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Camera di commercio

Bene la manifattura a Bergamo, meglio che in Lombardia: gli ordini lasciano intravedere la ripresa

La produzione rimbalza rispetto al crollo di inizio 2020, ma per l’industria il segno resta positivo anche rispetto al trimestre precedente (+0,5%), approssimandosi così ai livelli pre-Covid; in calo invece l’artigianato (-1%). Forti tensioni sui costi produttivi.

Il confronto della produzione manifatturiera bergamasca con il primo trimestre del 2020 risente del lockdown iniziato proprio in quel periodo per contrastare la pandemia, che aveva causato un forte calo produttivo: la variazione tendenziale nei primi tre mesi del 2021 risulta quindi molto elevata, pari al +10,6% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +13,7% per quelle artigiane con almeno 3 addetti.

Il confronto con il quarto trimestre del 2020 offre invece un quadro diverso, con l’industria che evidenzia una variazione congiunturale ancora positiva (+0,5%), ma in rallentamento rispetto alla velocità di ripresa dei trimestri scorsi, e l’artigianato che registra una flessione (-1%), interrompendo il processo di recupero dei livelli pre-Covid. Gli indici della produzione dei due comparti si attestano rispettivamente a quota 105,6 e 100,3, con un divario rispetto alla media del 2019 pari al -1,6% per l’industria e al -2,4% per l’artigianato.

CONGIUNTURA artigianato e industria

INDUSTRIA

La crescita della produzione dell’industria bergamasca, benché meno intensa rispetto ai trimestri scorsi, mantiene comunque una velocità superiore alla media regionale: la Lombardia evidenzia infatti incrementi inferiori sia dal punto di vista tendenziale (+8,7% rispetto al primo trimestre 2020) sia da quello congiunturale (+0,2% sul quarto trimestre 2020). Anche il divario rispetto ai livelli pre-Covid risulta più ampio in regione (-2,3%).
La gran parte dei settori industriali risulta in crescita su base annua, per via del confronto con i bassi livelli produttivi di inizio 2020, ma i comparti che hanno pienamente recuperato i valori precedenti alla pandemia sono una minoranza: tra questi vanno annoverati la meccanica, la gomma-plastica e la chimica-farmaceutica, mentre si conferma in grave difficoltà la filiera della moda.
Il fatturato mostra variazioni in linea con quelle della produzione, registrando un aumento superiore ai 10 punti percentuali su base annua (+11,6%) e una lieve crescita rispetto al quarto trimestre 2020 (+0,3%): con questi incrementi il livello medio del 2019 risulta sostanzialmente raggiunto, almeno in termini nominali (includendo, cioè, anche l’effetto dei prezzi).

CONGIUNTURA artigianato e industria

Segnali incoraggianti giungono dal fronte degli ordinativi, che crescono in maniera rilevante dal punto di vista tendenziale (+14,7%), ma che mantengono un incremento significativo anche rispetto al trimestre precedente (+5,1%): le variazioni sono positive sia per il mercato interno che per quello estero e testimoniano una fase di vivacità della domanda mondiale.
Questa fase di accelerazione della domanda si riflette sui mercati delle materie prime, dando origine a forti tensioni sui prezzi: la crescita dei costi delle materie prime rispetto al trimestre precedente è del +8,5%, un incremento mai registrato nella serie storica e che le imprese sono riuscite a traslare in misura finora limitata sui listini dei prodotti finiti (+1,5%).
Anche sul fronte occupazionale si registrano movimenti significativi, con una crescita delle assunzioni che genera un saldo occupazionale positivo tra addetti in ingresso e in uscita nel trimestre (+1,1%). Tale incremento è in parte dovuta all’avvio dei contratti con durata annuale, che si concentrano all’inizio dell’anno, ma la variazione si conferma positiva anche al netto degli effetti stagionali: si tratta di un segnale importante che potrebbe certificare la fine della fase discendente che ha caratterizzato l’occupazione delle imprese industriali iniziata nel corso del 2019. Prosegue inoltre il progressivo riassorbimento della CIG, nonostante tale strumento risulti ancora utilizzato da più di un’impresa su cinque (22,5%).
Gli indicatori congiunturali delineano quindi un quadro in rallentamento nel trimestre in esame, ma con prospettive incoraggianti per i mesi futuri: tale indicazione è confermata dalle aspettative degli imprenditori, che registrano un saldo positivo e in decisa crescita tra previsioni di aumento e di diminuzione per il prossimo trimestre relativamente a tutte le variabili (produzione: +23,3; fatturato: +27,4; domanda interna: +12,2; domanda estera: +21,3; occupazione: +5,8).

CONGIUNTURA artigianato e industria

ARTIGIANATO

Il calo congiunturale evidenziato dall’artigianato manifatturiero bergamasco è probabilmente frutto di una minore prontezza nello sfruttare la ripresa mondiale, per via delle dimensioni ridotte delle imprese e del grado inferiore di internazionalizzazione, tuttavia i risultati sono significativamente migliori rispetto alla media regionale: in Lombardia la produzione artigiana risulta in crescita del +5,5% su base annua, mentre la diminuzione congiunturale raggiunge il 2,2%. Ancora maggiore il divario tra performance provinciale e regionale considerando la distanza rispetto ai livelli medi del 2019, che per la Lombardia raggiunge il -11,3%.

CONGIUNTURA artigianato e industria

Il fatturato delle imprese artigiane bergamasche si muove in linea con la produzione, registrando una significativa crescita tendenziale (+14,5%) che si traduce però in un calo congiunturale (-0,6%). Ordini in significativa accelerazione (+7,2% rispetto al trimestre precedente) e surriscaldamento dei costi delle materie prime (+9,3%) sono i due sintomi di una domanda comunque in rapida crescita che le imprese artigiane dovranno gestire con attenzione: per ora l’aumento dei prezzi dei prodotti finiti (+3,4%) riesce a compensare solo in parte il rincaro dei materiali.
Il numero di addetti mostra un saldo significativamente positivo tra inizio e fine trimestre (+1%), dopo un anno in cui i livelli occupazionali delle imprese artigiane erano rimasti sostanzialmente stabili grazie a un massiccio ricorso alla Cassa Integrazione, la cui percentuale di utilizzo si sta lentamente riducendo: nel primo trimestre 2021 le imprese artigiane che dichiarano di aver usato tale strumento sono il 25,8%.

Nonostante il consuntivo non brillante del trimestre, le aspettative degli imprenditori artigiani colgono i segnali della ripresa e, dopo oltre un anno mezzo, tornano in territorio positivo per quello che riguarda produzione (saldo tra previsioni di aumento e di diminuzione pari a +10,6), fatturato (+8,7), domanda interna (+3,4) e domanda estera (+5,1); solo in merito all’occupazione il saldo, pur in miglioramento, mantiene un segno negativo (-2).

CONGIUNTURA artigianato e industria

Il presidente Carlo Mazzoleni: “Ripresa saldamente annunciata”

Il presidente Carlo Mazzoleni dichiara: “Il primo trimestre si confronta con un periodo dell’anno scorso che incominciava a essere sottoposto alle misure di confinamento. La variazione tendenziale molto positiva va perciò smorzata osservando anche altri parametri, tra cui la produzione, che non ha ancora raggiunto il livello pre crisi. D’altra parte, la ripresa è solidamente annunciata dalle aspettative, ordini e fatturato. L’artigianato bergamasco presenta risultati migliori di quello regionale, inferiori comunque all’industria. Per le imprese di minori dimensioni produzione e fatturato sono in flessione congiunturale per una serie di cause, tra cui la maggiore esposizione ai rincari delle materie prime, la minore capacità di affrontare il commercio internazionale che sta viceversa trainando l’industria e l’anticipo della ripresa già dagli ultimi due trimestri dell’anno.”

Peracchi, Cgil: “Bene il manifatturiero, ora pensiamo agli altri settori”

“I dati congiunturali di Bergamo del primo trimestre di quest’anno confermano una tendenza, positiva, che anche noi avevamo percepito nel confronto con associazioni, aziende e territorio. Se supereremo in tempi utili la pandemia, con aperture graduali e ponderate, con una vaccinazione rapida, diffusa e di massa, la ripresa sarà significativa e produrrà effetti positivi sul piano occupazionale – commenta Giovanni Peracchi, segretario Cgil Bergamo -. Rimane per intero il problema dei dipendenti di quelle aziende che non riusciranno a ripartire (commercio al dettaglio, ristorazione, piccole imprese artigiane, turismo) per via delle difficoltà incontrate con il blocco delle attività. Per questo dobbiamo, sin d’ora, lavorare alla riconversione di alcune figure nei settori in difficoltà verso quelli in espansione, con processi formativi e di riqualificazione del personale all’altezza dei tempi. Processi, peraltro, già declinati nelle azioni convenute e condivise nei tavoli OCSE che hanno lavorato al piano di rilancio del nostro sistema territoriale. Quanto alla difficoltà di reperire materie prime, a fronte di un incremento degli ordinativi e delle commesse interne ed estere, in effetti rischia di diventare un freno per la ripresa, incidendo negativamente, come è puntualmente avvenuto, sui costi. Una possibile, anche se parziale, soluzione potrebbe essere quella di accelerare sui sistemi integrati di economia circolare, indirizzando il reperimento di materie prime, necessarie ed indispensabili nel manifatturiero, al mercato interno. Come paese siamo tra i primi a livello europeo nel riciclare i materiali”.

“Inoltre è utile sottolineare come lo sviluppo dell’economia circolare rientri tra le direttrici del PNRR quando si parla di transizione ecologica delle produzioni e sarà, sempre di più, un elemento strategico per sostenerle e riqualificarle” conclude Peracchi.

Corna (Cisl): “Si punti all’assunzione di donne e di giovani”

“I dati relativi al primo trimestre 2021 mostrano positivi segnali di ripresa, mentre aspettative e ordini fanno ben sperare in un consolidamento di tale ripresa – afferma Francesco Corna, segretario della Cisl Bergamo -. Dal punto di vista degli occupati, nel comparto manifatturiero, dopo che la crisi aveva comportato un calo contenuto, assistiamo ora a una tendenza verso un lento miglioramento. La Cisl rimane ancora preoccupata per ciò che potrà invece succedere nei settori dei servizi, turismo, spettacoli e accoglienza. I dati positivi dal punto d vista economico e occupazionale ci devono spronare a fare di più a livello territoriale, per favorire l’inserimento di giovani e donne nel mondo del lavoro attraverso progetti e percorsi dedicati, per non sprecare i nostri migliori talenti, favorire la partecipazione attiva e consolidare la ripresa”.

Nozza, Uil: “Attenzione all’aumento delle materie prime”

“Segnale importante il dato positivo Generale – dichiara Angelo Nozza, segretario Uil Bergamo –. Il segno “più” marcato dall’industria, aggiunto all’aumento degli ordini e alla tenuta occupazionale, fa ben sperare per le prospettive del medio periodo. Importante anche il dato dell’artigianato, con una crescita, pur se tendenziale, comunque significativa. L’auspicata normalizzazione della situazione legata al Covid, sicuramente dovrebbe ulteriormente migliorare i dati. Bisognerà capire se l’aumento indiscriminato del prezzo delle materie prime, che stiamo registrando in questi giorni, rallenterà o continuerà nella tendenza attuale. Il rischio è quello di aggiungere ulteriori problemi ad una situazione già difficile”.

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