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Bergamo

“Non chiamatemi morbo”, alla Carrara storie di resistenza al Parkinson

L'esposizione sarà allestita dal 14 maggio al 6 giugno; sono in programma, inoltre, un laboratorio e un convegno

Arte, accessibilità e inclusione s’incontrano all’Accademia Carrara di Bergamo dando vita a “Non chiamatemi morbo. Storie di resistenza al Parkinson”, iniziativa che prevede una mostra fotografica, un convegno e un laboratorio a tema.

L’esposizione sarà allestita dal 14 maggio al 6 giugno e sarà aperta venerdì dalle 15 alle 20.30; sabato dalle 10 alle 19; domenica dalle 10 alle 19. L’ingresso in Ala Vitali è compreso nel costo del biglietto d’accesso. L’ingresso è gratuito per le persone con Parkinson e i loro caregiver (dettagli e modalità su lacarrara.it).

L’afflusso di visitatori sarà contingentato in osservanza delle normative anti-Covid e la prenotazione è obbligatoria nel fine-settimana (con un giorno d’anticipo) inviando un’e-mail a prenotazioni@lacarrara.it oppure telefonando al 3281721727.

L’Accademia Carrara, Bergamo Accademia Carrara, da sempre sensibile all’inclusività, dedica il mese di maggio al tema della fragilità e in particolare alle persone affette da Parkinson, grazie a una mostra fotografica di Giovanni Diffidenti raccontata dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio, realizzata in collaborazione con Confederazione Parkinson Italia.
Nel periodo di mostra: un convegno sulle forme di accessibilità e inclusione, in collaborazione con Associazione Italiana Parkinsoniani, e un nuovo appuntamento con Dance Well, la pratica artistica di libera espressione corporea a cura di Orlando con Accademia Carrara e Festival Danza Estate.

“Non chiamatemi morbo. Storie di resistenza al Parkinson” fa tappa a Bergamo: la mostra fotografica itinerante di Giovanni Diffidenti raccontata dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio, arriva in Accademia Carrara dopo le esposizioni a Milano, Genova e Trento. Storie vere di persone con Parkinson, che sanno fare riflettere e divertire, commuovere e pensare.

La mostra, che ha per tema una malattia tanto diffusa quanto poco e mal conosciuta, costituisce un’occasione per sensibilizzare il pubblico, sottolineando l’importanza della diagnosi precoce, e per combattere lo stigma e l’isolamento sociale che riguarda le persone con Parkinson: le immagini di Giovanni Diffidenti, insieme ai testi di Roberto Caselli interpretati da “Mr. o Mrs. Parkinson” (Lella Costa e Claudio Bisio), rispondono all’esigenza di mostrare come il benessere e una buona qualità della vita sono necessari e possibili per le persone affette da Parkinson. I due attori, con le loro inconfondibili voci, da ascoltare tramite una APP gratuita, danno vita a una narrazione in cui è la malattia in prima persona a guidare il visitatore alla scoperta della vita dei protagonisti, tra questi il giornalista Vincenzo Mollica e il divulgatore scientifico Edoardo Boncinelli: dai momenti difficili alle personali strategie di resilienza che ognuno di loro ha saputo applicare nella propria quotidianità. L’allestimento è curato dall’architetto Franco Achilli.
Due appuntamenti di approfondimento aperti a tutti:

– domenica 23 maggio alle 10 negli spazi del museo Dance Well, la pratica artistica a cura di Orlando con Accademia Carrara e Festival Danza Estate che promuove l’espressione libera del corpo, qualunque caratteristica esso abbia. L’iniziativa, pensata originariamente per persone con Parkinson, è oggi aperta a tutti, in modo trasversale e intergenerazionale.

– sabato 29 maggio dalle 9 alle 12.30 il convegno online “L’inguaribile voglia di vivere. Malattie croniche e disabilità: riflessioni ed esperienze”, promosso dall’Associazione Italiana Parkinsoniani. Attraverso le testimonianze dirette di persone affette da Parkinson o con disabilità, un focus sui temi dell’accessibilità, dell’inclusione e del benessere. L’appuntamento, a partecipazione gratuita, verrà trasmesso in diretta su: www.aipbergamo.it, nonchiamatemimorbo.info e il canale YouTube di Accademia Carrara.

Illustrando l’iniziativa, Maria Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara, afferma: “In questi anni la Carrara ha lavorato gettando le basi per diventare un museo sempre più accogliente e inclusivo, aperto a tutti. La mostra fotografica Non chiamatemi morbo e il convegno L’inguaribile voglia di vivere che ospitiamo in museo si innestano in un percorso avviato da tempo di attenzione verso i pubblici più fragili. L’arte può contribuire al benessere e alla salute di chi ne fruisce, ed è per questo che è ancora più forte, in questo momento storico, l’esigenza di aprire le porte del museo a tutti i visitatori, ai pubblici fragili, alle famiglie, al territorio come alle classi di giovani alunni. La Carrara si conferma quindi uno spazio aperto alla città e ai cittadini, un’esperienza di storia e di bellezza capace di arricchire il visitatore, generare benessere anche grazie alla collaborazione progettuale e di visione di professionisti della cura”.

Giangi Milesi, presidente Confederazione Parkinson Italia, evidenzia: “Sono felice che la mostra fotografica parlante #NonChiamatemiMorbo riparta da Bergamo per proseguire il tour nelle città italiane. Per due motivi: l’idea è nata nella nostra città e dopo l’esordio al Piccolo Teatro di Milano, è ancora una prestigiosa istituzione culturale quale l’Accademia Carrara a comprenderne il valore artistico ed educativo. Bergamasche sono anche molte delle storie che si raccontano, come quella del Vescovo Beschi, caregiver della madre. Bergamasco è il fotografo Giovanni Diffidenti, riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità narrativa. Bergamasca la tecnologia (Tiknil di Pedrengo) che consente di ascoltare le voci di Lella Costa e Claudio Bisio a commento delle immagini. Facendoci vivere un’emozione forte, capace di contrastare lo stigma e l’ignoranza che circonda il Parkinson”.

“Dopo un lungo periodo di difficoltà, per altro non ancora terminato, paradossalmente uno stimolo positivo e un orientamento ci vengono dati da persone fragili, quelle cioè che di fatto hanno più bisogno di tutela. Questo è il messaggio che anche quest’anno viene dal convegno L’inguaribile voglia di vivere, giunto alla settima edizione. Attraverso le loro vicende umane queste persone ci raccontano come la malattia o la disabilità abbia portato apprezzamento per il dono della vita che, al di là di ogni problema, vale la pena essere vissuta. Il 2021 è anche un anno particolare, il convegno è infatti inserito negli eventi della campagna di sensibilizzazione basata sulla mostra Non chiamatemi morbo che a sua volta è nata dall’omonimo libro presentato nel 2020. Il tutto nella splendida cornice dell’Accademia Carrara. Tutte queste iniziative sono state ideate e si sono sviluppate nell’ambito dall’associazionismo e del volontariato legato al Parkinson della nostra provincia. Anche questo aspetto è per noi un motivo di orgoglio e di stimolo a continuare su questa strada perché il Parkinson non ferma la vita” – aggiunge Marco Guido Salvi, vicepresidente nazionale di AIP e coordinatore della sezione di Bergamo.

Crediti fotografici: Giovanni Diffidenti

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