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L'intervista

Domenghini: “Un’altra Grande Inter. Atalanta-Juve? Loro hanno Cr7, ma noi…”

Il leggendario doppio ex, vincitore della Coppa Italia con i bergamaschi e della Champions League con i milanesi negli anni Sessanta: "Conte come Herrera? Quello era un altro calcio, ma in campo vanno sempre i calciatori"

“Scudetto facile, però meritato. È stata la squadra più forte, la più competitiva: lo ha dimostrato anche vincendo con quattro giornate di anticipo”. Angelo Domenghini, leggendario ex di Atalanta e Inter, di scudetti se ne intende. Per due volte ha vinto il titolo, nel 1965 e nel 1966, con i nerazzurri di Angelo Moratti e di Helenio Herrera. E, come al solito, non ha peli sulla lingua: “A volte hanno criticato il gioco dell’Inter. Non gioca meglio? Contano i risultati, conta come è impostata la squadra, soprattutto la forza della sua difesa, i lanci per Lukaku che ha risolto tante partite”. Sulla ‘paternità’ dello scudetto, Domenghini ha le idee altrettanto chiare e davanti a tutti mette “i giocatori, in campo ci vanno loro, poi i meriti sono anche degli altri, ma prima vengono i giocatori”.

Conte?

Lo consideravano poco da Inter, ancora legato alla Juve. “Ma ha vinto anche col Chelsea. Quando si ha la squadra più forte… E poi le altre hanno deluso, tutte meno l’Atalanta. Il Milan ha fatto bene all’andata, poi ha mollato”.

Si possono fare paragoni con la sua Inter, quella di Herrera?

“Altri tempi, altro calcio. Anche quella era la squadra più forte, poi c’erano Milan e Juve, mentre quest’anno l’Inter ha ribaltato tutte le altre”.

E lo scudetto che avete conquistato nel 1965 e nel 1966, merito del mago Herrera?

“No, non va in campo l’allenatore, contano i giocatori. Poi allora c’erano le marcature fisse e vincemmo anche la Coppa dei Campioni, l’Intercontinentale. Adesso è proprio un’altra storia”.

Quindi per fare il salto di qualità l’Inter deve vincere in Champions?

“Vediamo. Sicuramente dovranno prendere un centravanti, un centrocampista, il resto della squadra più o meno può essere confermato. Però non sarà facile trovare giocatori forti, all’altezza”.

È un fatto anomalo che sia l’Inter dei cinesi o…è il calcio di oggi?

“È il calcio di oggi, che sia sbagliato o no. Però…”

Però?

“Beh io non credo che Moratti abbia mollato davvero, mentre Zhang è stato assente per troppo tempo. Invece Moratti era sempre vicino, il suo sostegno non è mai mancato”.

Pensa che Conte resterà?

“Perché dovrebbe andarsene, ha un contratto”.

Se dovesse indicare un giocatore simbolo di questo scudetto?

“Tanti parlano di Lukaku. Io dico Barella, poi Lukaku”.

Un suo pensiero sull’Atalanta? Ce la farà a conquistare quel trofeo che le manca da quando Domenghini con i suoi gol piegò il Torino nel 1963? E a tornare in Champions?

“Per la Champions non credo che ci siano problemi, anche il calendario è dalla parte dell’Atalanta. La Coppa Italia? Ci proverà, non sarà semplice battere la Juve che però deve migliorare, Ronaldo fa 27 gol senza una squadra forte e a cui manca tutto: è una Juve da ricostruire”.

Non è solo Ronaldo…

“Ah, se è per questo anche l’Atalanta ha cinque o sei giocatori che possono risolvere la partita. E non dimentichiamo Gosens: che bravo, è fortissimo”.

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