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L'intervista

Variante indiana, Ariela Benigni: “È probabile che i nostri vaccini riescano a combatterla”

Dall'Istituto Mario Negri la dottoressa Ariela Benigni traccia il punto sulle mutazioni del Covid

È probabile che i vaccini autorizzati dall’Ema siano efficaci contro lavariante indiana del Covid. Lo ipotizza la dottoressa Ariela Benigni, che all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (IRCCS) riveste i ruoli di segretaria scientifica e coordinatrice delle ricerche delle sedi di Bergamo e Ranica

L’abbiamo intervistata chiedendole di tracciare il punto sulle mutazioni di SARS-CoV-2. Il riferimento è ai vaccini approvati finora dall’Ema (European Medicines Agency, l’agenzia europea per i medicinali), cioè i due vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) e i due vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson, prodotto dalla Janssen, azienda farmaceutica che fa parte del Gruppo Johnson & Johnson).

Tracciamo il punto sulle varianti del Covid

Il virus circolato in Europa era già variato rispetto a quello di Wuhan e poi è ulteriormente mutato. Ripercorrendo le principali varianti, da ottobre si è sviluppata quella sudafricana, a dicembre l’inglese e a gennaio la brasiliana, poi ci sono state la nigeriana, la giapponese e la californiana che in Europa hanno registrato pochi casi. Ora tiene banco l’indiana, o meglio, le indiane perché ne esistono di diversi tipi e sottotipi.

Ma ci saranno sempre nuove varianti?

Il virus per sua natura varia. Questo coronavirus muta anche se possiede un “correttore di bozze” che corregge le mutazioni. Nonostante ciò, sono state descritte decine di migliaia di mutazioni. Cambia per sopravvivere, più varia e più trova nuovi soggetti da colpire. Se le varianti conferiscono al virus una maggiore trasmissibilità, prevalgono. Le variazioni riguardano soprattutto la proteina Spike, che permette l’entrata del virus nelle cellule. Più il virus riesce ad entrare nelle cellule, più si diffonde. Con il vaccino il virus farà sempre più fatica a trovare soggetti da infettare, perciò bisogna vaccinarsi: a un certo punto non troverà più nessuno da infettare e darà sintomi molto banali come un raffreddore o una sindrome simil-influenzale.

Bisognerà vaccinarsi annualmente?

Non sappiamo ancora ogni quanto tempo bisognerà fare richiami del vaccino, ma la possibilità di variazione del virus non è infinita: col tempo si adatterà a vivere e a infettare l’organismo umano senza dare gli effetti che ha dato in queste onde pandemiche.

I vaccini proteggono dalle varianti?

Sicuramente ci proteggono dalla variante inglese, i dati rilevano una minor protezione dalla sudafricana e dalla brasiliana, ma comunque una copertura c’è. Per quanto riguarda la variante indiana uno studio indiano mostra che il plasma di soggetti che sono guariti dal Covid sia in grado di neutralizzarla, lo stesso avviene per le persone che si sono vaccinate con il vaccino indiano Covaxin ed è un dato importante.

Come mai?

Sappiamo che è un vaccino meno protettivo rispetto a quelli autorizzati dall’Ema, quindi a maggior ragione questi ultimi dovrebbero riuscire a combatterla in modo efficace. Non ci sono ancora dati disponibili su questo aspetto ma è una ipotesi altamente probabile.

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