della zona chiesto a più voci?”.

Poca voglia di partecipare? Diffidenza? Preoccupazione anche della cattiva fama che ormai i due comuni si sono costruiti in questi ultimi anni? Ad oggi, la matassa sembra sempre più ingarbugliata. In attesa della prossima mossa sulla scacchiera degli impianti di risalita in Val Carisole. Un tavolo sul quale ci si gioca il futuro di tutta la zona.

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