Non solo i cinquanta milioni per Porta Sud e la nuova stazione di Bergamo: nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per Bergamo ci sono anche altri 80 milioni per il sistema Brt (Bus Rapid Transit) che collegherà la città a Dalmine.
Un progetto del quale il sindaco Giorgio Gori si era già innamorato nel 2014, quando ancora era solo un candidato alla fascia tricolore, e che prevede la realizzazione di una linea elettrica ad alta frequenza in sede per la maggior parte protetta.
Il tracciato è senza dubbio di rilievo: dalla stazione di Bergamo al polo scolastico di via Gavazzeni, per poi arrivare di fronte all’università di via dei Caniana e poi dirigersi verso Dalmine, toccando Kilometro Rosso, la facoltà di Ingegneria e il vicino Point, con ultima fermata alla stazione di Verdello.
Il finanziamento del PNRR coprirà solo parte dei costi, 80 milioni dei 185 stimati: Bergamo ne aveva chiesti una trentina in più, ma comunque conta su un cofinanziamento da parte della Regione Lombardia per circa 27 milioni, oltre al sostegno degli enti locali e dei privati.
I tempi sono ben definiti: apertura cantiere entro il 2023 e lavori da concludere entro il 2026, con pena la perdita dei fondi.
Il progetto ha preso il nome di “sentiero della conoscenza”: Bergamo lo vuole sfruttare per rivoluzionare il suo sistema dei trasporti e innescare un circolo virtuoso che coinvolga tutto il sistema economico.
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