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Fuga dal settore

Bergamo: bar e ristoranti, riaperti sì, ma camerieri e cuochi han scelto altri lavori

In difficoltà i titolari degli esercizi: "Mettiamo cartelli di ricerca del personale, ma si presentano in pochi"

I clienti sono tornati ai tavoli. E insieme a loro i pranzi, gli aperitivi e le cene. Quel che preoccupa, ora, è la mancanza di personale: cuochi e camerieri. A Bergamo come nel resto d’Italia.

Oscar Fusini, direttore generale di Ascom Confcommercio Bergamo, parla esplicitamente di “fuga dal settore”, a causa dell’instabilità che ha investito il mondo della ristorazi0ne, soggetto a continue aperture e chiusure. “Al momento non esiste una banca dati che inquadri con esattezza il fenomeno – precisa -, ma il ‘sentito dire’ e i segnali iniziano a essere significativi. Tanti baristi e ristoratori hanno dovuto dire addio al personale. A quanto ci risulta, molti hanno cambiato mestiere passando al settore della logistica, altri hanno fatto domanda nell’edilizia sulla spinta del bonus”.

C’è poi un altro fenomeno che sta emergendo, lampante. “Il fatto di poter svolgere servizio solo all’esterno – osserva ancora Fusini – sta facendo perdere personale fisso e a chiamata ai locali sprovvisti dei dehors, a favore di quelli che invece ce l’hanno”.

Conferma Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori dell’Ascom, nonché chef e titolare del ristorante Posta di Sant’Omobono Terme: “Già avevamo difficoltà a reperire personale prima del Covid, figuriamoci adesso che siamo in ballo da un anno e mezzo con aperture e chiusure. Aggiungiamo il fatto che le casse integrazioni arrivavano e continuano ad arrivare con inspiegabile ritardo, peraltro con cifre molto basse. Questo ha spinto la gente con famiglia a rimboccarsi le maniche e cambiare mestiere. Un collega mi ha raccontato di avere perso otto dipendenti su dodici, non sa da quale parte girarsi”.

E la musica non cambia se a parlare è Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar, Caffè e Pasticcerie di Ascom Confcommercio, nonché titolare del Bar Centrale a Lovere. “Negli ultimi mesi su 25 dipendenti, la maggior parte studenti a chiamata, 5 hanno deciso di intraprendere altre strade – fa sapere -. Ho messo cartelli di ricerca del personale, ma si presenta pochissima gente. Non dico che prima della pandemia ci fosse la coda, ma qualche ragazzo in gamba che aveva voglia di guadagnare nel fine settimana lo trovavi. A dire il vero – sottolinea – quasi tutti i locali qui a Lovere hanno affisso un cartello di ricerca personale”.

Sui social non si contano gli avvisi. Sempre in riva al lago d’Iseo c’è quello del noto Ristorante Zu’, a Riva di Solto: “Cerchiamo personale da inserire nel nostro organico di lavoro come aiuto cuoco/chef o cameriere, nella stagione 2021”. A Bergamo quello del ristorante One Love in Piazza Emanuele Filiberto, nel quartiere Colognola. “Storicamente è stato sempre complicato trovare personale, ancor di più profili validi e preparati. Ma dopo la pandemia è diventato quasi impossibile – commenta lo chef e titolare del locale, Alan Foglieni -. Tanti si sono ritrovati a piedi e sono andati a lavorare in fabbrica, mentre i professionisti con esperienza sono tutti piazzati”. Da qualche giorno ha pubblicato sulla pagina Facebook del ristorante un post per la ricerca di un cuoco e personale di sala. “Ha avuto una buona diffusione e l’ho sponsorizzato per un po’. Solo un paio di curriculum erano interessanti, ma il colloquio e la prova non sono stati soddisfacenti – conclude -. Non è che rialzando la serranda tutto torna come prima…”. Anzi.

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